Ilaria Clari: l’illustratrice che su Instagram ci fa ridere (tanto) e riflettere (parecchio). Intervista
Se in questi giorni di quarantena avete passato più tempo su Instagram che a fare altro di interessante, lo capiamo. E magari, tra i vostri scroll e saltelli tra un hashtag e l’altro vi è capitato di scoprire l’esilarante intelligenza illustrata di Ilaria Clari, l’illustratrice che sul social ci diverte con le sue frasi (e vignette) ad effetto.
Come queste:
Se non vi è capitato andate sul suo profilo, ma prima conoscetela attraverso la nostra intervista.
Chi sei?
Ciao sono Ilaria Clari!
Se leggi le poche righe di presentazione sulla mia pagina Instagram c’è scritto: “l’appartenenza è un concetto che non m’appartiene”. Questo per dire che non posso né so definirmi con esattezza. A volte mi sento più illustratrice, altre acquerellista, poi fumettista e altre volte “scrittrice di frasi stupide”. Una risposta univoca è molto complessa.
Cosa fai e dove vivi?
Vivo a Torino, ho un lavoro a Torino che non c’entra niente con l’arte, e nel tempo libero mi dedico a questa passione.
Com’è il tuo rapporto con l’attività di illustrazione?
Non essendo l’illustrazione la mia principale attività devo dirti che non ho una giornata tipo. Mi ci dedico quando ho tempo e, soprattutto, voglia. Cerco di darmi meno scadenze possibili in modo che possa restare sempre nell’ambito del ludico.
Anzi, per assurdo, quando ho tanto tempo a disposizione tendo a “perderlo” e a essere poco produttiva, mentre quando ho poco tempo divento più attiva. Se non avessi un lavoro che mi permette di entrare in questo vortice, con molta probabilità in questo momento sarei ferma con le mani in mano a dirmi “ho tempo, lo faccio più tardi”.
Quali sono le tecniche che preferisci utilizzare e perché?
La tecnica che preferisco è in assoluto l’acquerello. Racchiude in sé molta poesia, luce e acqua. Tra tutte le tecniche è la più sincera, non permette margine di errore, non puoi cancellare, non puoi coprire, spesso decide lei dove portarti e la tua mano è un banale vettore. Non ha mezze misure: o è bello o è brutto. Fine.
Quando finisci una vignetta ti gasa di più il disegno o la battuta sarcastica che ti viene fuori?
Se parliamo di vignette la risposta è assolutamente la seconda. Mi gasa di più la battuta. Un fumetto può essere tecnicamente perfetto, stilisticamente impeccabile e tante altre belle cose, ma se non è sorretto da una frase forte, intelligente o divertente, secondo me, diventa banale.
Come definiresti il tuo stile?
Mi cogli impreparata come nella prima domanda, non saprei definirlo. Lascio a voi il compito! 🙂
Com’è il tuo tavolo da lavoro? Sporco? Ordinato? Pulito? Incasinato?
Il tavolo è ordinato e pulito. Il tavolo… ma il resto è caos totale.
Com’è il tuo rapporto con Instagram?
Ho un buon rapporto, tra tutti è il mio social preferito. Poco spazio all’opinione e tanto all’immagine. Lo trovo facile e intuitivo.
Scopro sempre un sacco di cose belle e interessanti, mi piace. In più la visibilità maggiore me l’ha data proprio Instagram che tiene viva la mia voglia di creare immagini da condividere per e con i miei follower.
E com’è il tuo rapporto con loro?
Li amo tutti. Mi scrivono sempre un sacco di messaggi positivi in cui mi ringraziano per le cose che dico/scrivo/disegno, ma ci tengo a precisare che tutto è reciproco: è un dare e avere che manda avanti tutto.
Qual è la richiesta più strana che ti hanno fatto?
Richiesta strane non mi vengono in mente, ma una cosa che mi ha resa davvero incredula è stata una ragazza che si è fatta tatuare un mio disegno sul braccio e mi ha mandato una foto su Instagram per farmelo vedere.
A quali progetti stai lavorando adesso?
Nessun progetto all’orizzonte, ma vorrei provare ad utilizzare la ceramica.
Ci dici i tuoi illustratori preferiti e perché restano tali?
In assoluto quelli a cui sono maggiormente affezionata sono Quentin Blake e Beatrix Potter perché entrambi hanno nutrito la mia infanzia con i loro disegni.
Il tratto di Quentin Blake da piccola non lo capivo fino in fondo, ma mi attraeva: la velocità del segno, le figure lunghe e movimentate, i nasi ma soprattutto le espressioni. Insomma, ora ho capito che va oltre la semplice illustrazione per bambini. In Beatrix Potter trovavo un rifugio sicuro, entravo completamente nei suoi disegni e vivevo nei suoi tronchi d’albero sezionati. Aveva un potere su di me ultraterreno.
Se il momento storico italiano che stiamo vivendo fosse un animale come lo rappresenteresti?
Disegneri Falkor, il fortunadrago per salirci sopra e scappare.
a cura di Antonella Dilorenzo
Scopri il profilo di Ilaria Clari su Instagram!