Willy. Una storia di ragazzi: Il delitto di Colleferro nel libro inchiesta di Christian Raimo e Alessandro Coltré

 Willy. Una storia di ragazzi: Il delitto di Colleferro nel libro inchiesta di Christian Raimo e Alessandro Coltré

Willy. Una storia di ragazzi. Il delitto di Colleferro: inchiesta sul massacro (Rizzoli, 2023) di Christian Raimo e Alessandro Coltré nasce innanzitutto dal lavoro d’inchiesta svolto dai due autori per l’articolo Nella ex città operaia dove hanno ucciso Willy Monteiro Duarte, uscito nel 2020 per «Internazionale», e successivamente per il podcast da esso tratto, Willy. Una storia di ragazzi, prodotto da Dersu Productions e Storielibere.fm. Proposto da Martina Testa al premio Strega 2024, il libro inchiesta vuole soprattutto restituire spazio ai giovani, amici e coetanei della vittima, e alla loro vita prima e dopo l’omicidio divenuto il trauma, ancora inesplorato, di un’intera comunità.

Willy. Una storia di ragazzi: la trama del libro

È una notte d’estate non diversa dalle altre quella in cui si consuma il massacro di un giovane ragazzo in un piccolo comune italiano. Nel giro di poco tempo, il nome della vittima comparirà su tutti i tg, nei programmi d’inchiesta e nei salotti televisivi italiani. E insieme a lui, il nome di un paese, di una comunità intera, quella di Colleferro, improvvisamente sotto i riflettori per ragioni decisamente non felici. È questa la storia che Christian Raimo, affiancato da Alessandro Coltré, sceglie di raccontare: quella di Willy Monteiro Duarte, la cui vita viene stroncata dalla violenza inspiegabile di quattro coetanei. Spiegare l’inspiegabile è però quello che i due autori cercano di fare in questo libro inchiesta, presentando con ordine i fatti di quella notte, riportando testimonianze e restituendo una ricostruzione lineare degli avvenimenti. Questo, però, è solo il punto di partenza: i due autori, infatti, tentano di scavare in profondità, partendo dal terribile evento di cronaca per arrivare a toccare diversi punti nevralgici che le tante altre narrazioni, più contemporanee agli eventi, avevano al tempo ampiamente trascurato. 

Raccontare il «dopo»: una storia di ragazzi ma anche di luoghi

Quando le telecamere vanno via improvvisamente (come improvvisamente erano arrivate), sulla comunità di Colleferro, così come quelle vicine di Artena e Paliano, cala il silenzio. È in quel silenzio che Raimo e Coltré si muovono, è qui che ricercano le voci di chi Willy lo aveva conosciuto, di chi aveva passato con lui quell’ultima sera, così come tante altre prima, restituendo loro spazio e respiro. Un respiro che era stato mozzato dalle narrazioni fugaci e immediate seguite al massacro: dalle testimonianze raccolte, infatti, emerge la frustrazione di un racconto inesatto, approssimativo e disinteressato a restituire della vittima un ritratto quanto più fedele. 

«La fretta di molti giornali la capisco fino a un certo punto, perché sì è il loro lavoro, però la fretta non ha permesso di fare emergere chi era Willy, e si è finiti a dire falsità»: queste le parole di una delle amiche intervistate. 

Con questo, i due autori vogliono far emergere il ragazzo nella sua verità, ma anche raccogliere le testimonianze dei suoi amici e coetanei. Infatti, uno dei punti di maggiore interesse dell’opera di Raimo e Coltré è l’indagine del «dopo», il racconto di tutto ciò che alla vittima è sopravvissuto: un’intera comunità sotto shock, ragazzi e coetanei lasciati soli con i resti di un trauma collettivo con cui non hanno smesso di fare i conti. 

Ne emerge una storia, sì, di ragazzi, ma anche una storia di luoghi: perché non è possibile dividerli, prescindere dai contesti in cui Willy e i suoi amici (così come i suoi carnefici) sono nati e cresciuti. Quella che emerge dall’interrogazione dei due autori è una ricostruzione che in primo luogo non vuole demonizzare o assolvere tale contesto, ma che invece tenta di raccontarlo nella sua complessità e nelle sue contraddizioni. Luoghi dove è facile rassegnarsi al «niente», ma anche luoghi dove i più giovani hanno provato, e stanno provando, a dare vita a realtà nuove, anche nel ricordo di Willy, luoghi che esistevano anche prima di quella drammatica notte e hanno continuato a esistere dopo: è lì che vanno cercate le risposte e non, come in maniera approssimativa era stato fatto, nella semplicistica criminalizzazione della movida giovanile. È il mondo prima della violenza che va interrogato e non in maniera macabra o sensazionalistica, né tantomeno pietistica, ma con accortezza e, soprattutto, senza pregiudizio, affidandosi alle voci di chi quei luoghi li ha vissuti e li vive tutti i giorni.

Gli autori intrecciano tali testimonianze alla storia di queste comunità, alle difficoltà legate al contesto industriale e d’inquinamento, alla disoccupazione giovanile e al desiderio ambivalente di restare e fuggire via. Emergono in tutta la loro complessità le verità di quei luoghi che sono innanzitutto «organismi vivi» che, come le persone, «se colpite al cuore possono soccombere»

«Raccontare così approfonditamente questa storia, conoscerla in ogni dettaglio, può attenuare lo strazio fosse pure per il piccolo sollievo che un male insensato è peggiore di un male di cui almeno proviamo a riconoscere gli elementi che lo costituiscono».

Chi sono Christian Raimo e Alessandro Coltré autori di Willy. Una storia di ragazzi

Nato a Roma nel 1975, Christian Raimo è laureato in Filosofia e oggi è insegnante presso una scuola secondaria di secondo grado a Roma. Ha lavorato per radio, cinema e televisione e collaborato con numerosi quotidiani, come «il manifesto», e riviste letterarie, come Elliot narrazioni e Liberatura. Inoltre, è tra i fondatori del blog letterario «minima&moralia». Nel 2001 esordisce con minimum fax con la raccolta di racconti Latte, e nel 2012 esce il suo primo romanzo, Il peso della grazia, per Einaudi. È anche autore di diversi saggi e libri inchiesta sul tema della scuola e delle nuove generazioni, come Ho sedici anni e sono fascista. Indagine sui ragazzi e l’estrema destra (Piemme, 2018) o Tutti i banchi sono uguali. La scuola e l’uguaglianza che non c’è (Einaudi, 2017).

Giornalista, classe 1992, Alessandro Coltré vive a Artena, in provincia di Roma. Si occupa soprattutto di questioni ambientali in Italia, con particolare attenzione alle emergenze nel Lazio. Collabora con «Economia circolare» e «Fan page» e dal 2019 è coordinatore dello Scaffale ambientalista, biblioteca e centro di documentazione a Colleferro. 

 

A cura di Federica Tortora

Blam

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