Ritratti di scrittori: Virginia Woolf, chi era? Scoprilo in 5 parole
«Potete bloccare tutte le librerie se volete ma non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente». Ecco una delle frasi più celebri e rappresentative di Virginia Woolf, tra le personalità più influenti della letteratura del secolo scorso. Nata nel 1882 a Londra, la scrittrice ebbe una vita tormentata e segnata da diversi crolli nervosi, a causa dei numerosi lutti familiari vissuti in giovane età; tuttavia, la sua attività letteraria fu prolifica e apprezzata per pregio stilistico e originalità dei contenuti. La passione per la scrittura nacque molto presto e si concretizzò nel Hyde Park Gate News, una sorta di diario letterario in cui Virginia e il fratello scrivevano storie da loro inventate. Troppo spesso all’autrice è stato riservato un ruolo marginale nella letteratura inglese, ma, grazie agli studi compiuti dagli anni Settanta in poi, oggi le viene riconosciuta la giusta importanza.
Virginia Woolf: chi era la scrittrice in 5 parole
Attivismo
Oltre alla scrittura, la grande passione di Virginia Woolf fu la politica. Si impegnò attivamente per i diritti delle donne e per l’uguaglianza di genere. Inoltre, militò assieme al marito Leonard nel Fabianesimo, un movimento democratico di ispirazione socialista che lottava per ottenere migliori condizioni per i lavoratori e ricercava un’alternativa alla privatizzazione dei mezzi di produzione. Woolf prese parte anche ai movimenti delle suffragette nei primi anni del Novecento. Per quanto riguarda la sfera artistica, era membro del Bloomsbury Group, che prende il nome dal quartiere di Londra in cui la scrittrice si trasferì dopo la morte del padre. Si trattava di un circolo letterario, nato grazie ai laureati di Cambridge del 1899, tra cui Thoby Stephen, fratello di Virginia. Le riunioni rappresentavano un’occasione di confronto su arte, politica, temi sociali, movimenti letterari, musica, economia. Il Bloomsbury Group, di fatto, ispirò buona parte degli scrittori dell’epoca e suscitò una grande vivacità intellettuale.
Scrittura
Nel 1905 Virginia Woolf inizia a scrivere per professione nel supplemento letterario del «Times». Si occupa di recensioni e di critica letteraria. Esordisce, poi, con i romanzi La crociera e Notte e giorno. Ma cosa rappresenta per la personalità travagliata dell’autrice la possibilità di raccontare storie originali e innovative rispetto alla tradizione vittoriana? Certamente, dalle prime opere si evince che Woolf concepiva il lavoro come un mero esercizio di scrittura. Si trattava di una cura alle gravi crisi depressive che la colpivano. «Credo che pochi siano torturati come me dallo scrivere. Il mio cervello è come una bilancia di precisione: basta un granello a farlo precipitare. Questo insaziabile desiderio di scrivere qualcosa prima di morire, questo senso divorante della febbrile fugacità della vita, che mi fa avvinghiare, come un uomo a una roccia, alla mia sola àncora».
Sperimentazione
Guardando allo stile delle opere mature, Virginia Woolf è sicuramente una grande sperimentatrice. Spesso viene paragonata a James Joyce per la tecnica del flusso di coscienza e per l’uso del monologo interiore. Nei romanzi più famosi, quali Gita al faro e La signora Dalloway, sono presenti numerosi moments of being, vale a dire momenti di libera espressione dei pensieri dei personaggi così come vengono nella mente, senza essere riorganizzati con frasi logicamente e grammaticalmente concatenate. L’effetto ottenuto è un maggior coinvolgimento del lettore, grazie all’introspezione psicologica di cui la scrittrice è maestra. Il romanzo più sperimentale, quello che Marguerite Yourcenar definì rivoluzionario, è Le onde, del 1931, in cui la narrazione si basa più sul ritmo che sulla trama. È innegabile, dunque, l’immenso contributo che Virginia Woolf ha dato per superare la tradizione dei romanzi vittoriani e arrivare a quelli moderni, in linea con le rivoluzioni artistiche e letterarie a lei contemporanee.
Donne
La questione femminile è uno dei temi più cari all’autrice e ciò si evince dalla quasi totalità della sua produzione letteraria. In particolare, due saggi trattano la condizione della donna e i mutamenti ritenuti necessari per migliorarla, Una stanza tutta per sé e Le tre ghinee. Nel primo, Virginia Woolf fa riferimento a scrittrici quali Aphra Behn, Jane Austen, le sorelle Brontë e George Eliot, e conduce un’aspra critica dell’esclusione delle donne dalla Storia. Sostiene che, invece, una donna dovrebbe possedere il proprio denaro e «una stanza tutta per sé», se ha la vocazione letteraria e vuole coltivarla. Nel secondo saggio, la condizione femminile si intreccia al problema della guerra, dal momento che l’autrice denuncia il profondo legame tra patriarcato, militarismo e totalitarismo: di fatto, il rifiuto della guerra va di pari passo con la lotta contro quei disvalori prettamente maschili che hanno sempre monopolizzato la Storia. A tal proposito, l’autrice afferma: «Combattere è sempre stata un’abitudine dell’uomo, non della donna. La legge e l’esercizio hanno sviluppato quella differenza, non importa se innata o accidentale».
Nevrosi
Virginia Wolf morì suicida a cinquantanove anni, a seguito di una grave crisi depressiva. Si riempì le tasche di sassi e si lasciò annegare nel fiume Ouse. Scrisse una toccante lettera d’addio al marito da cui si evince tutta la fragilità di una mente fuori dal comune, ma ormai allo stremo: «Sono certa che sto impazzendo di nuovo, sento che non possiamo attraversare un altro di quei tempi terribili e non mi riprenderò questa volta». La vita della scrittrice fu piena e intensa, ma contornata da eventi personali e storici terribili come la morte dei genitori e della sorella, le guerre, le dittature. L’inizio del «secolo breve» è stato caratterizzato da eventi tragici e traumatici per chi lo ha vissuto, per noi difficili da immaginare. Tra simili difficoltà, la personalità di Virginia Woolf appare a noi ancora più grande, infatti da essa continuiamo a imparare, a quasi un secolo dalla scomparsa della scrittrice.
Virginia Woolf: i primi libri da leggere per conoscere questa scrittrice
- La signora Dalloway, Mondadori, 2019
- Al faro, a cura di Nadia Fusini, SE, 2011
- Una stanza tutta per sé, Feltrinelli, 2021
- Le onde, a cura di Nadia Fusini, Einaudi, 2014
- Le tre ghinee, Feltrinelli, 2021
A cura di Giusi Chiofalo