Gastrite: la nuova rivista irriverente che ti prende allo stomaco (ovviamente!). Intervista
Se dovessimo definire con un aggettivo la gastrite, forse useremmo il termine “sorprendente”: ti prende quando meno te l’aspetti, e ti stupisce ogni volta perché le magie che può fare sono sempre imprevedibili. Per il tuo stomaco e per il tuo cervello. E chi, meglio della gastrite, poteva descrivere il contenuto della nuova rivista nata dalla mente di 5 ragazze che con questo disturbo (anche sociale) ci combattono tutti i giorni? Se chiedete loro com’è Gastrite, la definiranno “politicamente scorretta, irriverente, ironica, sprezzante, infida”. Vi domanderete: “e cosa ci sarebbe di positivo in tutto ciò?”. Nulla, se non dirvi che è bella, bella davvero.
Chi è Gastrite?
Gastrite ha il volto che vedete nella copertina del Numero Zero e in quelli a seguire. Un personaggio da noi inventato e, come tutti gli amici immaginari, definito in ogni singolo dettaglio. É una ragazza della nostra età (24-25 anni) alta, magra per via di una gastrite perenne, e con dei capelli lisci mosci, perché è quello che accomuna noi cinque designer dietro al progetto.
Il suo lavoro? Beh, ovviamente è una stagista non pagata (come molti dei nostri coetanei) in una testata giornalistica, e il suo compito quotidiano è quello di revisionare le bozze degli articoli da pubblicare. Una mole di lavoro esagerata, che la spinge a bere tanti – forse troppi – caffè, che di certo non aiutano il suo mal di stomaco.
Finisce sempre per leggere le bozze la sera tardi, sorseggiando Martini, dando sfogo al suo cinismo e al suo sarcasmo, scarabocchiando e scrivendo ciò che realmente pensa degli articoli che è costretta a correggere. É a partire dall’idea della “revisione bozze” che abbiamo sviluppato la nostra rivista, in cui gli articoli di attualità subiscono l’intervento ingombrante di Gastrite.
Quando e come nasce Gastrite?
Gastrite nasce come progetto universitario all’interno del Politecnico di Milano, nel laboratorio di Artefatti e Sistemi Complessi della Laurea Magistrale in Design della Comunicazione. Era l’inizio del primo lockdown e i professori hanno ben pensato di proporci un brief per l’ideazione di un prodotto editoriale in grado di interpretare il disagio attuale.
Sin da subito, guardandoci negli occhi attraverso le webcam, abbiamo deciso di interpretare il tema con l’obiettivo di dar voce a quelle situazioni quotidiane in cui non possiamo esprimere tutti i pensieri scomodi che ci passano per la mente, per via delle barriere imposte dal “politicamente corretto” o per buona educazione.
Tuttavia, il disagio esiste e non ha senso reprimere le emozioni, perché così facendo si rischiano pesanti bruciori di stomaco, fino alla gastrite perenne.
Il magazine dà sfogo a tutto questo: attraverso un approccio cinico e ironico riflettiamo su questioni attuali di vario genere, facendo satira su tutto e tutti senza troppi peli sulla lingua. Il nostro obiettivo è quello di far ridere i nostri lettori, che possono vedere Gastrite non soltanto come un magazine da leggere, ma come una confidente, un’amica. Questo è l’approccio che proponiamo, sperando che dalle risate possa nascere un pensiero critico.
Chi c’è dietro il progetto?
Cinque avventuriere del mal di stomaco: Betta, Eli, Fabi, Fra e Rosa. Cinque ragazze che, per una serie di fortunati eventi, si sono ritrovate con la rivista da loro progettata in mano (e ne siamo davvero entusiaste!). Alcune di noi già si conoscevano, altre si sono viste per la prima volta in video call. Eppure siamo state sulla stessa lunghezza d’onda fin dall’inizio: tutto è venuto quasi in automatico (con qualche diverbio qua e là, come è giusto che sia).
