Distanza/Distanze: un racconto di Guendalina Bruni
Piove, Marialba gioca, Orlando legge, io mi distraggo dal grigiume primaverile su Netflix. Squilla il telefono, mamma:
«È morta nonna».
«Te l’avevo detto. Sarei dovuta venire una settimana fa, ora come li faccio ottocento chilometri in un giorno?»
«Ma che vieni a fare?»
Riattacco senza scollare gli occhi dallo schermo.
Certo, muore nonna, e io sto qui, a far finta di niente, mi sveglio, lavoro, cucino, dormo. L’altro ieri nonna si è svegliata stanca, ma mamma ha continuato a ripetere che vieni a fare, va tutto bene, è stanchezza, a novantun anni, si sa. Poi un giorno nonna muore per telefono. Si lasciano amanti per telefono, si paga il teatro, si fanno selfie, si potrà anche far morire qualcuno per telefono, sacrosanto. Io però ora sono su Netflix, Meredith ha appena scopato col suo nuovo capo, che poi diventerà suo marito, che poi morirà, e lei diventerà un pezzo grosso, aggiusterà cuori incastrati tra bombe a orologeria. Ma sono ancora all’inizio, lo ha appena conosciuto, fammi vedere almeno due stagioni, che sennò quando ci arrivo alle bombe. È morta nonna, Meredith, potevi fare uno sforzo in più e salvare anche lei.
Guendalina Bruni