Crack, rivista letteraria. La storia raccontata dai redattori

 Crack, rivista letteraria. La storia raccontata dai redattori

Parola d’ordine: rompere. Crack nasce così, da una rottura (parte della redazione di Carie un giorno decide di fondare una nuova realtà) ed è questo lo spirito e la linea editoriale che adottano per le pubblicazioni. Ma com’è nata questa rivista e chi c’è dietro? Ce lo raccontano i loro redattori.

Che cosa è Crack?
Crack è una rivista letteraria gratuita che offre ai lettori sia racconti sia rubriche che trattano temi legati al mondo editoriale. Ad esempio interviste a librai e a case editrici indipendenti o la rubrica “Tutto fa” che dà consigli su come scrivere meglio.

Come mai avete scelto questo nome?
Perché volevamo rompere un po’ di cose tra cui la noia. Innanzi tutto dovevamo andare in discontinuità con la rivista Carie che abbiamo co-fondato e da cui ci siamo staccati, ma più in generale volevamo rompere il gesso che spesso imprigiona le riviste letterarie rendendole poco appetibili al pubblico generalista. Ecco noi vogliamo che i lettori si divertano, si stupiscano e si sentano a loro agio quando aprono CRACK. Ci piace pensare che l’impostazione poco formale, dai contenuti alla grafica, attiri le persone e le avvicini alla lettura.

Che tipo di racconti pubblicate?
Belli e brevi. Non abbiamo nessuna preclusione sul genere ma sulla lunghezza e sulla qualità sì.

Com’è nata questa rivista?
Come dicevamo è nata da una scissione. Tre redattori e un grafico erano già in Carie e quando abbiamo avuto divergenze di pensiero, noi separatisti non volendo “clonare” la precedente rivista, ci siamo riorganizzati su un progetto diverso tirando a bordo l’art director, il comitato di lettura e le varie collaborazioni.

Chi c’è dietro Crack?
Massima trasparenza: abbiamo la pagina “Chi siamo” del sito con le biografie di tutti. In breve siamo: 3 redattori, 1 art director (Roberto), 1 grafico (è una donna, Orietta, si deve dire grafica?), 4 lettori, e 3 o 4 collaboratori quasi fissi, nel senso che hanno una rubrica e, se hanno tempo e idee, mandano un pezzo se no passano al numero dopo.

Crack Rivista- logo

Siete in tanti, come riuscite a conciliarvi sulle scelte di pubblicazione, ad esempio?
Siamo il numero giusto e riusciamo a trovarci con una buona regolarità, cerchiamo di non far passare mai più di un mese tra le riunioni di redazione ma se riusciamo facciamo anche prima. Sulle scelte di pubblicazione c’è da dire che pur essendo molto diversi tra noi abbiamo una buona sintonia perciò riusciamo sempre a trovare un accordo.

Qual è l’iter di pubblicazione di un racconto, dalla ricezione alla pubblicazione?

Step 1 – Il racconto arriva in email e viene caricato in un’area comune che lo rende accessibile ai lettori crakkati attraverso un foglio dati. Ogni redattore e lettore ha un suo foglio personale su cui indica il suo voto (da 0 a 10) valutando gli aspetti: trama, scrittura, “pancia” (emozioni provate). Poi con qualche semplice formula i voti di tutti vengono sommati in un foglio di riepilogo che mostra la medie totale e quella per categoria di ciascun racconto.

Step 2 – I 3 redattori si trovano e decidono quali racconti tenere e quali no. Ultimamente abbiamo una qualità talmente alta da dover rifiutare anche scritti molto belli ma la scelta di stampare ha questo lato negativo: si deve stare in un numero dato di pagine.

Step 3 – I racconti approvati vengono riletti con attenzione e, se necessarie, vengono proposte piccole modifiche agli autori con cui ci piace avere uno scambio di idee.

Step 4 – la redazione sceglie come comporre il numero cercando di offrire la maggiore varietà possibile di tematiche e di stare nel numero di pagine indicato dai grafici (parte difficilissima).

Step 5 – I grafici lavorano (tanto) per fare l’impaginato e dopo due o tre giri di bozze finalmente si stampa.
A corollario di tutti i passaggi c’è anche una fitta corrispondenza con gli autori che vengono tenuti informati in tempo quasi reale di cosa stia succedendo al loro racconto.

Come deve essere un racconto per essere pubblicato su Crack?

Bello e breve (massimo 15000 battute spazi inclusi), se poi riesce anche a “rompere” qualche schema (vuoi con il tema trattato o con la scrittura) ci piace di sicuro molto di più. Diciamo che a parità di gradimento un racconto di rottura viene preferito rispetto a uno più “classico”.

Cosa rappresenta per voi Crack dato che non è né un lavoro né una fonte di lucro?

L’hobby più faticoso e gratificante che si potesse trovare.

Uno dei racconti più belli che avete pubblicato? Raccontateci brevemente la storia.

Ah! Non si chiede MAI se si vuole più bene alla mamma o al papà. Belli tutti, bellissimi molti però ciascuno di noi ha un preferito.
Andrea: facciamo così vi dico il racconto che più mi ha fatto ridere. È un racconto che ancora deve essere pubblicato, quindi seguiteci per scoprirlo.
Giorgio: cavolo, credo che il mio racconto preferito sia proprio quello che è piaciuto anche ad Andrea. E a Manuela invece, quale è piaciuto di più?
Manuela: quello che troverò domani in posta e mi saprà stupire.

Suggerite ai nostri lettori tre riviste letterarie indipendenti da tenere d’occhio e perché.

Solo tre? Allora te ne diciamo una per ogni redattore, rimandando tutti alla pagina del nostro sito “Chi legge CRACK legge”  che elenca un buon numero di riviste italiane.
Andrea: “Ossì”, per sapere perché, andate a darci un’occhiata.
Giorgio: a me piace tanto “Lunario”. Belle scelte editoriali, bravi gli autori, oculati i redattori.
Manuela: ho una simpatia totale per “Donne Difettose” che hanno il coraggio di parlare di donne che scrivono. Contro tutti i pregiudizi.

Ci indicate 3 libri usciti nel 2019 che suggerite ai nostri lettori da leggere assolutamente?

Anche in questo caso è meglio che ciascuno parli per sé perché abbiamo gusti letterari molto diversi.
Andrea: per rimanere sui racconti, sapendo in anticipo che Manuela risponderà “Stato di famiglia”, vi consiglio “Vietato calpestare le rovine” di Andrea Appetito, Effigie.
Giorgio: pure io rimango sui racconti e scelgo “La gente non esiste” di Paolo Zardi, Neo. Edizioni.
Manuela: vado in continuità sui racconti: “Stato di famiglia”, Alessandro Zannoni, Arkadia. Una raccolta che avrebbe preso tutti 10 anche nella categoria “pancia” anzi forse per questi racconti andrebbe rinominata: “calci nella pancia”.

Foto di apertura: Redazione di Crack – Foto Franco Turcati © 2019

Antonella Dilorenzo

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