L’equazione del cuore di Maurizio de Giovanni. I sentimenti: un mistero da risolvere. Recensione
Pubblicato per Mondadori a febbraio 2022, L’equazione del cuore è il nuovo romanzo di Maurizio de Giovanni, che in questa occasione abbandona i protagonisti e le protagoniste che lo hanno reso celebre in libreria e in televisione – I Bastardi di Pizzofalcone, Mina Settembre – e si dedica a una storia diversa dal solito, senza tuttavia dimenticare il fascino di un mistero da risolvere che ha da sempre caratterizzato tutta la sua produzione.
L’equazione del cuore di Maurizio de Giovanni: la trama del libro
Massimo è un professore di matematica ormai in pensione che, dopo una vita di insegnamento sempre svolto senza una particolare vocazione, decide di trasferirsi solo – la moglie è morta; la figlia è ormai grande e ha una famiglia «su al Nord» – sull’isola di Procida. La sua tranquillità, solitaria e a tratti misantropa, è rotta da una telefonata che arriva nel cuore della notte. La figlia Cristina e il marito Luca sono morti in un tragico incidente d’auto; l’unico sopravvissuto è Francesco, detto Checco, che ha nove anni e lotta tra la vita e la morte in una camera d’ospedale. Massimo sarà quindi costretto a spostarsi al Nord, abbandonando la sua adorata solitudine per un mondo che sente ostile, popolato da figure senza scrupoli. La famiglia del genero infatti è proprietaria di alcune grosse aziende che in paese hanno dato un impiego a generazioni di abitanti: ora che il proprietario è morto, chi si prenderà la responsabilità della sua gestione? Quali misteri si celano dietro la morte della figlia e del genero?
La città del Nord, luogo di dolore
Per la prima volta de Giovanni non ambienta il suo romanzo tra le strade confuse e i paesaggi tipici di Napoli, ma sceglie una città lombarda e senza nome, come a voler immediatamente sottolineare la differenza culturale e a tratti stereotipata tra i due mondi: il Sud che accoglie sempre e comunque, il Nord ostile ed escludente. Un novembre freddo e nebbioso, un clima poco accogliente, spazi bui, fin troppo grandi e densamente popolati nei quali il protagonista Massimo ha disimparato a muoversi. Autorecluso ormai da anni nella piccola isola di Procida a costo di separarsi dalla figlia, a costo di allontanarsi dal nipote, a costo di non essere partecipe della sua crescita e forse addirittura poco interessato a tutto ciò, «il Professore» sceglie di chiudersi in una solitudine sempre cercata e mai rimpianta.
Un mistero da risolvere che non tradisce i lettori affezionati
Dietro la facciata della grande e florida azienda di famiglia che per generazioni è stata in grado di garantire un lavoro – direttamente o indirettamente – a tutti gli abitanti della piccola città del Nord, si nascondono ombre destinate ad allungarsi sempre di più. de Giovanni usa in questa occasione il topos sempre efficace della cittadina dominata dai sorrisi di circostanza: essa nasconde tuttavia orribili segreti che a nessuno conviene far riemergere. In questo contesto entra in gioco la figura di Massimo, che nel romanzo dello scrittore napoletano è «l’outsider» per eccellenza: colui che decide di assumersi l’onere di andare fino in fondo ai torbidi segreti di famiglia che circondano l’azienda del suocero.
Un protagonista insolito costretto ad assumersi responsabilità non volute
de Giovanni crea con Massimo un protagonista freddo, egocentrico, al limite dell’insensibilità e con il quale difficilmente si potrà empatizzare. Tuttavia è evidente ben presto che la fredda logica dietro le scelte del professore campano è un tratto della sua personalità, destinato a diventare centrale per lo sviluppo di una storia che intreccia diversi generi. L’equazione del cuore è allo stesso tempo il flusso di coscienza di un nonno che riprende, suo malgrado, un ruolo a lungo temuto e un noir il cui epilogo finale è la giusta conclusione di un romanzo breve ma ben congegnato.
a cura di Alessia Cito