Il racconto del mercoledì: Teo, il neo di Anna Di Raimondo
Questa storia, lo dico già da prima, è una storia che va in rima.
È quella di un neo che di nome faceva Teo.
E nella vita sperava soltanto di poter oziare tanto.
A lato destro della fronte di un ragazzo che di nome faceva Emilio, Teo aveva preso domicilio.
Ogni mattina, puntuale come sempre, Emilio scrutava Teo attentamente.
Ché in un punto di riferimento quel neo si era andato mutando per capire se Emilio pelato stesse diventando.
Se i soliti capelli avesse avuto intorno, allora quello sarebbe stato un buon giorno.
Tuttavia, una sera di un triste spettacolo Teo fu testimone: due peli abbandonarono quel capoccione.
«Siam vecchi! Guarda che grigiore». E Teo non poté che essere a loro favore.
Aggiunse anche un sonoro «Che palle! Le urla di Emilio ci arriveranno fin qui a valle.»
«Ma per due capelli?» commentò un neo vicino. «Tu aspetta e vedrai che casino.»
La mattina arrivò, come da prassi, ed Emilio era già pronto per la solita profilassi.
Guarda di qua, guarda di là! Ed eccolo che urla il suo «Ma va…»
Il resto della frase preferiamo cancellare perché i deboli di cuore non vogliamo turbare.
Si sappi soltanto che due giorni Emilio trascorse a letto immaginando già il suo futuro aspetto.
«Sfera di cristallo sarà il mio nuovo nome». E Piagnisteo sicuramente il cognome.
Ma la mattina successiva accadde il peggio: altri tre peli mancavano al conteggio.
Fortuna che Emilio non si era ancora svegliato. Teo aveva tutto il tempo per agire indisturbato.
Non volendo più sentire quegli stupidi lamenti, decise di prendere provvedimenti.
Una dolorosa mossa mise in atto per rendere Emilio soddisfatto:
di tre centimetri dovette traslocare, lasciandosi dietro tutte le cose a lui care.
«Se io mi sposto», disse fra sé tutto contento, «non noterà mai il cambiamento!»
E fu così che Teo ogni tanto le valigie doveva rifare perché i capelli cominciavano a cascare.
Finché un giorno, stanco di tutto quel viaggiare, disse a Emilio: «Senti, io ti devo parlare».
Il ragazzo, vedendo il neo parlante, riuscì solo a sussurrare «È impressionante…»
«Sono due anni che mi sposto per tenerti tutto nascosto,
ma ora te lo dico senza tanti giri di parole: i capelli stai perdendo, una mole!
Presto o tardi diventerai pelato. Accetta il tuo capo spopolato.»
Rispose Emilio con le lacrime agli occhi: «Sei un amico con i fiocchi!
Per me questa messinscena hai escogitato e io te ne sarò per sempre grato.
Ma ora prepariamoci e facciamoci belli, andiamo a far visita a uno che fa trapianti di capelli».
Anna Di Raimondo