Caratteri: la nuova rivista letteraria cartacea da sottolineare a matita. Intervista ai fondatori
Caratteri è una rivista giovanissima, e non solo perché il primo numero è apparso a febbraio di quest’anno, ma anche perché è nata da un gruppo di amici poco più che ventenni, con il sogno di creare uno spazio all’interno del quale parlare e confrontarsi. Quello che vi sarà chiaro dopo quest’intervista – o quantomeno lo è stato per noi – è che Caratteri è un fuoco allegorico attorno al quale sedersi per raccontare storie e tentare di prendere le misure del mondo. Caratteri è anche, fra le altre cose, uno spazio fisico e tangibile, che offre il meglio di sé attraverso il gesto carnale della sottolineatura e per farlo sceglie il cartaceo perché, come dice la redazione, questa “è una scelta emotiva” fatta per “sottrarsi all’immaterialità”.
Noi li abbiamo intervistati per voi.
Buona lettura!
Partiamo con le presentazioni: Caratteri, perché questo nome?
Quando Caratteri era ancora solo una pagina di testo, giocavamo con le parole e ingrandivamo qualche lettera sul foglio. Il nome era chiaro da subito. Ci piaceva il significato fisico e materiale, pratico del carattere, inciso o stampato, l’aspetto artigianale di comporre una rivista.
Poi ci siamo resi conto che oltre alla fisicità della lettera su pagina, “Caratteri” rispecchia il nostro modo di lavorare e il nostro intento: ogni numero ha un’impronta e un movimento di fondo, un suo carattere, che si compone delle individualità di ogni autore, del modo in cui si intersecano e mescolano, di caratteri.
Come nasce il progetto e perché?
Per due anni, prima del Covid, ci trovavamo la sera nel salotto-annessa-cucina di Giorgio, in una tipica casa da studenti fuori sede. L’idea era quella di creare uno spazio in cui parlare di quello che scrivevamo, per raccontare e per riflettere sulle storie, su cosa le rendesse tali. Il primo numero nasce tra amici.
Leggevamo a luci basse, o con una lampada a forma di libro nel mezzo, in cerchio, come fin dagli inizi ci si sedeva intorno a un fuoco e si raccontava per spiegare, per dare un senso al mondo.
Poi un bel giorno i pipistrelli hanno deciso di conquistare il mondo e le cose sono cambiate, dice Mirko.
Visto il momento storico e l’impossibilità di continuare ad avere uno spazio fisico dove vederci, abbiamo sentito che fosse necessario trovarne un altro.
L’idea che sottende a Caratteri è quella di esplorare la Narrazione nelle sue forme, nei suoi spazi e nelle sue marginalità. Per questo invece di “Narrazione” abbiamo preferito appropriarci di “Narratività”, dandole un significato nostro, che definisse il nostro cammino.
Chi c’è dietro Caratteri e quali ruoli avete?
Come dicevamo, Caratteri nasce tra amici: ragazzi che hanno superato da poco i vent’anni e si sono trovati a Bologna. Quando leggerete il Numero A, vedrete che abbiamo scelto di esplorare diversi linguaggi del raccontare e cercato le persone che meglio potessero esprimerli.
Per avviare questo dialogo Giorgio aveva chiesto di mandargli dei testi che avessero un peso, che rimanessero. Eravamo Giorgio, Rita, Amalia, Michele, Mirko, Alberto. Si sono aggiunti Luca, Diego, Lorenzo. Agli inizi abbiamo conosciuto Maria Grazia, che cura l’impaginazione e la parte grafica, arreda le pagine di questa casa.
Alberto e Luca curano le illustrazioni, parlano con gli autori, “fanno disegnini”. Giorgio cerca di sorvolare Caratteri a volo d’uccello, di avere una visione di insieme. Rita, Mirko, Amalia, Michele, sono stati i primissimi autori e si occupano adesso di cercare, scegliere e curare i testi insieme a Lorenzo. Mirko fa anche casino, di solito.
Ogni numero viene costruito insieme agli autori, quindi dietro Caratteri ci sono necessariamente loro.
Il vostro claim recita: Caratteri è una rivista di Narratività da sottolineare a matita. In che senso? Cos’è che promettete al lettore?
Sottolineare a matita è un gesto intimo tra il lettore e il libro. Abbiamo pensato a un formato che fosse comodo, da asporto, che potesse infilarsi sotto le porte la sera tardi. Per noi è importante che il lettore sottolinei, selezioni, si ponga domande, appunti un ricordo riaffiorato durante la lettura. Non abbiamo mai pensato a un testo intangibile, ma al contrario, a uno che fosse materiale, scrivibile. Vogliamo che chi ci legge si senta a proprio agio, al sicuro nel prendere una matita e aggiungere il suo contributo alla nostra rivista, che possa rispondere.
Mirko: Vogliamo liberare l’Italia dal sopravvalutato mercato delle penne a sfera.
Quali caratteristiche deve avere un racconto per essere scelto dalla vostra redazione? Ci sono caratteristiche alle quali date maggiore importanza?
