Un racconto e una vignetta #3: Pappacane
Loreto era il cane ed Evita il pappagallo. Il primo, peloso, imitava i versi umani; la seconda, piumata, abbaiava alla luna. Andavano e non andavano d’accordo, dipendeva dagli umori, storditi dai farmaci com’erano, ma presa la decisione, convintisi che sì, l’operazione andava fatta, che dovevano passare, finalmente, dagli ormoni al bisturi, siglarono un patto inossidabile: affrontare il destino da simbionti.
Prono Loreto sul lettino, appesa Evita al trespolo, dopo ore d’intervento prese vita, meraviglia della scienza, il pappacane. Fece un balzo e planò a terra, graffiando il linoleum con le zampe zigodattili. Dispiegò le ali adorne di penne maculate e annusò l’aria col tartufo, mentre il manto setoso emanava lucori verde asparago e la coda a frusta guizzava a tutta possa. Osservava stupefatto il nuovo corpo, strabiliante sintesi di razze, risolta disforia di specie, indugiando sul ventre irsuto, i meati acustici, gli arti anteriori e posteriori, in mezzo ai quali stava, o avrebbe dovuto stare, il pe… la va… un… guazzabuglio d’attributi incerti! Inorridito, si sforzò d’urlare, ma tutto ciò che emise fu un flebile guaito che si spense soffocato. E che nessuno intese.
Luca G. Manenti
L’autore
Luca G. Manenti è nato nel 1974 in un paese della bassa padana, ma da tempo vive a Trieste. Quando non scrive di storia scrive racconti. Ne sono apparsi su Rivista Blam, Coye, Clean, Il Mondo o Niente, Salmuria, Smezziamo, La nuova carne, Neutopia. Altri arriveranno.
Il vignettista
Alessandro Lippolis (aka il.vignettista.amatoriale) studia scrittura alla Scuola Holden ed è un ragazzo nato assieme al nuovo millennio. Il millennio, con le sue innumerevoli disgrazie, non lascia spazio all’ottimismo. Il ragazzo, con i suoi disegni dolorosamente amatoriali, tenta comunque di far sorridere