Proveniamo da realtà distanti e abbiamo interessi eterogenei, ma Gastrite è il nostro alter-ego, un personaggio che prende vita con le nostre illustrazioni e parole, ma che ha una sua autonomia. Anche quando facciamo altro, ci chiediamo sempre cosa penserebbe Gastrite e questo – nonostante la nostra organizzazione anarchica – ci permette di portare avanti il progetto con coerenza. Quindi, se vi state chiedendo chi fa cosa nella rivista, sappiate che Gastrite ha cinque personalità e che non rispettiamo mai i ruoli.
Per economia di parole, capiamo bene che avete scelto questo nome perché fosse una sola parola evocativa del significato della rivista. Ma perché proprio Gastrite e non Reflusso (gastroesofageo, s’intende) che rende meglio l’idea quasi di rigurgito?
La scelta del nome è stata una delle tematiche più discusse all’interno del gruppo. Volevamo che fosse un nome non troppo lungo, diretto, che attirasse l’attenzione e soprattutto che potesse diventare la personificazione della rivista. E cos’è meglio della stridente “Gastrite” per rappresentare tutto ciò? Da lei ci sentiamo più rappresentate, forse perché è donna, forse perché è cronica e infida, quando sta lì nascosta nello stomaco a tormentarci.
Il tutto era calato all’interno del contesto dei fastidi quotidiani e delle piccole intolleranze che si hanno nei confronti di determinate situazioni, quindi l’associazione era molto calzante. Il cugino “reflusso” sarebbe stato più polite e non molto azzeccato.
Nell’editoriale di apertura del numero 0 scrivete: “non importa quale pensiero negativo vi teniate per voi, noi lo troviamo, lo amplifichiamo e lo ribaltiamo fino a farvi capire quanto sia futile e banale”. Quindi potremmo definirvi una rivista che si chiama come un disturbo patologico, ma offre una soluzione terapeutica?
Esatto. E questo controsenso un po’ rappresenta il fatto che non ci imponiamo molti paletti. Gastrite è una soluzione terapeutica nel senso che può rappresentare una valvola di sfogo per i nostri lettori, o meglio una compagna con cui non sentirsi sol* nei disagi quotidiani. Stiamo lavorando anche per andare oltre il magazine spingendoci su altri canali e utilizzando altri strumenti, come le rubriche sul nostro profilo Instagram, per coinvolgere chi ha voglia di ridere delle scomodità di ogni giorno.
In che modo “guarite” i cervelli? Con quali contenuti e modalità?
Non guariamo tanto i cervelli, quanto gli stomaci. Non parliamo di argomenti intellettuali e pettinati: con Gastrite parliamo di tutte quelle cose che ci danno fastidio, che quando non vengono espresse ci logorano e ci scavano dentro. E si sa che quanto più si rimugina su qualcosa, tanto più questa diventa enorme nonostante, fondamentalmente, sia solo una minuscola cavolata.
E quindi perché non scriverne e ironizzarci sopra?! Siamo tutti accomunati da piccoli fastidi verso il mondo: tanto vale esternarli e capire da subito che i problemi sono ben altri (…forse) e soprattutto che “è meglio una risata piuttosto di mille mal di pancia”.
Secondo voi esiste dunque un’ipocondria socio-mentale? Di cosa abbiamo paura di ammalarci socialmente e storicamente parlando?
Noi crediamo che in una società in cui da una parte abbiamo forti lasciti psicologici dovuti dalla pandemia, e dall’altra c’è una costante e sfrenata ricerca della perfezione (sia fisica sia sociale) nel mondo dei social media, ci sia la forte possibilità di “ammalarsi”. Dove con il termine ammalarsi intendiamo il ricadere nell’ansia da prestazione di essere sempre impeccabili, sempre curati, sempre informati, con il disperato bisogno di assecondare l’immagine che pensiamo gli altri abbiano di noi. È un momento storicamente e socialmente difficile, pieno di incertezza e preoccupazione, ed è proprio qui che speriamo Gastrite possa dare una mano ai suoi lettori, attraverso la sua ironia, irriverenza e spensieratezza.
