Le tracce fantasma di Nicola H. Cosentino: quando la musica si fa epifania. Recensione
Uscito a settembre del 2022 per i tipi di minimum fax, Le tracce fantasma è il secondo romanzo pubblicato da Nicola H. Cosentino dopo Vita e morte delle aragoste del 2017. Classe 1991, Cosentino, collaboratore di «la Lettura» del «Corriere della Sera», è una delle voci più interessanti del panorama italiano.
Nel suo romanzo, se l’espediente narrativo di trasportare il protagonista nel passato – grazie allo stato allucinogeno causato da un mix a base di musica e birra – risulta surreale, tutt’altro è invece il personaggio di Valerio Scordìa. Musicista fallito, ex miglior amico di un cantante di successo, una vita sentimentale che, alle soglie dei quaranta, è instabile: Scordìa è un personaggio dalla sincerità disarmante.
Le tracce fantasma di Nicola H. Cosentino: la trama del libro
Il romanzo è incentrato sulla figura di Valerio Scordìa, un concentrato di suggestioni letterarie e cinematografiche, da Sliding Doors ai romanzi di Nick Hornby e Nickolas Butler, e soprattutto musicali. Valerio, quasi quarantenne che vive da solo in un appartamento di Milano, è un critico musicale che scrive, per una testata web, articoli spesso al vetriolo. Ironico, caustico, poco incline alla diplomazia, Scordìa vive il suo lavoro di giornalista con frustrante invidia; verso la rock star del momento, Giacomo Irrera, suo – non più – miglior amico sin dall’infanzia e frontman del gruppo di cui lo stesso Valerio era stato fondatore e chitarrista. «Non gli avevano mai dedicato un applauso. Non come quello, almeno, e non a lui soltanto. Cinque, sei minuti di entusiasmo e commozione: un fragore inesauribile di palmi caldi e, di tanto in tanto, quel luccichio sui polsi: tracce di pianto appena tamponato. Come può un mancato artista sopravvivere all’invidia, dopo uno spettacolo del genere?». La trama del romanzo inizia a delinearsi dopo che Valerio assiste al trionfante concerto di Giacomo e dopo che Mirella gli rivela che la sua storica ex fidanzata, Anna, ha appena avuto un bambino. Mirella è la vicina di casa con cui Scordìa ha una relazione che non trova mai il modo di approdare a qualcosa di stabile e ufficiale. Il simbolo di questa ambivalenza sono le chiavi dell’appartamento che Mirella offre più volte a Valerio e che quest’ultimo continua a rifiutare. Il concerto da standing ovation di Giacomo e la notizia della gravidanza di Anna creano un cortocircuito nel protagonista che, sempre più chiuso in sé stesso, mescola musica e birra in quantità fino a entrare in uno stato di allucinazione che lo porta nel passato di Anna. Rivivendo attimi di vita della ex, Valerio ricostruisce molti aspetti che riguardano la loro relazione e la sua amicizia con Giacomo e il fratello Mattia e inizia a ricomporre le parti mancanti della sua vita. Ma mentre Scordìa viaggia nel tempo con la mente, la vita reale va avanti: a sorpresa approda a casa sua il nipote Alfredo, diciannovenne fuggito dalla Sicilia per affrontare i provini di X Factor; litiga con Mirella che inizia una relazione con un altro uomo; si prospetta una nuova opportunità lavorativa grazie a una cantante pop; arriva la comunicazione di sfratto. Per tutto il romanzo le cose per Valerio vanno sempre peggio, e in questo vortice di negatività il protagonista è incapace di reagire, anzi sembra a suo agio a crogiolarsi nel male di vivere che lo colpisce a suon di musica. Le tracce fantasma è comunque un libro pieno di speranza: la storia di Valerio ci ricorda che nell’apparente caos delle nostre vite una ragione, anche se non la conosciamo, esiste e arriva il momento in cui la musica (ma potrebbe essere qualunque altra cosa) si fa epifania e ci riconcilia con noi stessi e con il resto del mondo.
L’adolescenza, al centro del libro insieme alla musica
Insieme alla musica, c’è un altro grande tema che accompagna la storia dall’inizio alla fine, quella dell’adolescenza. Scordìa e i fratelli Irrera giovani fondatori della band e inseparabili amici, Anna da ragazza rivista nei sogni di Valerio, il nipote Alfredo alle prese con l’amore, la voglia di indipendenza, il sogno nel cassetto di fare il cantante. È negli anni del liceo e in quelli subito successivi che si pongono le basi di tutto ciò che verrà. Cosentino lo sa bene e proprio per questo a descrivere le fasi giovanili della vita dei protagonisti non sono mai gli stessi nel momento in cui le vivono, ma Valerio quasi quarantenne. Come se servisse essere fuori da quella fase per raccontarla davvero. Perché è questo che Le tracce fantasma fa: racconta davvero gli anni delle grandi promesse agli amici, delle relazioni che iniziano a essere più di un flirt estivo, della consapevolezza di quel che si vorrebbe essere e di ciò che si è. In questo Valerio, e di conseguenza il romanzo, tocca l’apice della sincerità. E la storia ci guadagna in credibilità ed efficacia.
La scrittura di Cosentino in Le tracce fantasma
«Confuso dalle lacrime, dai sussulti, dalla saliva, sentì il ricordo recente della batteria che si fondeva alle sue palpitazioni e si scioglieva nello stomaco: gocce pesanti di ritmo fluido gli stavano colando dal cuore all’intestino, generando languori sparsi lungo tutto il corpo. Che momento: ben cadenzato, molto equilibrato, potente in tutte le sue parti». Valerio Scordìa è uno che «per la musica, aveva letteralmente fermato la sua vita». Non è certo un caso quindi che l’intera vicenda è raccontata avvalendosi di riferimenti musicali. E non solo perché i personaggi principali sono legati all’ambiente musicale, Valerio in primis ma anche Alfredo, i fratelli Irrera, il negoziante di dischi Jimmy e tutti gli altri coprotagonisti, ma anche e soprattutto perché l’intera storia viene narrata con un «linguaggio musicale», come se si stesse raccontando una partitura, un concerto, un disco. Se non proprio di tecnicismi, Cosentino si serve continuamente di aggettivi e termini tipici dell’ambiente della critica discografica e usa la musica come metafora, come mezzo per descrivere la psicologia dei personaggi e per portare l’azione della storia. A riprova di quanto detto basterebbe citare l’indirizzo mail del protagonista: valerio.scordato@gmail.com. In quasi quattrocento pagine l’autore cita una quantità immensa di artisti, da Gabriella Ferri ai Beady Eye, da Liberace a Ivan Graziani, da Lucio Dalla a David Bowie. E sono citazioni inserite con uno scopo, tanto che sorge il dubbio, a un lettore non espertissimo di musica, di aver perso qualche riferimento importante.
A cura di Barbara Rossi
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