Zeus! la rivista letteraria mutante realizzata da persone con disabilità (o forse no?!). Intervista
Chi stabilisce cosa è normale e cosa no? Come si risponde – con la propria diversità – al bisogno di cultura che ogni individuo ha? Chi stabilisce quanto qualcosa o qualcuno sia creativo? Sono tutte domande che Zeus! ha deciso di non porsi o porsi solo per curiosità. Fare rivista oggi, cosa vuol dire? Ce lo siamo chiesti vivamente quando abbiamo scoperto questa realtà: un progetto editoriale creato, pensato ed elaborato con l’aiuto della spontaneità creativa e culturale di persone con disabilità, dove il termine appena usato lascia il tempo che trova.
Se non esiste un criterio che stabilisce cosa è normale e cosa no, noi ci stiamo. Anche a raccontarvi questa bellissima iniziativa.
Partiamo dal nome: Zeus! Rivista Mutante. Come mai questa scelta?
Il nome Zeus è nato un po’ per gioco e poi, non trovandone un altro all’altezza, abbiamo aggiunto un punto esclamativo: Zeus!
Cosa è Zeus! e come ha lavorato in questi 16 anni sulla rivista.
Ti possiamo rispondere con il nostro manifesto pop:
Zeus! per il Cardo è un dispositivo mutante,
una rivista che intercetta pensieri e lascia segni.
Ci troverete forse ciò che già conoscete
ma quello che vorremmo è che vi interroghiate.
L’universo vi trova spersi e diversi?
o è un cane che abbaia alle persone?
Per noi l’universo è quando qualcosa sarà bello.
Zeus! scaglia luci illuminate,
saette scintillanti e irriverenti;
traccia figure futuristiche e primitive,
sgancia parole ironiche e sorprendenti.
Siate coraggiosi, leggetelo!
Meglio in piazza, sui treni, sui pullman o nelle città
e aggiornerete così la vostra idea sul mondo.
Azzerate il pregiudizio e riprogrammate il vostro approccio alla diversità;
nella nostra bottega dei farmaci potrete assumere la vostra dose di terapia culturale contro la dissenteria.
Comprate Zeus!:
non per beneficenza
ma più per esperienza.
Ah, Zeus! lo scrivono persone con disabilità,
che poi la disabilità da che parte sta?
Come vengono realizzati i contenuti? Qual è l’iter operativo?
In genere la redazione si riunisce, decide gli argomenti, i temi o anche solo gli spunti per la realizzazione di un numero, e successivamente gli educatori lavorano direttamente con gli utenti, sotto forma di attività nei vari servizi della cooperativa. Però, non sempre è così: spesso sono gli utenti stessi che spontaneamente (e a volte involontariamente) propongono una tematica, oppure danno una suggestione che, avvalorata da un’ulteriore riflessione a livello redazionale, può portare a concretizzare la direzione da seguire.
Può succedere che le pubblicazioni prendano forma dopo esserci relazionati con un collaboratore esterno, come nel caso di un illustratore al quale è affidata la copertina, o perché il numero è stato “commissionato” da altri.
Insomma, gli operatori partono con l’intenzione di raggiungere un obiettivo, ma spesso il risultato è sorprendente. Zeus! è comunque un’attività educativa prima di essere una produzione editoriale, ciò significa che la realizzazione dei contenuti viene mediata, vissuta ed elaborata all’interno della relazione tra l’utente e l’educatore.
I ragazzi della cooperativa come danno materialmente il loro contributo?
La produzione di articoli e disegni dipende da utente a utente, a seconda del grado di disabilità e della peculiarità della persona in generale: nella maggior parte dei casi la raccolta del materiale scritto avviene in modo simile a un’intervista, ovvero gli utenti parlano, raccontano, rispondono alle domande e l’operatore trascrive. Ci sono altre persone che scrivono direttamente a mano o al computer per poi rivedere il testo con gli educatori (anche via mail in alcuni casi).
Per quanto riguarda i disegni, inoltre, spesso ci sono utenti che non scrivono o non parlano e per questo non partecipano al processo di realizzazione degli articoli, ma danno un contributo fondamentale con le illustrazioni. Durante l’attività, sia per quanto riguarda i testi, sia per quanto riguarda i disegni, alcuni utenti vanno seguiti per i particolari, soprattutto quando si deve uscire dallo stereotipo, così come ci sono utenti ai quali basta dare il titolo, l’oggetto, la persona o la situazione da illustrare e agiscono autonomamente anche a livello creativo.
