Cosa ascoltano i podcaster #4: i consigli di Jonathan Zenti
Dici «Jonathan Zenti» e ti vengono in mente tanti problemi! Chi divora podcast capirà al volo l’associazione giocosa, perché sa bene che Zenti, lungi dall’aggiungere rogne alla nostra società, di società se ne occupa (e preoccupa!) da qualche anno; da quando ha spopolato con il suo podcast, per l’appunto Problemi, diventato anche un libro pubblicato da Blackie edizioni – Problemi. Una guida per capire l’assurdità del presente (2022) – in cui si analizzano, per capitoli, tutti i dilemmi di questo nostro mondo, tanto social quanto sociopatico, non affrontati, o affrontati in modo diverso nel podcast. In sostanza, Zenti apre la mente su questioni comuni: relazioni tossiche, conflitto, potere, terapia, corpo, narcisismo e tutto quello che può concernere le relazioni umane che lui stesso studia dal 2007. È autore del podcast in lingua inglese Meat e anche direttore creativo di uno dei podcast più ascoltati del momento, Il mondo di «Internazionale».
Ci vorrebbe un bel po’ di tempo per raccontarvi le cose belle e buone che Zenti fa, soprattutto per i podcast. Però, per le altre note biografiche vi indirizziamo verso un luogo che conoscete molto bene: Google. Per scoprire, invece, quello che Jonathan Zenti ascolta quando i podcast non li fa, continuate pure a leggere qui di seguito.
I podcast ascoltati da Jonathan Zenti
1. Il podcast di Alessandro Barbero
Il podcast di Alessandro Barbero: lezioni e conferenze di Storia lo conosciamo in molti. Se seguite la nostra rubrica sapete da qui quello che Fabrizio Mele fa: raccoglie gli interventi del professor Barbero e li tramuta in podcast per dare accesso agli interventi a chi non può partecipare agli eventi dal vivo. Ma ci racconta tutto meglio Zenti.
Perché Jonathan Zenti ascolta questo podcast?
«Perché rimane il caso più strano e positivo del podcasting italiano. Da oramai 5 anni Fabrizio Mele raccoglie le conferenze di Storia del prof. Alessandro Barbero e le rende disponibili alla comunità di persone ascoltatrici, curando anche il forum su Discord e il Salotto del mercoledì. Il tutto senza scopo di lucro, e con il benestare del professore. Una generosità che contrasta con l’arrogante cinismo egoriferito dell’industria italiana dei podcast attuale. Le puntate durano circa un’ora, e quindi coprono perfettamente un’andata e ritorno da casa allo studio in bici».
Ascolta Il podcast di Alessandro Barbero da qui.
2. Indagini
Stefano Nazzi è ormai diventato famoso quanto il Papa (o quasi). Il suo podcast Indagini, realizzato per «il Post», ha spopolato ed è in classifica tra i più ascoltati. Racconta tutti i fatti correlati ai casi di cronaca nera più noti. Si va dall’omicidio di Sarah Scazzi, a quello del piccolo Samuele Lorenzi del delitto di Cogne, o a quello di Elisa Claps a Potenza. Una puntata al mese ogni primo del mese.
Perché Jonathan Zenti ascolta questo podcast?
«Perché è uno dei pochi podcast il cui contenuto non delude le premesse del titolo. È un podcast che parla di indagini, che (al contrario di tutti gli altri) ha un minimo di rispetto per i morti e per le persone in carcere, e che mette in luce come il sistema giudiziario italiano, che si promuove come la risoluzione alle ingiustizie sociali, non è meno approssimativo di una caotica mattinata alle poste».
Ascolta il podcast Indagini da qui.
3. Viaggio in Italia
Tra il 1953 e il 1959 la Rai trasmise un ciclo audio di 94 puntate a cura di Guido Piovene che raccontò l’Italia da Nord a Sud. Un viaggio durato tre anni che portò il giornalista ad attraversare il Paese per riportare le storie degli italiani fra arretratezza e ricostruzione. Gli audio sono ancora disponibili su RaiPlay Sound.
Perché Jonathan Zenti ascolta questo podcast?
«Perché, nonostante sia stato realizzato tra il 1953 e il 1956 dalla redazione Radiocronache della Rai e scritto da Guido Piovene, è ancora il più moderno e lucido dei contenuti audio a puntate».
Ascolta il podcast Viaggio in Italia da qui.
4. The Heart
The Heart, realizzato da Radiotopia, è il podcast in lingua inglese che parla di intimità e relazioni umane. Citando la sinossi del progetto: «È composto da una serie di scrittori, produttori radio e artisti che realizzano documentari personali su corpi, amore, dinamiche di potere e quindi relazioni».
L’idea è di Kaitlin Prest, direttrice artistica, e Mitra Kaboli, autrice.
Perché Jonathan Zenti ascolta questo podcast?
«Perché rimane l’esempio più concreto della “Radio Revolution”, ovvero di quel breve momento in cui i podcast erano più interessanti della radio, prima che l’industria riducesse di nuovo tutto a una pappa inconsistente di robaccia di poco conto. Ad oggi, nessuno come Kaitlin Prest e Mitra Kaboli è riuscito a unire innovazione, nella forma e nel contenuto, con quel livello di cura».
Ascolta il podcast The Heart da qui.
5. The Allusionist
Questo podcast in inglese sul linguaggio e le parole è realizzato da Helen Zaltzman, autrice e podcaster. Partendo da una parola si arriva a ragionare, e spiegare, su tutto ciò che riguarda il linguaggio e sul modo in cui lo usiamo in merito a un certo fatto o argomento. Sapevate che l’Eurovision nel corso dei suoi settant’anni ha cambiato alcune regole linguistiche? Magari questo aveva a che fare con la politica? Quando si parla di «emergenza» in guerra e quando può essere usata questa parola? Il podcast è arrivato a oltre 170 puntate e ospita interessanti esperti.
Perché Jonathan Zenti ascolta questo podcast?
«Perché Helen Zaltzman è la miglior designer di contenuti audio per podcast. I suoi format sono tanto spontanei e naturali quanto progettati, affinché l’ascoltatore non si perda mai e diventi sempre più affezionato al contenuto».
Ascolta il podcast The Allusionist da qui.
A cura di Antonella Dilorenzo