Il racconto del mercoledì: Stasera ne parliamo di Antonio Esposito

 Il racconto del mercoledì: Stasera ne parliamo di Antonio Esposito

Illustrazione di Lara Desogus

Dopo che è successo mi sono chiuso in camera e ho scritto. Ho scritto: È proprio uno stronzo quando fa così. Ho riletto la frase, ci ho pensato su e ho cancellato. Ho scritto: Spero che muoia. E l’ho lasciato lì. Cioè, ora c’è  ̶S̶p̶e̶r̶o̶ ̶c̶h̶e̶ ̶m̶u̶o̶i̶a̶, perché pure ho pensato di cancellarlo ma facendo in modo che si legga ancora. Poi mia madre dall’altra stanza mi ha detto che papà ha lasciato un messaggio: stasera ne parliamo. Così ha scritto, ma di solito lui non parla. E ho scritto: Oppure come quella volta che mi portò al funerale del fratello, mio zio, e mi prese a schiaffi perché non riuscivo a trattenermi dal ridere quando gli altri scoppiavano in lacrime.

Lo so è un problema che dovrei gestire. Però i suoi non erano schiaffi paterni. Non avevano alcuna funzione pedagogica. Erano schiaffi: gesto scoppio dolore faccia-rossa. Poi gli altri piangevano e io ricominciavo a ridere. Di nuovo schiaffi. E mi diceva, anche per chiudere il discorso, «la prossima volta ti ammazzo». Mia madre non ci credeva, io un po’ sì, e sapevo che prima o poi sarebbe successo e quindi per difendermi mi sono messo a lasciare tracce a scrivere ai miei amici e su questi fogli ogni volta che mio padre dal suo lavoro o ovunque fosse mi faceva sapere che la sera avremmo parlato. Questa forse l’ho scritta male anche se l’ho detta bene: con un bel respiro la si legge tutta e posso evitare di rivederla. Ho fatto un po’ d’ordine per avere mamma dalla mia parte.

E infatti gliel’ho fatto notare (l’ordine). Lei mi ha guardato come mi guarda mamma, un “come” che in quasi vent’anni ancora non ho capito. Poi mi sono messo ad aspettare e ho pensato che mio padre stesse facendo troppe storie per nulla. La pensava diversamente il mio stomaco che sembrava avere i denti e mangiarmi dentro. Così ho preso la penna e ho scritto. Ho scritto: Voi che cazzo ne sapete di quello che sento quando mi dice che dobbiamo parlare?

Antonio Esposito

Blam

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