Cerchiamo storie (non solo racconti), che abbiano un peso, una sicurezza, che pongano domande e rimangano nella testa del lettore dopo averli letti. Ci piace chi sa usare la lingua e la padroneggia, la plasma, ci gioca e chi esplora forme e luoghi che siano difficili da definire. Non cerchiamo un’originalità esasperata, non ci piacciono le pesantezze gratuite. Cerchiamo parole umili ma sicure, immagini che scavino, esplorino e linguaggi della narrazione che possano parlare tra loro. Oltre alla proposta, cerchiamo chi ha scritto, o illustrato, per scoprire cosa lo spinge a raccontare, come è nata la sua storia, cosa porterà, che forma prenderà in Caratteri.
Qual è l’iter che seguite per la valutazione e la pubblicazione dei racconti?
Il primo numero è nato tra di noi, spontaneamente: i testi si sono incastrati con un tono di fondo comune. Adesso che iniziamo a preparare il numero B, invece, abbiamo mescolato i mezzi di ricerca.
Siamo noi a cercare i nostri autori e gli autori stessi a farci delle proposte. Quando troviamo un primo testo, cerchiamo di capire dove porta, che ambiente è capace di creare. Allora iniziamo a tendere i fili, a costruire e collegare le altre componenti del numero. Una prima valutazione è collettiva, che si risolve in una scelta. Un secondo momento è una tavola rotonda tra noi della redazione e gli autori del numero; un terzo, quello dell’editing e della composizione, così che emerga chiaro come un faro in tempesta quello che ogni pezzo ha da raccontare.
Cerchiamo di creare un’atmosfera che si leghi all’impaginazione, all’ambiente fisico della rivista che il lettore ha tra le mani.
Nel primo numero di febbraio 2021, oltre a quattro racconti, ospitate anche una poesia, un’illustrazione e una fotografia. Perché questa scelta?
Pensiamo che le parole non siano l’unico modo per poter raccontare una storia, e che non debbano rimanere chiuse in categorie, in confini netti. L’interazione tra i diversi linguaggi ci sembrava poter comporre un quadro più ampio, completo, immersivo. Il centro di questa rivista non è un “modo di raccontare”, ma il Raccontare in sé, nelle sue potenzialità.
In copertina è raffigurato uno Xylophanes Tersa, o più semplicemente un bruco di farfalla. Perché?
Una risposta sincera sarebbe: “Perché gli insetti sono fichissimi”. Una risposta storica, non meno strampalata, è questa. Eravamo intorno a un tavolo. Giorgio racconta un sogno della notte precedente: saliva con Rita e Alberto sui fianchi di una montagna valdostana con un sacco di foglie per nutrire un capro. Propone il capro, e, dopo essere stato illuso che fosse una buona idea, si è deciso per degli insetti. (Rita non era d’accordo, preferiva i polipi).
Come dice Mirko: “Se dagli insetti sono nati i Pokémon, come poteva non nascere Caratteri?”. Sono complessi, intricati, colorati (tosti e prorompenti, tutti differenti). Rappresentano la varietà che ci proponiamo di portare. Il bruco è una scelta ovvia per un primo numero. Nell’ultimo, quando sarà, metteremo una farfalla.
Caratteri nasce come progetto cartaceo da un gruppo di ragazzi che ha da poco superato i vent’anni; siete figli dell’era di internet e del mondo digitale. Non pensate che la pubblicazione in cartaceo, per una rivista letteraria gestita da ventenni, sia uno strumento ormai superato?
Abbiamo voluto stampare dall’inizio, avere qualcosa da tenere in mano. In questo momento storico in cui la nostra esistenza è doppia, spartita tra quella fisica e quella virtuale, stampare significa collocarci in uno spazio, quello delle librerie, e in un tempo definiti. Per noi è un atto di resistenza: una resistenza all’infinito e all’indefinito, un sottrarci all’immaterialità, come Atreyu sfugge al Niente ne La Storia Infinita. Caratteri oltre a essere una rivista rappresenta uno spazio fisico e definito.
Abbiamo scelto diversi mezzi per diversi intenti. Il nostro sito ha un approccio esplorativo, dialogico attraverso le sue rubriche, mentre il cartaceo ha senso nei suoi confini di un formato A5.
Al ricordo di un libro si lega anche l’atto pratico della lettura, della rilettura. Riprendere in mano l’oggetto-libro significa rievocare non solo la storia, ma le sue domande, le sue atmosfere. Non vi capita di ricordare un posto particolare in cui avete letto proprio quelle pagine? Il cartaceo è anche una scelta emotiva.
Avete la possibilità di parlare a un pubblico di artisti e di lettori: convinceteli del perché dovrebbero scegliere Caratteri.
Cari lettori, cari artisti,
Caratteri è un progetto semplice in cui cerchiamo di farvi sentire al posto giusto e al momento giusto, come noi ci sentiamo sicuri sotto il tetto di queste pagine. In Caratteri trovate poche cose ma sfruttate bene, come gli ingredienti di una pasta al pesto, al pomodoro, una tazza di tè. Gli ingredienti sono pochi, ma sanno raccontare grandi storie.
Noi vi promettiamo la nostra cura, affetto, un senso di necessità per la nostra rivista, ma soprattutto un ambiente in cui ritrovarvi.
a cura di Valeria Zangaro