dallafinestra: storie di quarantena raccontate in un “condominio virtuale”
Genitori, figli, fidanzati, fratelli. In questo momento storico ci siamo ritrovati ad avere per tutta la giornata un ruolo che non ci viene più dato dalla società, ma dalle quattro mura in cui viviamo e dai legami emotivi con gli inquilini (che possiamo essere anche solo noi stessi). Sono le nostre emozioni e i pensieri a governare il tutto, e non più la routine che ci fa muovere tra le persone per frequentare luoghi sociali come mezzi pubblici, negozi, uffici, locali. Siamo tornati nel nostro nido, in quella casa, che per alcuni è rifugio e protezione, per altri prigione, e per altri ancora un purgatorio di emozioni, una condizione di passaggio tra quello che eravamo e quello che saremo.
L’unica maniera per guardare il mondo, immaginarselo oggi, pensare a come vive il tuo vicino resta la finestra: una specie di spartiacque tra l’esterno e l’interno, tra la nostra immagine fuori e i pensieri dentro. Ed è così che è nato dallafinestra, un progetto molto interessante che pubblica storie di gente comune dalla quarantena.
“In questo momento particolare la nostra vita è rappresentata da attese e, nel bene o nel male, godiamo di un elemento preziosissimo che molto spesso ci manca: il tempo. Crediamo che questo debba essere celebrato in un colorato spazio di condivisione e ottenere l’importanza che merita” – spiega Gulia Ortuso, visual designer e ideatrice del progetto – “Nelle nostre case stiamo vivendo giornate per ritrovare noi stessi, per ripensarci e progettare, per riprendere le vecchie passioni o scoprirne di nuove, per godersi la famiglia, ma soprattutto per raccontare un momento che in cui, nonostante non si possa uscire, possiamo riprenderci parte dei nostri spazi.”.
Le storie di dallafinestra
Chiunque può inviare la sua storia tramite un apposito form che raccoglie vari formati: lo scritto, l’audio, e il video, la maniera migliore per far sentire tutti a proprio agio. Non c’è bisogno di essere narratori di storie, scrittori o similari, basta dare il consenso alla pubblicazione. Il team di scrittori che c’è dietro il progetto rielabora le storie, ove è necessario, per produrne un testo scritto corredato da un’illustrazione.
“Oggi non è una domenica come le altre…a dire il vero, nessuna delle ultime domeniche è stata come le altre. Non piove, il sole illumina di un calore particolare e se ascolti bene, tutto intorno sembra chiamarti” – racconta Gemma.
“Dalla finestra guardo il mondo cambiarmi intorno rimanendo ferma, immobile, come una semplice spettatrice. Che poi, non è che quando la prospettiva era inversa i risultati fossero poi così diversi: probabilmente ne eravamo più abituati e l’effetto era meno straniante” – racconta Nicoletta
Chi vuole, può anche rimanere in anonimato, “la cosa importante è che la gente trovi uno sfogo nel raccontarsi” – come spiega Giulia Ortuso
La community di creativi
Accedendo alla homepage di dallafinestra si ha l’impressione di essere davanti alla facciata di un palazzo, una specie di condominio virtuale, e di ascoltare le storie che vengono raccontate dal vicino alla finestra. Tutto questo è stato possibile grazie al progetto grafico e alle illustrazioni (una per ogni racconto) pubblicate sul sito. La particolarità di questo progetto, infatti, sta proprio nell’aver creato una community di creativi. Tra le fila di dallafinestra lavorano 7 persone: 3 illustratori, 2 copy, 1 marketing specialist e un SEO manager. Si raccoglie, si rielabora e si pubblica. Tutti i giorni a ritmi molto sostenuti, perché le storie che giungono sono tantissime.
Un documento storico
Forse non ce ne siamo accorti, ma tutto quello che stiamo vivendo in questi giorni che per noi è la normalità (anche se un po’ strana), tra qualche decennio sarà storia. E anche questo progetto sarà storia: è un diario di emozioni che racconta gli italiani in un periodo di costrizione. È un’opportunità che lasceremo a nostri posteri: libero accesso alle emozioni, quello che non abbiamo potuto avere noi quando si è scritta la storia dell’Italia, del mondo che ci è stata tramandata solo con i fatti.
“Il progetto terminerà con la fine della quarantena e speriamo di riuscire a farne un libro illustrato” spiega Giulia Ortuso. E lo speriamo anche noi!
a cura di Antonella Dilorenzo