Che tiratura e distribuzione ha Gastrite?
Gastrite è diventata realtà grazie a Morsi Editore, officina editoriale indipendente di Torino, che ha creduto nel nostro progetto sin dall’inizio. Morsi si occupa della vendita e della distribuzione del nostro magazine, che può essere facilmente ordinato da PayPal attraverso il link in bio di @gastrite.magazine e @morsi_editore. La prima tiratura è di 100 copie e varierà in base alla domanda di acquisto che riceveremo per questo numero e quelli a venire. Per quanto riguarda la stampa abbiamo scelto di collaborare con Inchiostro Puro, stamperia di Torino, che si è occupata della stampa del Numero Zero di Gastrite e di una piccola sorpresina che riceverà chiunque abbia ordinato Gastrite prima del 29 maggio.
Chi sono i lettori di Gastrite?
Mettiamo subito le mani avanti: noi specifichiamo già nella nostra bio di Instagram che Gastrite è politicamente scorretta, e le nostre battute non vanno prese sul personale.
I nostri lettori non possono quindi che essere persone un po’ sprezzanti come noi che amano la satira, che si riconoscono nei nostri articoli e accettano le loro stranezze. In Gastrite non c’è sicuramente spazio per gli haters con poco umorismo, anche perché noi non abbiamo sbatti di fare polemica con nessuno.
Fate un appello a chi non conosce Gastrite per invitarli a leggerla.
Gastrite è un contenitore di articoli irriverenti, scarabocchi dissacranti, opinioni scomode, storie vere di disagio come quella volta che Gastrite ha fatto yoga con un gruppo di pazze invasate ed è tornata a casa incazzata nera, collaborazioni con artisti emergenti figherrimi, rubriche insolenti e per chiudere in bellezza un quizzone finale per capire che ulcera avrai da grande con l’inconsapevole sponsor Gerry Scotti. Vuoi dare voce al tuo cinismo, sfogare i tuoi fastidi e ridere un po’? Se sì, Gastrite è la rivista che cerchi.
Ora fate un appello a chi ha già letto un numero, ma ha abbandonato la lettura dei successivi: convinceteli a tornare.
Come dice Venditti, “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Quindi ecco, noi capiamo che dopo il primo numero avevi bisogno di una pausa, perché siamo assillanti e siamo acide. Ma adesso basta con queste pause di riflessione che non ci crede nessuno. Torna subito indietro ed evita brutte figure, dai.
C’era bisogno di un’ennesima rivista?
No, ma c’è sempre bisogno di un pizzico di irriverenza e (auto)ironia nella vita. Non vogliamo offrire una rivista nel senso tradizionale del termine, ma un prodotto editoriale con cui condividere uno stile di vita.
Gastrite non è fatta solo per essere letta: puoi interagirci scarabocchiandola o puoi sfilare le tue pagine preferite e appenderle nella tua cameretta arredata male!
Se poi vuoi condividerlo con noi, mandandoci delle foto in dm o taggandoci nelle storie di Instagram con il profilo @gastrite.magazine o ancora scrivendo al numero 349 123456789101112131416, un nostro operatore ti risponderà nel giro di due giorni o forse mai.
Cosa non vi ho chiesto che volevate dirmi?
Sì, due cose.
In tutti i nostri numeri abbiamo previsto di collaborare con altre menti perverse come le nostre: Morsi Editore in primis, e gli artisti che contribuiranno con contenuti esterni. Nel Numero Zero abbiamo avuto la fortuna di lavorare con degli artisti fenomenali che hanno background molto diversi fra loro. Nel magazine ne troverete ben 16 che narreranno degli episodi in linea con il tema del numero: la salute. In questo numero abbiamo anche avuto l’occasione di scrivere un articolo “piccante” a quattro mani (in realtà forse erano sedici) con Wovo Store. Amiamo molto avere la possibilità di incontrare persone con la nostra stessa visione del mondo, soprattutto se sono anche molto talentuosi!
E infine: hai ordinato Gastrite? We are watching you.
a cura di Antonella Dilorenzo