Il racconto del mercoledì: The zzoparaco di Angelo Tolomeo

 Il racconto del mercoledì: The zzoparaco di Angelo Tolomeo

Illustrazione di Sonia De Nardo

Il taglio del più grande zzoparaco di tutti i tempi avvenne nella piazza municipale di Cropani borgo, per mezzo di un machete donato dal paese di Moussoro col quale si era gemellati. Tante le persone accorse per l’evento e per assaporare anche solo uno spicchio di quel frutto succoso.

Eccola la calca che ruota compatta intorno al frutto rosso e verde che luccica al sole di mezzogiorno, ed ecco i maestri di sciabola che posano sorridenti in favore di camera.

Ecco il decano dei tagliatori che infila il machete nella scorza dura e preme con tutta la forza e il peso del corpo affinché la lama scenda a fondo; poi la spinge da un lato e ancora dall’altro fino a creare una crepa lunga decine di metri. Infine, si arresta esausto e scopre che il machete si è incastrato. Qualcuno dalla folla urla: aiutiamo il maestro!

E allora decine di uomini forzuti tirano da un lato e decine dall’altro: finalmente lo zzoparaco cede con un fragoroso crac. Gli uomini cadono col culo per terra sorridenti assieme al rumore metallico del machete. Ed eccola la polpa rossa e fragrante che arde al sole, spandendo il suo odore nell’aria. Il primo assaggio è della criatura, il più piccolo di Cropani, che afferra la sua fettina e sputa i semi in faccia alla folla.

È buonissimo, sorride. E addenta il frutto e sputa i semi e ride ma poi d’un tratto arrusca la fronte, guarda di lato. Cosa succede? Chiedono.

Il piccolo infila le dita in bocca ed estrae un frammento di terracotta e poi ancora una moneta antica.

Cosa succede? Chiedono ancora, e prima che qualcuno possa rispondere, il decano infila le mani nella polpa ardente e rinviene altri frammenti di terracotta, un monile e delle monete greche. E allora tutti a infilare le mani nello zzoparaco e chi trova un’anfora intatta, chi un sarcofago, chi le ossa di un animale sconosciuto.

La sera, quando tutti sono andati via coi propri cimeli, rimane nella piazza solo la scorza dello zzoparaco. Vista così, sembra lo scafo di una nave fantasma abbandonata dal proprio equipaggio. E prima che arrivi l’alba è già scivolata in mare ed è scomparsa al largo di Isola di Capo Rizzuto.

Angelo Tolomeo

Ndr. The zzoparaco: anguria in dialetto catanzarese

Blam

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