Il racconto della domenica: Persone che potresti conoscere di Mara Abbafati
Andréa: E mangiate sempre così tanto?
Ugo: Questa volta è un’altra cosa.
Marco Ferreri, La grande abbuffata
Abbiamo un amico in comune, io e te. Ma tu sei importante e io non sono nessuno. Tu sei famoso e io cerco lavori del cazzo ogni giorno e non li trovo. Però un amico in comune ce l’abbiamo, sta su Facebook e io non so se ti conosce o ti ha aggiunto perché è un tuo fan e tu gentile, educato come sei, hai accettato le richieste di tutti, pure la sua. Ogni tanto mi compare la tua foto profilo nella sezione «persone che potresti conoscere», ma non mi azzarderei mai a cliccare su «aggiungi». Ho paura di non essere all’altezza perfino su Facebook dove ci ho messo solo le foto migliori, che sono due o tre, ma non si sa mai magari poi guardi i post e non lo so se mi sento di dire con assoluta certezza che non ho mai, proprio mai, scritto una cosa stupida per la quale potresti pensare che sono una deficiente che scrive cazzate sui social. È da un anno, me lo ricordo quando mi sono innamorata di te, stavi in televisione, è vero, ma non interpretavi un personaggio, eri tu, proprio così come sei, coi tuoi pensieri che condivido tutti, col tuo modo di dire le cose che mi fa innamorare solo a pensarci, con i tuoi gesti timidi, le mani che si muovono troppo e la tua camminata sbilenca davanti a quelle telecamere che sotto sotto un po’ ti piacciono ma ti vergogni lo stesso perché sei tu, sempre con quella paura di non essere apprezzato quando in realtà tutti ti adorano. Me lo ricordo, era marzo, come ora, è passato un anno esatto e io ci ho fatto subito caso che avevamo tante ma tante cose in comune, io e te. Certe volte penso che comunque è possibile che un giorno ti incontri e magari potremmo scambiare una parola per caso o per sbaglio e tu potresti riconoscere qualcosa di te in me e pensare che sono interessante e ti potrebbe venire voglia di conoscermi, di continuare a parlare, di dire altro e poi ci potremmo innamorare e stare insieme per sempre. Ma da quando sono ingrassata e non riesco a dimagrire non ce la faccio più nemmeno a guardarmi allo specchio. Ho mangiato perché avevo tante ansie e problemi e l’unica soddisfazione della mia giornata era affondare i denti dentro una pizza margherita bollente, finire pacchi di biscotti ripieni di crema al limone, cenare con i bignè comprati al banco gastronomia del supermercato. Ce li ho ancora tutti quei problemi e quelle ansie e la mia unica soluzione è continuare a mangiare anche se cerco di mantenere il controllo e non sto ingrassando più, però non perdo peso perché il metabolismo ormai si è rotto il cazzo pure lui di me e dice che se voglio tornare ad avere un peso forma non imbarazzante ci devo pensare da sola, la responsabilità è mia e lui non vuole più essere messo in mezzo a questa faccenda. E io prima andavo sempre a correre, anche quando c’era la pioggia o quaranta gradi all’ombra, ma negli ultimi anni sono bloccata, impigrita, demotivata. Forse ora la mia motivazione potresti essere tu e magari riesco a uscire da questo buco dove mi sono ficcata, forse pensando a te e pensando a quel giorno in cui ti incontrerò mi convincerò che devo fare qualcosa per poterti piacere perché tu meriti una donna bellissima e magra che ha successo nella vita e che sa rinunciare a una torta con la panna, una affascinante e impegnata che sia al tuo livello, perché così come sono non mi guarderesti mai. Vorrei farmi fare una maglietta con scritto «prima ero magra» perché non mi sembra giusto che tu non sappia come ero prima e possa pensare che ho tutte quelle caratteristiche anche morali dei ciccioni, tanto lo so che la gente pensa che il grasso non sia solo esteriore ma faccia parte anche della personalità e non mi pare giusta questa cosa perché io sono stata magra per tanto tempo e sono stata pure emaciata perché non mi andava di mangiare, facevo un po’ finta mescolando la roba nel piatto. E poi è andata a finire così, che ho mangiato di tutto pur di tappare la bocca a quei demoni che mi si annidano nello stomaco. E voglio che tu lo sappia, perché se tu mi vedessi così come sono ora faresti uno sguardo schifato, non dire di no, ti ho sentito quella volta che dicevi che un giorno ti avevano rubato il sacco a pelo ed era stato un ciccione di merda.
Mara Abbafati