Solaris Parte seconda, il libro di Sergej Roić: la recensione

 Solaris Parte seconda, il libro di  Sergej Roić: la recensione

È il 1961, J. F. Kennedy si è da poco insediato come 35° presidente degli Stati Uniti d’America; dall’altro capo del mondo, invece, Gagarin diventa il primo uomo a superare l’atmosfera terrestre, decretando di fatto la vittoria del blocco sovietico nella corsa alla conquista dello spazio. Ed è proprio in questo contesto socio-culturale che lo scrittore polacco Stanislaw Lem pubblica quello che diventerà un capolavoro della fantascienza mondiale: Solaris, dal nome del pianeta vivente in grado di sconvolgere la psiche degli astronauti che ne entrano in contatto.

Solaris appare come un oceano senziente in grado di causare l’apparizione di fantasmi, fantasie e incubi agli umani che dalla base spaziale tentano di studiarlo. Anche Kelvin, in qualità di psicologo, si interroga sulla natura di questo pianeta cosciente. Il quesito su che cosa sia Solaris ha attraversato i decenni, si è fatto pellicola, dapprima con il regista Tarkoskij e poi con Soderbergh, due film dagli esiti meno profondi di quelli raggiunti da Lem, fino a giungere a oggi con il romanzo di Sergej Roić e il suo Solaris – Parte seconda, edito da Mimesis a marzo di quest’anno. Sono trascorsi quasi sessant’anni dal primo Solaris, gli iniziali entusiasmi della società nei riguardi delle missioni spaziali, quella grande avventura che era l’universo ha perso appeal, eppure certi temi non hanno smesso di incuriosire e interessare: siamo davvero in grado di capire ciò che ci circonda o siamo invece esseri limitati incapaci di decifrare la realtà a meno che questa non sia umanizzata?

Solaris  Parte seconda: la trama

La storia si apre con le vicende di uno scrittore che, assieme a Luisa, una donna misteriosa conosciuta per caso fra le strade milanesi, si mette alla ricerca di un libro che narra di un pianeta-cervello dalle sembianze divine e che in qualche modo potrebbe essere collegato a Solaris, tuttavia per trovarlo dovrà alienarsi da sé stesso. Il testimone passa poi a un pilota solariano che, accompagnato dal suo gatto, intraprende una missione per ritrovare Maria, l’amata svanita nelle acque di Solaris e mai più ricomparsa se non sotto forma di fantasma.

Il vero senso di Solaris

Anche qui, come nella prima vicenda che interessa lo scrittore, la ricerca ha un significato che trascende il bisogno di ricongiungersi con l’amata. È solo metaforica. La donna è la risposta e – al tempo stesso –  il tramite, è il pretesto narrativo necessario affinché i protagonisti interroghino il tempo e la materia e vi trovino in essi non solo il significato di Solaris, ma il senso stesso dell’esistenza e della realtà.

Anzi, a voler essere più precisi, Roić offre al lettore una realtà a più livelli, quasi che si tratti di un quadro di Escher. Sogni sovrapposti, si potrebbe dire. Non è un caso che le illustrazioni a corredo dell’intero romanzo riportino una visione onirica del mondo. Quelle realizzate da Renzo Ferrari, infatti, sono metaillustrazioni – se così possiamo definirle – che danno l’impressione di essere state create direttamente, e per davvero, da quell’enorme e misteriosa mente che è Solaris. Disegni dalla prospettiva sfaccettata, frantumata, distorta, esattamente come la trama del romanzo che si dipana in molteplici direzioni ricalcando, in un certo qual modo, il concetto stesso di Solaris.

Non esiste, infatti, una linearità temporale: presente, passato e futuro sono un’unica entità, vi è fra loro un parallelismo equidistante ed equivalente che fa sì che le storie dei personaggi che abitano il romanzo s’intreccino e si sovrappongano.

Il Solaris di Lem e il Solaris di Roić: due storie parallele

Roić riprende la ricerca delle risposte alle domande lasciate aperte da Lem dallo stesso punto, ma da una prospettiva differente. Non è un caso, infatti, che non sia un sequel del romanzo dello scrittore polacco, più che altro, passateci il termine, qui si tratta di un “romanzo parallelo”. Nel senso che, pur restando invariato il nodo centrale attorno al quale si muove l’intera struttura narrativa, vale a dire “prendendo in prestito”, in un certo qual senso, il pianeta Solaris, Roić mette in campo personaggi inediti, nuovi, uomini e donne del nostro tempo, e lo fa in una maniera tale da rendere accessibile la lettura anche a tutti quei lettori che non hanno ancora letto e non conoscono il Solaris di Lem.

A cura di Valeria Zangaro

Valeria Zangaro

Articoli Correlati

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *