Vie d’uscita di Martina Calesso: racconto vincitore del premio letterario L’Avvelenata 2021
graffiare. ferire. tagliare. squarciare. dolore. panico. urla soffocate. pianti silenziosi. silenzio. uno di quei silenzi soffocanti, che ti distrugge, ma che incredibilmente sembra sacro mantenere. desiderio di tagliare, squarciare quel dolore. di farlo volare via. smettere di soffrire. in continuazione. panico. lacrime che annacquano il cuscino. solitudine immensa. scrivere è liberatorio. scrivere è arte. scrivere mi aiuta. ma a volte non basta. a volte c’è bisogno di liberare il dolore in un altro modo. molto più grezzo. primitivo. semplice. non toccare dei tasti sul cellulare. no. sfiorare lame sulla pelle. far uscire sangue come dolore. toglierlo dalla carne dandogli una via di fuga attraverso piccoli squarci. basta lacrime. basta. stress liberato. dolore andato. voglia di stare bene. voglia di smetterla di avere pensieri come questi. voglia di smetterla di stare così fottutamente a pezzi. voglia di accettarsi. voglia di essere compresi almeno una cazzo di volta. voglia di vedersi bene. voglia di avere qualcuno che mi abbracci forte. un abbraccio lungo. intenso. bisogno di compagnia e di amore. dolore spiazzante. solitudine completa. indifferenza altrui. voglia di stare soli. stanchezza. lacrime. dolore. tanto. rimonta. paura di farsi delle vie d’uscita. troppo tardi per tirarsi indietro. dare sfogo al dolore. sollievo. nascondere le piccole vie d’uscita inondate di dolore e con qualche goccia di sangue che fa capolino. saluta tutto ciò che prima faceva parte di lei e che ora si è liberato. come un caro amico che se ne va per un lungo viaggio. addio. o forse no. forse sa. prima o poi tornerà ancora più forte di prima a scorrere dentro di lui. a quel punto il ciclo ricomincerà. a quel punto il sollievo e la nostalgia verranno rimpiazzati da questo caro amico che si espanderà ovunque. scorrerà nelle vene come una macchina in autostrada. magari la motivazione per tornare sarà la stessa. magari no. magari sarà ancora più distruttiva della prima. quelle gocce non lo sanno ancora, ma hanno il presentimento che lo scopriranno presto. per questo sono così poche a salutarlo. le altre attendono solo il suo ritorno.
voglia di stare bene. voglia di essere normali una volta almeno. voglia di essere baciati e graffiati da ben altro che vecchie forbici. voglia di essere compresi. voglia di essere sé stessi. voglia di smettere di odiarsi tanto. voglia di smettere di essere così duri con sé stessi. voglia di smettere di giudicare. pensiero. voglia di zittire le voci. voglia di urlare il proprio dolore. voglia di dormire con la persona amata. voglia di stare tranquilli. voglia di iniziare a mangiare normalmente. voglia di smettere di pensare al vomito come via d’uscita. voglia di smettere di piangere. voglia di vivere. voglia di smettere di sentirsi così deboli. voglia di tornare a essere normali. voglia di smettere di stare così tanto male. voglia di avere le braccia che siano molto più che due stecche. voglia di scoprire se la gente se ne accorge. voglia di capire perché si è tutti così presi da sé stessi. voglia di capire perché sia così tanto fondamentale essere perfetti. voglia di esserlo, perfetti. voglia di rivedere la Isy. voglia di dare una via d’uscita al dolore che sembra essere tornato prima del previsto. incidente durante il viaggio? aereo atterrato d’emergenza a causa di pensieri. aspetterà un po’ a premere per cercare di uscire? non si può sapere. nemmeno le gocce di prima avevano fatto a tempo a salutarlo come si deve e tornare a casa. cosa succederà ora? si aspetterà. deve ancora crescere a sufficienza per essere liberato. secondo per secondo. minuto per minuto. crescerà. diventerà più potente. sarà travolgente. sarà come un adolescente, ha bisogno di uscire sempre, ma ora è in punizione. a casa fino a nuova ordinanza. resisterà? scapperà di nascosto? questo lo può sapere solo lui. è imprevedibile. come a scacchi. si aspetta la mossa dell’avversario per fare di conseguenza la propria. siamo all’inizio del gioco. di nuovo. peccato che abbiamo i neri.
Martina Calesso
Racconto terzo classificato della sezione B (racconti inediti giovani) del Premio Letterario L’Avvelenata 2021.