Gianni Rodari: centenario della nascita. Un anniversario che ci invita a giocare con la fantasia

 Gianni Rodari: centenario della nascita. Un anniversario che ci invita a giocare con la fantasia

Il 23 ottobre 2020 Gianni Rodari avrebbe compiuto 100 anni. È da questa ricorrenza che sono nate una serie di iniziative. Una delle prime è stata 100 Gianni Rodari: un progetto che vuole ricordare, raccontandolo, l’uomo che più di tutti ha creduto nel potere della fantasia.

Il progetto 100 Gianni Rodari

 Si tratta di un compleanno che si dispiega per ben 365 giorni: dal 23 ottobre 2019 fino al 23 ottobre 2020. Prima dell’emergenza sanitaria, che ha completamente rimodellato tutto il progetto, le attività consistevano soprattutto in letture teatrali e attività scolastiche. Insegnanti, studenti, attori, librai, appassionati: ciascuno era chiamato a raccontare come può essere il mondo quando lo si guarda con gli occhi di Rodari.

Erano stati preparati cicli di recitazioni, giochi a tema, tombole piene di filastrocche e, addirittura, un poster per insegnare a odiare la lettura. Ma, soprattutto, venivano sfidati gli insegnanti a ripensare il proprio mestiere in funzione delle idee dell’autore, tutte fondate sull’importanza dell’immaginazione.

A un certo punto, però, il calendario si è come congelato: i teatri sono stati chiusi, le scuole si sono svuotate, i laboratori sono stati annullati. Era necessario, quindi, ripensare ogni evento – perché, mai come in un tempo come quello che stiamo vivendo, si dimostrava essenziale coltivare quella fantasia di cui Rodari si è fatto portavoce. Sono nate, così, una serie di iniziative online, che hanno il pregio di non esaurirsi nell’hic et nunc, ma di rimanere a disposizione di chiunque voglia accedervi, anche a distanza di tempo.

Gianni Rodari: le iniziative online per il centenario

È nato, per esempio, il progetto Rodari al telefono: un’audiolettura delle omonime Favole a cui si accede selezionando esattamente i tasti di un vecchio telefono (uno di quelli con la corda attorcigliata e la ruota da girare con le dita). Attraverso questo progetto, quella cornice narrativa nella quale si immaginavano interminabili chiacchierate a distanza, è diventata realtà. L’ascoltatore, infatti, aspetta impaziente il rumore della cornetta che viene alzata, contando i ticchettii degli squilli; ascolta la voce di un attore che racconta, ma il cui volto rimane sconosciuto: e, così, può immaginare di essere guidato dalla voce della mamma, della zia o del nonno.

Ma ci sono anche i 100 biscotti di Sara Beltrame: una serie di filastrocche e recensioni “impastate”, da gustare in meno di un minuto. A parlare sono ragazzi tra 4 e 18 anni, che si esprimono proprio come sarebbe piaciuto a Rodari: attraverso filastrocche, indovinelli e giochi linguistici.

Rai Radio 3, inoltre, ha costruito Pantheon: le parole della fantasia, un programma raccontato direttamente dalla voce dell’autore. Si tratta di una serie di registrazioni, ascoltabili online, che provengono da un evento che Rodari tenne in Emilia Romagna. Durante le varie puntate, gli ascoltatori giocano con la fantasia e sperimentano una serie di tecniche linguistiche. L’obiettivo, pienamente riuscito, è quello di imparare tutti i segreti del mestiere del narratore.

Ma chi era Gianni Rodari? 

Gianni Rodari è stato – tra le altre cose – un pedagogo, un giornalista e uno scrittore. Probabilmente l’esperienza più determinante, nella sua esistenza, fu quella dell’insegnamento: dietro la cattedra scoprì, infatti, quanto forte e potente poteva essere l’immaginazione dei bambini. In uno dei suoi racconti giornalistici ammise, addirittura, che furono proprio alcuni suoi alunni a correggere e migliorarne le storie. E, difatti, fu il mondo dell’infanzia a occupare il posto più importante nei suoi racconti e nelle sue filastrocche. Nel 1970 vinse, oltretutto, il Premio Andersen: una sorta di premio Nobel della narrativa per l’infanzia.

Ma Rodari è stato anche un adulto, pienamente impegnato nel tempo e nella società in cui viveva, con l’obiettivo di migliorarli. Oltre che convinto anti-fascista, fu anche l’ideatore di una ONLUS che propagandava una scuola laica e democratica. Il suo impegnò gli costò, addirittura, la censura: il Vaticano lo definì “diabolico” e ne bruciò le opere.

Il mondo raccontato da Rodari

Eppure, Rodari non si arrese mai. Anzi, fece della letteratura la propria strategia elettiva per raccontare la realtà, denunciarla e migliorarla. È per questo che intere generazioni di bambini, grazie alle sue parole, non hanno smesso di credere nella possibilità di un mondo diverso. Un mondo, cioè, in cui la libertà sconfigge il potere, i gamberi possono camminare in avanti, invece che indietro, e i palazzi sono fatti di gelato. Le sue storie ammettono tutto ciò che sembra impossibile: errori, stranezze, sogni. Ma, soprattutto, invitano a credere e costruire un mondo in cui ci sia sempre posto per tutti: Un bel Pianeta davvero / anche se qualcuno insiste / a dire che non esiste / Ebbene, se non esiste, esisterà: / che differenza fa?.

Attraverso le sue parole, la fantasia diventa un modo per guardare alla realtà di sbieco, come avrebbe detto Calvino. Dietro ai suoi personaggi rocamboleschi e a tutte le sue avventure strampalate, infatti, si nasconde proprio il mondo che noi conosciamo e con cui dobbiamo fare i conti. E Rodari ci insegna a non avere paura, a credere nella forza dell’amore, a non omologarci. Ci racconta l’umanità e ci invita a farne parte. E lo fa con la leggerezza di una fiaba: una di quelle che da bambini ci avrebbero cullato e portato nel mondo dei sogni.

Se io avessi una botteguccia
fatta di una sola stanza
vorrei mettermi a vendere, sai cosa?
La speranza.
“Speranza a buon mercato!”
Per un soldo ne darei ad un solo cliente
quanto basta per sei.
E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza fargliela pagare.

 

a cura di Rebecca Molea
progetto grafico AD

Rebecca Molea

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