Il racconto del mercoledì: Panna montata di Oriana Rodella

 Il racconto del mercoledì: Panna montata di Oriana Rodella

Illustrazione di Miriam Cecere

Di fianco al bocciodromo avevano allestito un enorme tendone bianco. Era una mattina umida di giugno e tirava un vento forte, carico di pollini. A ogni folata dell’aria sul telo la struttura subito si irrigidiva e successivamente si avvolgeva su se stessa fino a sembrare un gigantesco ricciolo di panna montata.

L’uomo maturo e la ragazza si misero in fila.

«Guarda che coda, lo sapevo che ci sarebbe stato da aspettare. Hai preso le carte?» chiese lui.

«Non brontolare, vedrai che presto tocca a noi. E comunque non ho fretta.» fece lei abbottonandogli il colletto della camicia. «Ho ancora voglia di pensarci.»

«A che altro vuoi pensare? Sei un soggetto sano, ti verrà al massimo un po’ di febbre.»

«Non è detto. E comunque non è questo.»

«E allora cosa? Ora tutto riparte. Tutto riapre. Non ti va di tornare alla normalità

«A che prezzo? I tempi di sperimentazione di queste sostanze sono stati ridotti all’osso.»

«Tutti i medicinali hanno un margine di rischio.»

«Ecco le carte!»

«Bene.»

«E se tra dieci anni avessimo delle conseguenze? Voglio dire, se non potessi godermi i miei figli?»

«Ma tu non hai figli!»

«Ma tu sì. Non ci pensi tu?»

«Penso che dobbiamo smetterla di rimuginare e imparare a fidarci. Ogni giorno, da che ci alziamo dal letto, facciamo continui atti di fiducia, non ti pare? Abbiamo finalmente uno strumento che può immunizzarci e permetterci di programmare il futuro!»

«Io vorrei avere dei figli in futuro.»

«Ah.»

«Perché, tu non vuoi averne di figli con me?»

«Non ho detto questo.»

«Hai detto “ah!” come se la cosa ti disgustasse!»

«Sono solo sorpreso.»

«Mi sembra normale per una donna della mia età che sta da anni in una relazione avviata.»

«Hai solo paura degli aghi!»

«Pensavo stessimo costruendo qualcosa.»

«Con prudenza. Abbiamo quindici anni di differenza.»

«È per questo che non vuoi mai vedere i miei genitori?»

«Per favore, abbassa la voce.»

«Ti mette a disagio?»

«Per favore. Non è una reazione normale la tua.»

«Quindi è normale per te stare con una donna, farla entrare nella tua vita e non realizzarci un bel niente?»

«Per favore! Ne parliamo a casa.»

«Quale casa? La mia casa o la tua?»

«Per favore, per favore. Ora tocca a noi. Facciamo questa cosa adesso.»

«E poi tutto tornerà normale giusto? Tutto passerà e sarà tale e quale a prima è così?»

«Per favore.»

«Tu faresti di tutto ora pur di farmi stare zitta e affrontare questa cosa come se niente fosse.»

«Io non voglio che tu lo faccia se non sei convinta.»

«Ma io sono convinta.»

«E allora di cosa stai parlando? Tocca a noi.»

L’uomo maturo si avvicinò all’ingresso del gigantesco ciuffo di panna montata.

«Buongiorno, siete insieme? Prego accomodatevi sulla striscia gialla.»

Un violento colpo di vento fece attorcigliare il tendone su se stesso fagocitando l’uomo. La ragazza indietreggiò, si sistemò la mascherina sul viso e tirò via una lacrima.

Lui penetrò nel candore di quel bianco e si dissolse.

Lei a quel punto non lo vide più.

Oriana Rodella

Blam

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