L’amore dei lupi di Alessandro Brusa: la fine dell’amore nel corpo e nella mente. Recensione

 L’amore dei lupi di Alessandro Brusa: la fine dell’amore nel corpo e nella mente. Recensione

Alessandro Brusa pubblica con GiulioPerrone Editore nella collana “Poiésis” il suo terzo volume di componimenti dopo La raccolta del sale e In Tagli Ripidi: stiamo parlando di L’amore dei Lupi che riunisce una serie fitta di poesie nelle quali “il corpo è anche (anzi, soprattutto), la mente, con le sue suggestioni e le sue lucide deviazioni di senso, con i suoi errori di prospettiva e i suoi residuati emozionali”, come scrive Sonia Caporossi nella prefazione all’opera. Corpo e mente infatti sono nelle poesie di Brusa modi intensi e significativi di sperimentare quello che sembra essere il tema centrale della raccolta, vale a dire la fine di una relazione, vissuta in tutti i suoi aspetti confusi e molteplici. 

L’amore dei lupi di Alessandro Brusa: i temi della raccolta di poesie 

Il corpo nella poesia è sicuramente quello del poeta, anche se in più occasioni esso  incarna tutto ciò che è “altro”: la lontananza fisica del compagno, l’assenza del corpo stesso, la dimensione puramente erotica e carnale del rapporto che ormai è solo, appunto, un ricordo.

La mente è invece una dimensione nella quale la memoria di ciò che è stato si trasforma in emozioni tra loro contrastanti, in immagini vivissime che raccontano una quotidianità desiderata e ormai persa. 

Caffè s’impunta 

    in su          per le narici 

mentre disteso e nudo 

appoggio il capo sulla maglia      che mi hai sollevato 

                                                               oltre la testa 

e che resta così     attorno alle spalle        e dietro il collo […]

Non solo parole: punteggiatura e spazio come parte integrante delle poesie de L’amore dei lupi

Nella poesia di Brusa l’uso della pagina è esso stesso parte del componimento. Parole separate da lunghi spazi come le persone di cui l’autore parla, gesti che raccontano un dolore silenzioso, privato: solo l’uso sapiente e originale della punteggiatura in questi casi riesce a renderlo visibile, le conferisce un significato e un peso che dalla poesia contemporanea è spesso tradizionalmente trascurato. Nei componimenti di Brusa elementi come il punto fermo o lo spazio tra le parole possono concludere una frase o togliere il respiro di chi parla: 

. mi hai chiuso la gola 

e ingoiato l’aria che ti spettava 

. ma l’errore è stato mio :

      che il respiro non si ferma

      e se non riempie il torace      . muore. 

. e basta.

Ne L’amore dei lupi ci si avventura, dunque, in un percorso fatto di poesie collegate tra loro: i componimenti di Brusa infatti non rimangono quasi mai isolati, spesso e volentieri essi sono parte integrante di un racconto che nasce nelle parole di una poesia e continua in quelle della successiva, dando l’impressione di una mente, di un flusso di pensieri che, come spesso accade con la fine di una relazione, ruota sempre intorno agli stessi nuclei e cioè l’assenza, il ricordo di un passato che non potrà tornare mai più.  

E poi l’amore morto   lo guardi negli occhi e

                                               gli chiedi silenzio 

 

e l’aria scorre alla pelle 

mentre attorno al dito 

                     si rigira 

                              l’anello che non hai saputo onorare 

e mi chiedo che ci faccia      ancora lì 

                                            aggrappato ad una falange 

                                                   per paura e null’altro

a cura di Alessia Cito

Alessia Cito

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