Il racconto del mercoledì: Chizuru di Luca Turci
Sara fa scorrere con il pollice la risma di fogli colorati. Ne sfila uno e lo porta al petto: l’ultimo sarà rosso. Si scosta dalla cassettiera, alza gli occhi verso le mensole e conta le gru di carta. Solo quelle sono diciannove, di rossa ce n’è solo una. È un colore impegnativo, il rosso.
Da tre anni Sara piega gru di carta e pensa tutto il giorno a Chizuru. Pensa a quei giorni in Giappone, a quei momenti così dolci in sua compagnia. Sara aveva sempre voluto fare quel viaggio, ma non riusciva a trovare nessuno che la accompagnasse e aveva paura di aggregarsi a qualche gruppo. Un giorno, in una chat, aveva conosciuto Chizuru ed erano diventate molto amiche: si scrivevano spesso e una volta a settimana avevano cominciato anche a videochiamarsi. Chizuru la aveva invitata a fare il viaggio con lei e Sara aveva accettato: per la prima volta partire non le faceva paura.
Quel viaggio per Sara era stato magico: era dove voleva essere da sempre e con una persona speciale. Era quasi euforica, faticava a contenere la propria felicità per tutta quella perfezione. Si sentiva forte e prima di volare via, in aeroporto, le aveva dato un bacio frettoloso sulle labbra. Chizuru era rimasta rigida e Sara aveva compreso subito di aver sbagliato. Chizuru le aveva detto di non preoccuparsi, ma nei suoi occhi Sara aveva letto ben altro. Al suo ritorno, Chizuru era diventata sempre più evasiva; con il tempo si erano allontanate e le sue preoccupazioni avevano trovato fondamento.
Sara scuote la testa e sospira. Lascia il cassetto aperto, si volta verso il salone e si appoggia al mobile. Si guarda attorno, conta ogni gru che riesce a scorgere, vuole essere sicura di quante siano veramente, ma non è facile trovarle tutte a colpo d’occhio. Perde il conto, ricomincia, l’ansia sale e non la aiuta. È inutile, non ci riesce, così non va. Allora si ferma, rastrella tutte le gru disseminate per la casa e le raccoglie in terra al centro del salone, si siede sui talloni e comincia a contare di nuovo. La montagna multicolore di carta alla sua sinistra si esaurisce, un’altra alla sua destra nasce. Quando deposita l’ultima gru in cima, si porta una mano al viso, non riesce a credere di esserci arrivata davvero. Sono proprio novecentonovantanove.
Sara ricomincia. Si esaurisce la montagna a destra, rinasce quella a sinistra. Il risultato è ancora novecentonovantanove.
Sara lascia andare la testa all’indietro. Può contarle quante volte vuole, ma saranno sempre novecentonovantanove. Le basta piegare la millesima. L’ultimo foglio, l’ultima gru e il suo desiderio di rivedere Chizuru e stare finalmente con lei si avvererà. O forse no. Forse sarà stato solo un grandissimo spreco di tempo. Sara posa il foglio rosso davanti a sé e lo fissa con insistenza. Le basta solo piegarlo, solo un’ultima gru e saprà la verità.
Luca Turci