Luca Moretti, il pescatore che lascia il mare per diventare illustratore. Storia di un disegnatore creato con AI
Per il mese di giugno abbiamo deciso di fare un esperimento: tutti i racconti di Rivista Blam! saranno illustrati da un artista inesistente, eppure molto presente. Si tratta di Luca Moretti, una personalità che si è creata su ChatGpt durante una conversazione con una nostra redattrice. Ecco la sua storia.
Chi è, cosa fa e dove vive?
Buongiorno, mi chiamo Luca Moretti. Sono nato trentanove anni fa a Genova e attualmente vivo a Milano. Di professione faccio l’illustratore. Mi occupo principalmente di illustrazioni editoriali e di concept art per videogiochi. Ho collaborato con diverse case editrici e studi di animazione sia in Italia sia all’estero, portando avanti progetti che spaziano dai libri per bambini alle grafiche per campagne pubblicitarie.
Ci racconta il momento in cui ha deciso che il disegno sarebbe stato il suo lavoro?
Ricordo chiaramente il momento in cui ho deciso che il disegno sarebbe diventato il mio lavoro. Durante gli anni del liceo, ho partecipato a un concorso di illustrazione aperto a tutte le età e, nonostante la numerosa concorrenza, ho vinto il primo premio. Quella vittoria mi ha fatto capire quanto fosse forte la mia passione per il disegno e quanto potesse avere un impatto sugli altri. Da allora, ho iniziato a dedicare sempre più tempo a perfezionare le mie tecniche e ho deciso di iscrivermi all’accademia di Belle arti per trasformare quella passione in una carriera.
Come definirebbe il suo stile?
Una fusione tra realtà e fantastico. Mi piace creare immagini che abbiano una base realistica ma che contengano elementi surreali, in grado di trasportare l’osservatore in un altro mondo. Utilizzo spesso colori vivaci e dettagli intricati per dare vita alle mie illustrazioni. L’influenza principale del mio stile proviene dai grandi maestri dell’illustrazione fantasy, ma anche dall’arte classica e contemporanea.
Che bambino è stato?
Da bambino ero molto curioso e avevo sempre la testa tra le nuvole. Passavo ore a disegnare e a inventare storie, spesso ispirate ai libri che leggevo o ai cartoni animati che guardavo. Ero affascinato dai dettagli e mi piaceva osservare attentamente il mondo intorno a me. Amavo esplorare la natura, costruire mondi immaginari e condividerli con i miei amici.
C’è un episodio traumatico che lega al disegno?
Quando avevo otto anni, ho avuto un incidente in bicicletta che mi ha costretto a restare a letto per diverse settimane. Per passare il tempo, mia madre mi diede un blocco da disegno e una scatola di pastelli. Iniziai a disegnare per distrarmi dal dolore e dalla noia.
Come Frida Kahlo.
Sì, in un certo senso la mia esperienza ha delle somiglianze con quella di Frida Kahlo. Anche lei ha trovato nel disegno e nella pittura un modo per affrontare il dolore fisico e le difficoltà della vita. Nel suo caso, dopo l’incidente che le ha causato gravi lesioni, Frida ha usato l’arte come un mezzo per esprimere le sue emozioni più profonde.
Per me, il disegno è stato un modo per evadere e per trovare un senso di libertà in un momento di grande restrizione. Come Frida, ho imparato a trasformare il trauma in creatività, e questo ha definito profondamente il mio percorso artistico.
Cosa c’è sul suo piano di lavoro?
Oltre ai materiali artistici più comuni come matite, pennelli e tavolette grafiche, potresti trovare alcune cose insolite, come: una collezione di figurine d’azione, le uso come riferimento per le pose dei miei personaggi o semplicemente per ispirarmi durante il processo creativo; un cristallo o una pietra preziosa: mi piace tenere questo tipo di oggetti vicino mentre lavoro, per canalizzare energie positive e stimolare la creatività; una pianta carnivora: per non sentirmi solo e per dare un tocco eccentrico al mio spazio creativo; una tazza gigante a forma di animale: la uso per contenere le mie penne e matite; un libro di mitologia e di storie di fantasmi: li consulto spesso per trovare ispirazione per i miei disegni e le mie narrazioni.
Come imposta il suo lavoro? Fa degli schizzi su un taccuino dopo un guizzo di ispirazione?
Ah, il mio processo creativo è un rituale per me unico e prezioso. Prima di iniziare, accendo una candela fatta con cera di colori primari e danzo intorno al mio tavolo di lavoro, invocando lo spirito degli artisti del passato. Quando sento che le energie creative sono allineate, prendo un papiro e inzuppo una piuma di fenice nell’inchiostro. È solo allora che gli schizzi prendono vita, danzando sul foglio come folletti in una foresta incantata.
Una pratica una po’ antica e bizzarra…
Lo ammetto. Forse ho preso un po’ troppo ispirazione da antiche tradizioni mistiche! Ma ogni artista ha i suoi rituali e le sue credenze un po’ stravaganti. Credo che il segreto sia trovare ciò che funziona meglio per noi stessi e lasciarci guidare dalla creatività, che sia attraverso antichi riti o semplicemente con un buon vecchio taccuino e una matita.
