Oh my darling, Clementine di Amity Gaige: una storia di fantasmi e relazioni. Recensione

 Oh my darling, Clementine di Amity Gaige: una storia di fantasmi e relazioni. Recensione

Pubblicato da Nn editore nella traduzione di Chiara Baffa, Oh my darling, Clementine di Amity Gaige, avvalendosi di topoi come vecchie case infestate e presenze inquietanti, è una riflessione sulle relazioni e sulle relative dinamiche.

 

Oh my darling, Clementine di Amity Gaige: la trama del libro

Clark e Charlotte si sono incontrati, si sono innamorati al primo sguardo e hanno deciso di sposarsi con un matrimonio veloce e tutt’altro che tradizionale. Per celebrare la loro nuova vita insieme, i coniugi Adair decidono di trasferirsi in una bellissima villetta gialla situata nel punto più alto di una collina, ai cui piedi sorge la piccola cittadina di Clementine. La loro unione però, iniziata sotto i migliori auspici – quelli di due giovani nel periodo più bello di una storia d’amore –, è minata da rancore, segreti non confessati e rabbia. Sebbene un tempo fosse così: Clark e Charlotte riconoscono ben presto che il loro rapporto ha iniziato a incrinarsi proprio a partire dal trasferimento nella nuova abitazione. Nella villa al numero 12 di Quail Road, entrambi inoltre avvertono rumori e assistono a strani eventi: risate sommesse dentro camere vuote, ombre di donne che percorrono a piedi scalzi, con un bicchiere di vino tra le mani, i corridoi bui della loro casa.

«Si voltò e scrutò il buio alle sue spalle, ed ebbe la netta impressione che anche le tenebre stessero scrutando lui. Si avvolse in una coperta che trovò sullo schienale della poltrona e si sedette sul primo gradino. Notò che tutti i suoi muscoli erano tesi. Era quasi come se stesse aspettando che arrivasse qualcuno – la sconosciuta, quell’ombra, quel pezzo di oscurità – e rivelargli il segreto».

 

Storia di fantasmi o fantasmi di un matrimonio?

La casa gialla nella quale Clark e Charlotte vanno ad abitare è infestata dai fantasmi della coppia che ha precedentemente vissuto in quell’abitazione, o piuttosto i fantasmi che ognuno di loro vede sono proiezioni di ciò che prima o poi dovranno affrontare? A questa domanda non si trova risposta nel corso della lettura; Gaige sceglie di non offrire a chi legge una soluzione che spieghi e ristabilisca un equilibrio nella narrazione. Come per altre sue opere, nemmeno in questo caso l’autrice ci dà certezza sul genere del romanzo: Oh my darling, Clementine è la storia di un matrimonio in crisi o quella di due coniugi alle prese con entità che prima di loro hanno abitato la villa? Non ci è dato saperlo, ed è questa insicurezza che rende il romanzo di Gaige una storia fuori dall’ordinario. Sul sito di Nn editore e sulla quarta di copertina si legge che questo libro è pensato «per chi nel dormiveglia varca la soglia di un museo del tempo, dove passeggiare tra momenti dimenticati, perduti, isolati, a volte inquietanti eppure bellissimi». È un libro nel quale realtà e immaginazione si mescolano continuamente in una storia che vibra d’intensità.

È certo che la casa gialla di Clementine, oltre che – forse – una casa infestata, è prima di tutto trasposizione fisica della relazione tra i due protagonisti del romanzo. Una casa bellissima, perfetta in ogni dettaglio, ma che all’interno nasconde voci di un amore giunto al termine, amarezze e crudeltà quotidiane, violenza nelle parole e nei gesti.

 

La scrittura di Amity Gaige in Oh my darling, Clementine

«All’inizio dell’estate, gli Adair erano in ottima forma. Passavano molte atletiche nottate a letto, e restavano svegli fino a tardi a bere root beer o brandy al buio, ridendo e giocando a rubamazzetto o a vari altri giochi che avevano inventato nella loro vita di coppia senza figli».

Lo stile che Amity Gaige adotta per raccontare l’amore di Clark e Charlotte riflette la loro storia: la scrittura è sognante e leggera, e nessuna parola è fuori posto. Le lunghe descrizioni di luoghi, oggetti e persone hanno sempre l’obiettivo di creare la giusta atmosfera, stabilire il tono della narrazione, della scena, dell’umore della coppia, il quale varia spesso nel corso del romanzo. Persino nei momenti più oscuri, quelli abitati da presenze indecifrabili.

A cura di Alessia Cito

 

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Alessia Cito

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