Ritratti di scrittori: Selma Lagerlöf, chi era? Scoprilo in 5 parole
Selma Lagerlöf (nata a Mårbacka, Svezia, nel 1858 e morta a Sunne nel 1940) è stata la prima donna a vincere il Nobel per la letteratura nel 1909. Da maestra elementare a membro dell’Accademia svedese, è ricordata come una delle autrici svedesi che ebbe più successo. La sua è la voce della tradizione, della Svezia delle saghe, dei paesaggi mozzafiato e dell’atmosfera natalizia da fiaba.
Selma Lagerlöf: chi era la scrittrice in 5 parole
Insegnamento
La Lagerlöf insegnò per più di dieci anni in una scuola elementare femminile, occupazione lasciata quando La Saga di Gösta Berling vinse un premio che le permise di dedicarsi interamente alla scrittura. Il suo impegno letterario era noto all’Unione degli Insegnanti Svedesi che le propose di scrivere un libro di lettura per gli alunni delle elementari, una richiesta in cui era implicito il desiderio riformatore del sistema. Alla Lagerlöf fu chiesto di portare la fantasia nei testi didattici, un’innovazione incredibile nelle classi dei primi anni del Novecento. Una missione per la quale si dimostrò all’altezza, il cui risultato fu Lo straordinario viaggio di Nils Holgersson, un capolavoro della letteratura per l’infanzia.
Omosessualità
La vita sentimentale della Lagerlöf si consumò nell’ombra, al riparo dietro porte chiuse. Una condizione imposta dalla società del periodo e dalla legge svedese contro l’omosessualità, che sarebbe stata abrogata solo quattro anni dopo la sua morte, impedendole così di vedere la legalizzazione degli amori come il suo. La Lagerlöf ebbe una relazione con Sophie Elkan, anche lei scrittrice. Tra le due si intromise l’insegnante Valborg, l’altro suo grande amore a cui scriveva «Non ti prometto fedeltà, vorrei solo che questa potesse essere la vita fuori… Vorrei che non dovessimo essere giudiziose, che agli uomini non interessasse sentire che teniamo l’una all’altra.» Un amore di cui non si poteva parlare.
Folclore
Le opere della Lagerlöf nascono come rielaborazione dei racconti folcloristici svedesi, storie tramandate da generazione in generazione davanti al caldo di un focolare, mentre fuori esplode l’inverno. Atmosfere epiche e fiabesche abitano le pagine, facendo da contesto alle riflessioni sulla condizione umana, rivestendole con un velo di magia. Non ci troviamo di fronte ad esempi di fantasy, almeno non al genere a cui alludiamo oggi. Le raccolte di racconti, da Legami invisibili a Uomini e troll, amalgamano realtà e finzione, ricerca spirituale e superstizione, esseri umani e creature mitologiche. La Lagerlöf crea un mondo intorno al periodo natalizio, che ritroviamo ne La leggenda della rosa di Natale, o ancora in La notte di Natale. Villaggi di provincia, pianure nordiche così estese da non vederne la fine, notti infinite e candele in mezzo ai boschi sono la cornice all’interno della quale l’autrice parla di Dio.
Nobel
Dei 122 Nobel per la Letteratura, solo 14 sono stati assegnati a delle donne, l’ultimo a Louise Gluck nel 2020. Fu Selma Lagerlöf a inaugurare la tradizione, vincendo il prestigioso premio con le sue storie di fantasie, scritte inizialmente per bambini e ragazzi e poi diventate dei grandi classici della letteratura svedese, in grado di trasportare il lettore fuori dal tempo e dallo spazio, in un mondo magico, racchiuso tra le righe. Il Nobel le fu conferito “per l’elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere”.
Il discorso della premiazione fu dedicato al padre, perso da tempo, che l’autrice immaginò di incontrare di nuovo. “Non credo, padre, che tu capisca davvero quanto sia difficile per me. Non ti rendi conto che sono anche in debito con i miei lettori. Devo loro così tanto: dal vecchio re con il figlio più giovane, che mi hanno mandato a vagabondare per il Sud durante i miei primi anni, ai piccoli scolari che hanno scarabocchiato una lettera di ringraziamento per Nils Holgersson. Che ne sarebbe stato di me se nessuno avesse voluto leggere i miei libri?”
Sguardo
Si dice che tutto dipenda da come lo si guardi, se si vede l’acqua che riempie il bicchiere o il vuoto nel mezzo. È questione di prospettive. L’autrice ne usa di diverse. In Jerusalem, un capolavoro nato in seguito al viaggio della Lagerlöf in Palestina, dove era andata a trovare la comunità di Nas, trasferitasi dopo essersi unita a una setta in attesa del ritorno di Cristo, lo sguardo è quello religioso. Con uno stile scorrevole e favolistico, l’autrice affronta temi complessi inerenti l’animo umano e la ricerca di Dio.“ È qui che si trova quel che si cerca. Qui ci si perseguita senza tregua, ci si ammazza senz’armi. È questa la Gerusalemme che uccide.”
Ne L’imperatore di Portugallia, invece, la lente utilizzata da Jan di Skrolycka per guardare il mondo è quella dell’amore. Saranno questi occhiali speciali a farlo sopravvivere anche quando il dolore per la sua piccola Klara sembra essere troppo forte. Quando la realtà fa male, Jan la trasfigura superando i confini dell’umano per entrare nel meraviglioso. Un biglietto di sola andata per un posto in cui i mali terreni vengono alleviati, lo stesso effetto che sembrano provocare i libri della Lagerlöf.
Selma Lagerlöf: i libri da leggere per approcciare a questa scrittrice
- La Saga di Gosta Berling, Iperborea 1891
- Jerusalem, Iperborea 1901
- La leggenda della rosa di Natale, Iperborea 1904
- L’imperatore di Portugallia, Iperborea 1914
- Uomini e troll, Iperborea 1915
a cura di Maria Ducoli