Ultimo stadio: il romanzo d’esordio di Francesco Negri, tra contestazione, sampling e periferie. Recensione

 Ultimo stadio: il romanzo d’esordio di Francesco Negri, tra contestazione, sampling e periferie. Recensione

Ultimo stadio è il romanzo d’esordio del milanese Francesco Negri, edito da Transeuropa nella collana gestita da Giulio Milani e in libreria dall’8 dicembre scorso. Una storia violenta di periferie, tossicodipendenze, che si fa ritratto generazionale di questi anni.

Ultimo stadio: la trama del libro di Francesco Negri

La polisemia di questo romanzo rende complesso, e pertanto avvincente, riuscire a inquadrare le diverse vicende. Fin dall’inizio il lettore si trova immerso in un mondo sfaccettato, persino nel tempo. Il cardine attorno al quale ruota tutto, e che rappresenta anche l’io narrante, è Tommaso Scotti, un giovane senza futuro, senza ideali, cresciuto nella periferia milanese. In un tempo che va dal poco prima fino al poco dopo la comparsa del Coronavirus, che qui Negri chiama “Crocevirus” e altre volte “Crovid-19”. I punti di riferimento del ragazzo sono davvero pochi, fra questi ci sono i due amici Icce e Ahmed. E se prima e durante il virus per loro era ancora possibile lavorare in maniera dignitosa come magazziniere o rider, è nel dopo che la tragedia vera si consuma, quando per sbarcare in qualche modo il lunario non restano che le rapine alle farmacie o ai minimarket h24, fino alla prostituzione, allo spaccio, per finire all’omicidio. Benché senza fede, è la fede, tuttavia nel calcio e nel suo Milan, ad aprire a Tommaso le porte del carcere, ed è lì che in fondo il passaggio finale fra il prima, con una vita vissuta ai limiti, e il dopo si consuma. Nell’incertezza assoluta persino per il presente – giacché il futuro nemmeno esiste più –, l’unica cosa certa è l’amicizia che lega i tre ragazzi: «La nostra amicizia – come i tossici del Parco Sud – non aveva bisogno di parole né risposte: era una partita allo stadio, un busto del Duce, una birra coi colleghi in fondo a dieci ore di magazzino» (p. 151).

Il nichilismo e la violenza

«Ho l’impressione che anche la mia vita si riduca a una sigaretta in fiamme, un incendio senza fine né principio, senza un centro preciso al di fuori di sé» (p. 60). È questa la vita per Tommaso: un luogo in fiamme senza un centro preciso. La distruzione ricopre tutto. Nella periferia di una Milano nemica, maligna, che distingue fra chi vive in città e chi viene dalla periferia, offrendo ai primi quantomeno la parvenza di un futuro e negando ai secondi persino il presente, la violenza diviene l’unico vero scopo da perseguire. Succede così che il mondo durante la pandemia diviene l’habitat naturale in cui vivere. È il caos più assoluto a governare le loro esistenze e non per estetica, ma perché Tommaso e quelli come lui non conoscono altro che l’ingovernabilità, sono incapaci di vivere nella normalità, poiché non la conoscono. Non sono i soldi, non è il potere, “distruggere per distruggere”, è il motto. Lo è persino l’amore, concepito come qualcosa di distruttivo, che fa solo male, perché nel quartiere da dove proviene Tommaso gli uomini che venivano lasciati si comportavano così: «[…] ci si stordiva di fatica al lavoro. Poi si distruggeva il fine settimana in un buco nero d’alcool, narici incrostate e nocche sanguinanti […] E persino il femminicidio era più onorevole di un pianto» (pp.61-62).

Pertanto, in Ultimo stadio di Francesco Negri le voci dei personaggi si fondono in un Noi narrativo in grado di tracciare il ritratto di una certa generazione, cresciuta nei primi anni Venti del terzo millennio, che fa del nichilismo e della violenza fine a se stessa la propria unica bandiera.

Il sampling musicale

Molto interessante è l’utilizzo del sampling, in genere presente in ambito musicale e consistente nel riutilizzo di una parte (campione o sample, per l’appunto) di una registrazione in un brano diverso. Qui l’autore applica questa tecnica alla prosa, servendosi di frasi, parole, cadenze o interi capoversi di altri. A volte si tratta di frammenti di opere letterarie o filosofiche oppure giornalistiche, altre volte sono presenti campionamenti di film, brani musicali, stati di Facebook, blog, messaggi di WhatsApp o tweet.

a cura di Valeria Zangaro

Valeria Zangaro

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