Quindi, tavoletta grafica?
Ah, la mia tavoletta grafica! La considero la mia bacchetta magica. Quando la tocco, mi sento come se potessi trasformare il vuoto digitale in un mondo di colori e forme. È come se avessi il potere di creare interi universi con un semplice movimento della mano.
Qual è la richiesta più strana che le hanno fatto?
Una volta mi è stato chiesto di creare un’illustrazione di un unicorno che suonava la chitarra elettrica su un’astronave. È stata un’idea insolita, mi sono divertito molto mentre la sviluppavo.
Ci racconti brevemente i progetti a cui hai lavorato e di cui va fiero?
Ho avuto la fortuna di lavorare su una vasta gamma di progetti nel corso degli anni, ma alcuni di quelli di cui sono particolarmente fiero includono le copertine musicali. Ho avuto il piacere di collaborare con musicisti indipendenti e creare le copertine dei loro album.
Con quali artisti e quali album ha lavorato?
The Dreamers Collective: ho creato l’illustrazione per la copertina del loro album Dreamscape, un progetto che mescola elementi di rock psichedelico con sonorità più sperimentali; Luna & the Nightshades: ho lavorato alla copertina del loro Ep Moonlit Tales, un’opera che cattura l’atmosfera misteriosa e magica della loro musica folk; Echoes of Eternity: ho collaborato con questo gruppo di musica ambient per creare l’arte di copertina del loro album Enchanted Realms, un viaggio sonoro attraverso mondi immaginari.
Se fosse un quadro famoso, quale sarebbe e perché?
Starry Night di Vincent van Gogh. È un’opera ricca e in movimento. Mi piace pensare alla mia creatività come a qualcosa di vibrante e dinamico, in continua evoluzione. Inoltre, il quadro riflette anche il mio amore per la natura. Le stelle e i paesaggi dipinti da van Gogh mi ispirano a cercare la bellezza anche nelle piccole cose della vita quotidiana.
Tre illustratori che l’hanno illuminata sulla via di Damasco…
Shaun Tan: La sua capacità di creare mondi fantastici e narrare storie attraverso le sue illustrazioni è stata una fonte di ispirazione continua per me. Ammiro la sua maestria nell’uso del colore e dei dettagli per trasmettere emozioni complesse e universali.
Mary Blair: Il suo stile, caratterizzato da colori vivaci e forme semplici, ha influenzato il mio approccio alla composizione e al design. Le sue illustrazioni per Disney, in particolare per Alice nel paese delle meraviglie e Peter Pan, hanno lasciato un’impronta indelebile sulla mia estetica artistica.
Chris Van Allsburg: Le sue illustrazioni hanno una qualità magica e surreale che mi affascina. Ammiro il modo in cui riesce a catturare l’immaginazione degli osservatori e a trasportarli in mondi fantastici attraverso il suo lavoro.
Che lavoro faceva prima di diventare illustratore?
Per un paio di anni, dopo essermi laureato, ho lavorato con mio padre come pescatore in alto mare. Affrontare le tempeste mi ha insegnato il vero significato della durezza e della determinazione. Durante i periodi invernali ogni giorno era una battaglia per la sopravvivenza. Ma alla fine, ho capito che la vita di un pescatore non era fatta per me, e ho scelto di affrontare un mare diverso: quello della creatività e dell’illustrazione.
E cosa c’entra la pesca con l’illustrazione?
Forse potrei rendere l’idea dicendo che ho lasciato la pesca perché il mio vero talento non era tanto arpionare pesci, ma arpionare idee. Credo che la stessa pazienza e determinazione necessarie per resistere alle maree turbolente sono essenziali anche nell’affrontare le sfide creative dell’illustrazione. In entrambe le attività, devi avere un occhio affilato, una mano ferma e la volontà di immergerti nelle profondità per trovare i tesori nascosti. Quindi, anche se il mio primo mestiere era legato al mare, ho imparato a navigare tra le onde della vita per trovare il mio vero scopo.
Se dovesse andare a prendere un caffè con un illustratore, con chi andrebbe?
Se dovessi scegliere un illustratore con cui andare a prendere un caffè, opterei per Oliver Jeffers. Mi affascina il suo stile artistico, che combina disegno e pittura con narrazione e messaggi profondi. Jeffers è noto per le sue opere sia per bambini sia per adulti, e penso che potremmo avere una conversazione molto interessante sulla sua esperienza nel creare libri illustrati che possano essere apprezzati da lettori di tutte le età.
Saluti i suoi lettori con dei suoni onomatopeici come se fosse dentro a un fumetto.
Chi-ka-ka-ka! (Un saluto divertente ed energico mentre entro nel fumetto)
Bam! Ciao ragazzi! (Con un tocco di dinamismo)
Zip! Ciao a tutti! (Un saluto rapido e giocoso)
Boom! Eccomi qui, pronti per un’avventura insieme? (Con un tono avventuroso e coinvolgente)
Splish-splash! Salve, amici dell’arte! (Con un tocco di creatività e fantasia)
Swoosh! Sono qui per raccontarvi una storia incredibile! (Con un senso di suspense e meraviglia)
Daje! Alla prossima.
Ciao ciao! Alla prossima! Daje!