“Penultime parole” di Cristò Chiapparino, torna in libreria la rivelazione della letteratura italiana con un romanzo sull’isolamento

Esce oggi il nuovo romanzo di Cristò Chiapparino, Penultime parole, edito da Mondadori, un viaggio introspettivo alla ricerca del silenzio, del rapporto autentico con la natura e del senso di libertà. Cristò, autore di romanzi dalla prosa visionaria, sempre scomodi e disturbanti, e perciò straordinari, come Uno su infinito (TerraRossa edizioni, 2021) o La carne (Intermezzo editore; poi ripubblicato da Neo edizioni nel 2021), torna in libreria con un romanzo dal tratto metaforico ed evanescente.
Penultime parole di Cristò Chiapparino: la trama del libro
C’è una casa solitaria, vicino alla collina che scende verso il paese di Sercinato; è una casa in cui vive una famiglia di cinque persone. A un certo punto Teresa e sua sorella – voce narrante di cui non sapremo mai il nome – restano da sole in quella piccola casa abitata dal silenzio. Presto decidono di liberarsi di tutto ciò che di umano è rimasto: i libri, le sedie, i mobili. E Teresa, per riempire gli spazi di quel rapporto incrinato, comincia a coltivare piante che in poco tempo si impossessano dei muri, del soffitto, delle finestre. Il tempo passa, scorre al di fuori di loro, nel paese, le cui le luci si spengono, una alla volta. Ma non per le due sorelle, che restano lì, in attesa, finché Teresa non decide che il suo posto non è più dentro la casa, ma sotto, attraverso; e sua sorella rimarrà sola, e rincorrerà l’altra per molto, moltissimo tempo.
Il silenzio, e cosa vuol dire la libertà
Il silenzio, nel romanzo di Cristò, è un personaggio vividissimo; è dal silenzio che sfuggono le due sorelle negli anni lunghissimi del loro isolamento, ed è nel silenzio che ritorna la paura di essere vulnerabili, di ferirsi, di morire. E poi c’è la libertà, di cui parla la protagonista al suo immaginario interlocutore, che è quella di sentirsi slegati dalla paura, di vivere ogni giorno senza pensare al domani, di sentire – davvero – la terra sotto i piedi, e dentro, giù, fino in fondo.
La scrittura di Cristò Chiapparino in Penultime parole
Cristò ci accompagna in questa storia dalle atmosfere sospese e rarefatte, una favola dalla prosa asciutta ed elegante e cionondimeno spietata: la sua scrittura, evocativa e poetica, restituisce a chi legge un mondo in cui tutto – anche le cose più assurde – è naturale, ciclico, spontaneo. I frutti, gli insetti, le due sorelle ultracentenarie: una storia mitologica in cui ritroviamo una parte del nostro sentire e ci induce a chiederci – con una strana consapevolezza che coinvolge tutti i nostri sensi – se non sia proprio questa la soluzione in un mondo alla fine: ritornare all’origine, alla terra, attraversare il Fiume, riposarsi nella fossa, lasciare che tutte le luci si spengano.
A cura di Martina Renna