Francesca Vitolo, l’illustratrice che disegna sui tovaglioli. Ecco chi è

 Francesca Vitolo, l’illustratrice che disegna sui tovaglioli. Ecco chi è

Le sue illustrazioni sono immersive: guardarle è come entrare in un mondo parallelo pieno di colori pastello da cui è difficile uscire. Ha illustrato per Rivista Blam! in passato e ora torna a farlo per tutti i racconti di settembre. Ecco chi è Francesca Vitolo.

Chi è, cosa fa e dove vive.

Mi chiamo Francesca Vitolo, faccio l’illustratrice e vivo a Sanremo. Attualmente sto lavorando a un albo illustrato scritto da me.

Ci racconta il momento in cui ha deciso che il disegno sarebbe stato il suo lavoro?

Fin da piccola ho sempre amato disegnare, e ogni volta che visitavo mostre o sfogliavo riviste d’arte, ne rimanevo profondamente colpita. Nonostante avessi intrapreso gli studi di Giurisprudenza, ciò che desideravo veramente era illustrare libri.

Come definirebbe il suo stile?

Definirei il mio stile allegro e bizzarro. Le mie illustrazioni hanno un tocco spontaneo e un po’ casuale, spesso realizzo soggetti fantasy ma certe volte anche temi reali. Mi piace giocare con l’immaginazione.

Che bambina è stata?

Sono stata una bambina introversa e molto creativa. L’unica cosa che mi entusiasmava davvero era disegnare e dipingere sui quaderni di scuola, sui taccuini oppure sui tovaglioli.

Cosa c’è sul suo piano di lavoro?

Sul mio piano di lavoro ci sono la tavoletta grafica, matite, carboncelli e pastelli a olio che non possono di certo mancare.

Come imposta il suo lavoro? Fa degli schizzi su un taccuino dopo un guizzo di ispirazione?

Di solito, quando mi viene in mente un’idea che potrebbe funzionare, la prima cosa che faccio è abbozzarla su un taccuino. Questo mi aiuta a catturare rapidamente l’ispirazione. Poi passo a perfezionare l’idea sulla tavoletta grafica, dove posso svilupparla in modo più dettagliato.


Che idea ha degli illustratori in generale?

Gli illustratori li ho sempre immaginati come persone un po’ anticonformiste, con uno stile di vita lontano dalle convenzioni sociali tradizionali. Li vedo come visionari, capaci di viaggiare costantemente attraverso l’immaginazione, trasformando le loro visioni in arte e raccontando storie uniche e mozzafiato.

Qual è la richiesta più strana che le hanno fatto?

La richiesta più strana che ho ricevuto è stata di creare uno sfondo per cellulari per un’azienda coreana. Era la mia primissima commissione e devo ammettere che è stata una vera sfida per me, ma anche una bella opportunità.

Ci racconti brevemente i progetti a cui hai lavorato e di cui va fiera?

Devo dire che sono soddisfatta dei miei primi progetti realizzati perché mi hanno permesso di crescere come illustratrice e di affinare il mio stile. Ne vado fiera. Ma ciò di cui sono davvero orgogliosa è il mio primo albo illustrato, scritto e disegnato interamente da me. È un traguardo a cui sto lavorando con grande dedizione.

Se fosse un quadro famoso, quale sarebbe e perché?

Oddio questa domanda è bellissima! Vorrei essere Sulla città di Marc Chagall. Questo dipinto mi ha da sempre incantata con i suoi colori vivaci e le forme oniriche. C’è un senso di leggerezza, libertà e immaginazione che mi rispecchia profondamente. Come nel quadro, amo l’idea di fluttuare al di sopra delle cose, guardando il mondo con occhi pieni di meraviglia.

Tre illustratori che l’hanno illuminata sulla via di Damasco…    

Chi mi conosce sa che Mary Blair è l’illustratrice che mi ha ispirato maggiormente. Apprezzo anche moltissimo Lorenzo Mattotti e Judith Kerr.

Cosa illustra per Rivista Blam! nel mese di settembre? 

Questo settembre illustrerò cinque splendidi racconti, affascinanti e coinvolgenti. Il mio obiettivo è soddisfare sia l’autore sia il lettore, cercando di trasmettere al testo l’immaginazione che merita.

Blam

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