Mariti e mogli di Ivy Compton-Burnett: un romanzo sull’infelicità familiare. Recensione
Apparso per la prima volta nel 1931, Mariti e mogli è l’ultimo romanzo di Ivy Compton-Burnett pubblicato da Fazi (agosto, 2022; traduzione di Manuela Francescon) e finora rimasto inedito. Grande protagonista del Novecento letterario inglese, Compton-Burnett scrive una storia che esplora con cinismo e intelligenza le dinamiche di un’aristocratica famiglia inglese vissuta tra Ottocento e Novecento.
Mariti e mogli di Ivy Compton-Burnett: la trama del libro
Harriet Haslam è una matriarca autoritaria e invadente: tiene a bada quattro figli di età diverse che perseverano nel voler fare a tutti i costi ciò che la madre non ha previsto per loro. Matthew è il più grande e preferisce dedicarsi alla ricerca scientifica, meno remunerativa e prestigiosa rispetto alla carriera da medico che lady Haslam ha pianificato per lui. Il secondogenito Jermyn invece ha aspirazioni di poeta, benché gli editori non siano inclini a pubblicare le sue opere. La figlia Griselda si è intestardita in un matrimonio che a giudizio della madre Harriet sarà poco conveniente, mentre il più piccolo e amato dei quattro figli, Gregory, ha vent’anni e preferisce la compagnia di tre vecchie signore inglesi rispetto a quella dei suoi coetanei e di colei che lady Haslam ha pianificato diventerà la moglie. Il marito Godfrey poi è un buono a nulla: gentile, educato, adulatore e spendaccione; ama la moglie ma non la comprende. Harriet Haslam si scontra con i figli spesso, a lungo e con parole dure, dolorose. Dopo l’ennesimo litigio avuto con il figlio Matthew, decide di farla finita e tenta il suicidio, senza però riuscirci. Stordita e non più capace di vivere la quotidianità, la matriarca che fino a quel momento aveva retto le sorti della famiglia con il pugno di ferro viene mandata in una clinica per sei mesi. Al ritorno troverà i figli e il marito completamente cambiati: ognuno di loro ha realizzato o è sul punto di realizzare i propri desideri. Spetterà a lady Haslam trovare il modo di riportare tutti sui binari della sua volontà.
«“Matthew e io non saremo inutili per gli altri, se solo ci daranno la possibilità di essere ciò che siamo. Se invece ci spingono verso mestieri noiosi proprio quando siamo nel pieno rigoglio delle nostre forze, la molla potrebbe perdere per sempre il suo slancio, rompersi definitivamente. Non si possono mettere troppe cose dentro una sola gioventù”».
Il romanzo di Ivy Compton-Burnett: uno spettacolo teatrale
Mariti e mogli è un romanzo scritto con la sapienza e l’abilità di chi conosce profondamente i meccanismi di una bella storia e la rendono interessante anche al più pigro fra i lettori. A Compton-Burnett bastano poche battute ben inserite per caratterizzare ciascuno dei personaggi. Ogni uomo e donna che prende parte alla vicenda ha una sua voce, un suo modo di esprimersi e distinguersi nella folla di coprotagonisti, macchiette o ancora semplici comparse: nessuno rimane a lungo sconosciuto. Leggere il romanzo di Compton-Burnett è come assistere a uno spettacolo teatrale: i toni, i dialoghi arguti che arrivano sempre dritti al punto; tutto si svolge in scena, sul palco.
«“Matthew, non dovresti dire alle spalle delle persone quello che non gli diresti in faccia.” disse Gregory.
“Prendi esempio da nostro padre.” osservò Matthew
“E quello che fa, a modo suo” replicò Gregory. “Allora, Grisel, è tutto a posto di sopra?”
“Al punto che ho paura delle possibili conseguenze”
“Dobbiamo ricominciare ad avere paura, dunque?” domandò Matthew.
“Meglio non perdere l’abitudine, no?” replicò Griselda, “Ormai dovrebbe essere una seconda natura”».
La crudezza e allo stesso tempo l’abilità con la quale la scrittrice è stata in grado di scavare nelle dinamiche della famiglia di lady Haslam la rende una maestra delle relazioni, soprattutto quelle familiari, soprattutto quelle infelici. Tra i personaggi creati da Compton-Burnett vi è un livore tanto distruttivo che nessun membro della famiglia è in grado di riprendersi.
La scrittura di Ivy Compton-Burnett in Mariti e mogli
Ciò che colpisce fin da subito è che in Mariti e mogli ci sono poche descrizioni e ancora meno sono i passaggi di carattere riflessivo tipici del primo Novecento. La trama avanza attraverso i dialoghi – torna ancora una volta l’aspetto teatrale di questo romanzo –, che sono moltissimi e brillanti: il tono è quello tipico dello humor inglese. Uno stile, quello di Compton-Burnett, ricco e mai ridondante.
A cura di Alessia Cito
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