In altri casi, vengono dati dei modelli o delle foto da riprodurre o reinterpretare. Ovviamente, le tempistiche di realizzazione dei contenuti vanno a braccetto con la disabilità e la peculiarità della persona, alcune persone producono un disegno o un articolo nell’arco di due ore, altri possono fare 20-30 disegni nello stesso tempo e così via. La consapevolezza che quello che stanno facendo finisca sulle pagine di una rivista letta anche all’esterno è poi diversa anch’essa da persona a persona, ma bene o male tutti aspettano ansiosamente l’uscita della rivista e vogliono averla tra le mani.
“Confermo perché lo facciamo noi ragazzi spontaneamente, scriviamo e facciamo disegni e li facciamo stampare in tipografia. Ogni persona che scrive su Zeus! lo fa con il suo cuore e Zeus!, si sa, è una rivista mutante, quindi cambia ogni volta (copertina, immagini, articoli). Ma ha sempre un grande valore: il mio non posso dirlo perché è personale, perché certe cose Claudio e Riccardo non le chiedono ad altri. Giovanni fa il suo, Tullio il suo, la Paola fa il suo e Alessandra anche, come la Maria, tutti fanno parte di Zeus!, ogni persona ci mette del proprio. Abbonatevi a Zeus! perché la copertina cambia sempre e c’è l’oroscopo di Madame Ivanov!”
(contributo di Michela Ivanov)
Che distribuzione ha?
Zeus! è venduto in abbonamento e in alcune librerie o rivenditori che sono fan della rivista. Ha una tiratura che va dalle 600 alle 1000 copie a seconda del numero.
Chi legge Zeus?
Persone curiose e spesso lontanissime dal nostro mondo (anche dal nostro territorio). Come dice il nostro redattore Danilo Ramus, “Zeus! è meglio darlo da leggere a una persona che è capace di leggerlo”. Quindi, tendiamo a essere una rivista di nicchia.
Leggendo un paio di numeri della rivista ho avuto l’impressione che oggi, noi, le persone, non siamo più abituati a ragionare con semplicità e sulla semplicità stessa. Spesso ci perdiamo in considerazioni complesse cercando di dare un senso a situazioni complicate perché pare che sia lì la felicità. La ricerca di qualcosa che non arriverà mai. E ci ritroviamo ad aspettare spesso Godot, quando la felicità è davvero nelle piccole cose. Sembra una banalità, ma non lo è. È solo un concetto lineare. Bisognerebbe ripartire dalle cose semplici per trovare la verità della vita. Mi confermi che Zeus è anche tutto questo?
Sicuramente, anche perché tu l’hai visto. Diciamo anche che abbiamo bisogno di ritrovare veridicità nelle cose che leggiamo e viviamo.
Nella mail di presentazione avete scritto che Zeus! “Crea spesso cortocircuiti, ma solo nel cervello dei lettori”, questo è vero (vedi la domanda precedente). Noi lettori e non appartenenti a queste categorie, vedremmo Zeus! come un prodotto di inclusione, un bel progetto per riflettere e sensibilizzare. Un prodotto per aiutare, un po’ tutti, anche se stessi. Ma quando il numero è pubblicato e loro hanno tra le mani qualcosa a cui hanno contribuito, cosa rappresenta tutto questo per loro?
Dipende ovviamente dai gradi di consapevolezza e ruolo (da chi gestisce una rubrica a chi disegna, a chi si comincia a cimentare) ma ancora oggi, dopo 16 anni, c’è ancora l’attesa di vedere il numero stampato che è frutto di scelte della redazione che i nostri redattori-utenti non sanno. All’uscita del nuovo numero di solito sulla pagina FB un redattore lo commenta.
C’è qualcosa che volevate dirmi e che non vi ho chiesto?
Durante gli anni sono stati molti i progetti collaterali sviluppati e realizzati partendo dalla rivista, a partire da laboratori e workshop passando per l’esperienza teatrale (lo spettacolo “La felicità è una capretta” e numerosi reading musicati), una trasmissione radio (“A qualcuno piace Cardo”) e una web-serie, per citarne alcune.
a cura di Antonella Dilorenzo