Le anomalie sono misurabili ma non sono prevedibili: «Gestire una deviazione» è il racconto di Francesca Gentile

 Le anomalie sono misurabili ma non sono prevedibili: «Gestire una deviazione» è il racconto di Francesca Gentile

Illustrazione di Vanessa Latartara

Quando un insieme di dati è completo, coerente e preciso, si può parlare di integrità. Tale integrità viene garantita nel mondo farmaceutico dal principio ALCOA.

«Signorina, mi sente?»

«Sì, la sento. Ma quante volte glielo devo ancora ripetere?»

«Ricominciamo, per favore.»

«Sa che io e lei facciamo quasi lo stesso lavoro?»

«Vuole partire dal suo lavoro?» con un lungo sospiro si alza dalla sedia.

Prende a fare su e giù per la stanza. Lo seguo con lo sguardo. ALCOA è l’acronimo di Attribuibile. Leggibile. Contemporaneo. Originale. Accurato.

Il dato deve essere attribuibile alla persona che esegue l’attività analitica mediante apposizione di sigla; deve essere leggibile, permanente e contemporaneo o contestuale all’esecuzione dell’attività analitica mediante apposizione di data.

«Sta ancora temporeggiando» mi stuzzica questa specie di commissario Montalbano.

«Pensa che non sappia cosa significa essere sotto pressione?» lo provoco ma resta in silenzio. «Le ho già detto tutto, due volte! È stato un incidente!»

Faccio per alzarmi ma mi blocca con la mano.

«Ricominci.»

«D’accordo» dico paziente e un po’ esasperata. «Lavoro in un’azienda farmaceutica, la Slater, quella degli analgesici» l’osservo appuntarsi le mie parole. «Sono manager dell’area quality assurance nel laboratorio microbiologico di release

Di nuovo il suo sguardo si fa interrogativo, pieno di dubbi e nozioni sconosciute che vorrebbe comprendere. Per la terza volta, insisto: «Mi assicuro che da un punto di vista microbiologico i farmaci che produciamo non siano contaminati. Al momento sono in trasferta per un audit interno in una nostra sede qui a Frosinone e…»

«Che intende per audit

«È l’ispezione che le dicevo prima e…»

«Eviti tecnicismi. Non è a lavoro» dice stizzito. «Mi dica cosa è successo.»

Di nuovo mi blocco. Il dato deve essere originale e accurato. I dati dovrebbero riflettere la realtà di ciò che realmente è avvenuto, essere completi e privi di errori. Qualsiasi modifica deve essere datata e siglata dall’operatore e deve essere fornita una spiegazione logica.

 

Apertura di una deviazione.

Descrizione dell’anomalia.

Questo ciociaro mi chiede cosa è successo. Niente è successo, purtroppo. Volevo staccare. Distrarmi. Volevo provare anch’io la sensazione di avere una vita sociale non solo nel fine settimana. Lavorare cinque giorni su sette. Reperibile una volta al mese. Otto ore di lavoro che non sono mai otto. Straordinari pagati, e meno male. Il mio lavoro mi piace da morire. Ho studiato per questo e sono soddisfatta di aver raggiunto una buona posizione in così poco tempo. Il mio lavoro mi piace da morire, solo vorrei che mi piacesse e basta. Non che mi ammazzasse. O che potesse ammazzare questa donna. Questa donna che non c’entra niente con il mio lavoro. Cosa vuoi che sia successo? Niente: volevo non dovermi masturbare ancora con il mio fedele godemiché. Volevo solo illudermi di trascorrere giorni diversi senza dover aspettare le ferie. E in effetti non posso lamentarmi: questa serata si è rivelata differente dai miei soliti standard.

Data e sigla.

 

«Dunque lei non conosceva la vittima?» mi chiede il ciociaro Montalbano. Cerco di prendere il bicchiere sul tavolo, ho sete.

 

Sequenza temporale degli eventi.

Un mio collega mi aveva parlato di questa casa un po’ fuori città. Mi diceva che aveva partecipato a un festino, mi aveva lasciato l’indirizzo prima che partissi. Ho preso un taxi verso le dieci di sera. Una volta lì ho bevuto un paio di gin tonic. Lei, Rebecca – così ha detto di chiamarsi – mi si è avvicinata. Mi ha detto di avermi notata subito. Le solite cose che si dicono per approcciare qualcuno. Aveva una maschera nera che contornava gli occhi con due ali di farfalla. Reggeva un frustino. Avrà avuto più o meno l’età di mia madre. Una sessantina d’anni, non di più. Ben portati, non c’è che dire. Mi proponeva o una cosa a tre – con un uomo o un’altra donna che avrei potuto scegliere lì – o io e lei e basta. Ho optato per la coppia – sono tradizionale da questo punto di vista. Mi ha dato una frustata sul culo e mi ha ordinato di seguirla: ero già bagnata. Una volta in camera però non abbiamo avuto tanto tempo. Subito le è venuto il fiato corto, biascicava e premeva sul petto la mano con cui teneva il frustino. È stramazzata a terra. Ho urlato. Ho spalancato la porta e invocato aiuto. Qualcuno in mutande è accorso. Ha gridato a sua volta. Altri sono arrivati. Poi finalmente ho sentito l’ambulanza e altre sirene. Il Montalbano ciociaro si è presentato, ha cercato di calmarmi, di mettermi a mio agio. Mi ha fatto poche domande. Mi ha rispedita in albergo. Non sono certo riuscita a dormire.

Data e sigla.

 

«Ha qualche legame con il proprietario della villa? Lo conosce?»

«Le ho detto di no. Era la prima volta che ci andavo. È un mio collega che…»

«Non ha visto se assumeva pillole? Sniffava cocaina?»

Mi faccio coraggio. Non parlo, comunque.

 

Identificazione della causa principale dell’incidente.

Verso le quattro del mattino, Montalbano mi chiama per dirmi che è arrivato l’esame tossicologico e che presto sarebbe arrivata un’auto per scortarmi in questura. Una volta lì, il ciociaro mi chiede se ho fatto uso di sostanze stupefacenti. Gli dico di no e che, volendo, posso sottopormi al test. Mette in standby la mia proposta e mi tormenta. «Il decesso è avvenuto per arresto cardiaco. Fattore eziologico: abuso di droghe associata a una pregressa sindrome coronarica acuta.» Montalbano ciociaro ha trovato il capo d’accusa e brama un colpevole. Non sono io.

Data e sigla.

 

Trascorriamo qualche minuto in silenzio. Lui mi osserva, io pure. Vuole farmi cedere. Dire cose che starei omettendo. Vorrei tanto convincerlo che quella è la sola verità. Che non c’è niente di losco. Vorrei tanto dirgli – ho cercato di farlo senza molto successo – che anche io ho tentato di ricostruire tutto, di aiutarlo in un certo modo. O forse di aiutare me a tirarmi fuori da questa situazione con i soli metodi che conosco, quelli che uso nel mio lavoro: RCA, un altro acronimo. Root Cases Analysis, le cause alla radice dei problemi. Gestione di una deviazione.

«Non c’è motivo di trattenerla ancora» dice poi all’improvviso.

 

Identificazione di possibili azioni correttive.

Montalbano mi chiede quando riparto. Mi fa una ramanzina: una giovane come me non dovrebbe trovarsi in un postaccio come quello. Una paternale. Annuisco. Concordo. Mi suggerisce di chiedere qualche giorno di malattia per riprendermi. Annuisco di nuovo e penso a Rebecca. Non avrebbe dovuto accettare la cocaina. Desideravo che le fosse fatale.

Data e sigla.

Francesca Gentile

Blam

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