Da Virginia Woolf a David Foster Wallace: tutti i “Suicidi famosi e imperfetti” raccontati nel libro di Fabrizio Coscia

 Da Virginia Woolf a David Foster Wallace: tutti i “Suicidi famosi e imperfetti” raccontati nel libro di Fabrizio Coscia

Pubblicato quest’anno da Editoriale Scientifica, Suicidi imperfetti di Fabrizio Coscia è un libro che una cura particolare per la delicatezza dei temi trattati. Interrogare le testimonianze di un profondo dolore, con l’intento di esplorare vite di uomini e donne – quali David Foster Wallace, Nick Drake, Virginia Woolf – che hanno sperimentato una grande potenza espressiva: questo lo scopo di Fabrizio Coscia, docente, editorialista e critico teatrale, autore di saggi come La bellezza che resta (Melville edizioni, 2017) finalista al premio Brancati, e Dipingere l’invisibile. Sulle tracce di Francis Bacon (Sillabe, 2018). Oltre ai testi già pubblicati in precedenza sulla rivista on line «Pangea», a partire dal luglio 2024, e che qui ritornano in una forma, rivisti e in certi punti ampliati, alla raccolta si aggiungono anche tre inediti.

Suicidi imperfetti di Fabrizio Coscia: di cosa parla il libro

Noti al grande pubblico, citati nelle più disparate occasioni in virtù del loro straordinario contributo, spesso ne resta sconosciuto il tragico destino: Fabrizio Coscia ha deciso di mettersi in ascolto di questa dolorosa complessità ripercorrendo, attraverso brevi ritratti, il viaggio tormentato e solitario di uomini e donne che hanno consegnato alla Storia opere di indubbio valore. Impossibile restare indifferenti a esistenze così vaste, conclusesi con un gesto estremo che pure, a suo modo, inneggiava alla vita: è ciò che vuole evidenziare Coscia. Di qui, l’imperfezione che caratterizzerebbe tale scelta. Romanzi, poesie, fotografie, pellicole, brani musicali, che hanno offerto all’umanità nuovi modi di intendere l’arte e la bellezza: di questi lavori, e della loro portata rivoluzionaria, si trova traccia nella raccolta Suicidi imperfetti, alla ricerca di quella carica vitale inesauribile.

Arte e vita, due entità indissolubili

Emerge con grande enfasi, nella raccolta di Fabrizio Coscia dedicata alle vite tormentate di artiste e artisti, l’indissolubilità tra la vita e la necessità di trovare espressione nell’arte. Così per la giovanissima Francesca Woodman, in grado di rovesciare i cardini del mondo della fotografia: sua l’intuizione che l’immagine non deve per forza rivelare qualcosa, bensì può celare «un atto di sparizione». Coscia restituisce un Nick Drake risoluto, «convinto che le sue canzoni dovessero camminare da sole, con la forza della musica», che con Pink Moon si rifiuta di piegarsi alle mode commerciali del suo tempo, offrendo al pubblico «i più oscuri e inebrianti ventotto minuti di musica acustica mai incisi su disco». Brani che narrano della luna rosa foriera di sciagure (nel folclore cinese) e, tra gli altri temi, della ricerca di un posto dove stare. Un posto dove stare è anche il qui e ora rifuggito sempre da Marina Cvetaeva («Soffro, in generale, di atrofia del presente […] non solo non ci vivo: non ci capito neanche di tanto in tanto»), e mai trovato: cinque giorni prima di togliersi la vita, si era offerta come lavapiatti nella mensa del Litfond, senza ricevere risposta. Intensi, commoventi, strazianti, i capitoli dedicati a ciascun artista: così per Virginia Woolf, per Norma Jean, per Emilio Salgari, e tutti gli altri protagonisti di queste pagine.

Lo stile di Fabrizio Coscia in Suicidi imperfetti

Maneggiando queste storie con delicatezza, Fabrizio Coscia cammina stilisticamente tra la ricostruzione e la letteratura. Il risultato è un misto fra la cronaca, da cui recupera dettagli importanti e significativi delle vite esplorate, e la narrativa, nel tentativo di ritrarre figure sfuggenti e affascinanti. In questo modo, vengono ricreate le complesse situazioni vissute dai protagonisti: l’autore viaggia tra la biografia e le incursioni all’interno della loro produzione artistica. È un perfetto esempio il caso di Rachel Bespaloff, e del suo lavoro sull’Iliade, che prese forma mentre aiutava la figlia a svolgere i compiti e che provò a leggere l’orrore degli eventi bellici alla luce del testo omerico. Coscia firma «una raccolta di esercizi d’ammirazione, o semplicemente il racconto autobiografico di un’ossessione, narrato attraverso le vite degli altri, vite di artisti amati per motivi diversi».

 

A cura di Annateresa Mirabella

Blam

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