La vita intima di Niccolò Ammaniti: culto della bellezza e ricerca del consenso. Recensione
Dopo otto anni Niccolò Ammaniti, vincitore del premio Strega nel 2007 con Come Dio comanda e autore di Ti prendo e ti porto via, Anna e Io non ho paura, torna nelle librerie con La vita intima (Einaudi Stile Libero, 2023), il nuovo atteso romanzo in cui, con ironia pungente, restituisce lo spaccato di una società ossessionata dalle apparenze e dai social.
La vita intima di Niccolò Ammaniti: la trama del libro
La vita intima racconta sette giorni, dal 21 al 27 febbraio, della vita di Maria Cristina Palma, moglie del presidente del Consiglio, considerata dai media come la donna più bella del mondo. Con queste premesse, la protagonista rischia di apparire come «una bellissima bottiglia riempita di acqua minerale» – come soleva ripeterle la madre da adolescente –, una donna ricca e vanesia, interessata ai vestiti e alle occasioni mondane, ma priva di acume. In realtà il lettore intuisce presto la vivacità dei pensieri che abitano Maria Cristina – quella vita intima cui Ammaniti allude nel titolo – che tuttavia la protagonista non ha modo, né coraggio, di condividere. Abituata a essere trattata con distacco per via di una bellezza che mette in soggezione chiunque, Maria Cristina, ancor di più da quando ricopre il ruolo di first lady, non ha amici di cui fidarsi, ai quali confidare un segreto, non ha modo di esprimere le paure e le ansie che la agitano. Un giorno, a seguito di una strana coincidenza, nella vita di Maria Cristina si riaffaccia un ex fidanzato, che le invia sul telefonino un video hard che la vede protagonista. Il passato torna così inaspettatamente a farle visita e diviene una minaccia terribile: se il video uscisse sui social sarebbe in grado di polverizzare il successo e la carriera di Maria Cristina, travolgendo anche il marito. Da questo momento, le giornate noiose e rituali della protagonista scivolano in una vertigine di accadimenti: «Ecco Maria Cristina, ancorata a una poltrona di velluto scarlatto, è ruzzolata giù per la scala evolutiva ben oltre i vertebrati e i molluschi, lì dove il pensiero latita, e si è trasformata in una spugna pregna di alcol. Fissa inebetita un quadro a olio di una caccia alla volpe assorbendo l’aria viziata che sa di fritto e maialino in salsa agropiccante». Ma questa violenta catabasi diverrà per Maria Cristina un’occasione di cambiamento, una silenziosa fioritura dalla quale germoglierà il coraggio che non immaginava di avere.
Un affresco sarcastico dei tempi moderni
La protagonista del romanzo di Ammaniti incarna l’immagine, contemporanea, della società ossessionata dall’apparenza e dal consenso. La vita intima a cui l’autore si riferisce non è solamente quella sessuale, espressa dal video hard, ma è l’intero orizzonte cognitivo ed emotivo della protagonista: le manie, le fragilità e le angosce – che è difficile riconoscere negli uomini o nelle donne di successo –, ma anche i suoi pensieri sarcastici, i lampi di ironia con cui infrange la compattezza levigata della narrazione social. Maria Cristina si muove nella vita con una leggerezza considerata da molti frivola, ma che è in realtà il passo lieve di chi ha imparato che nulla in questo mondo obbedisce al caso o al desiderio. Da quando è diventata la first lady, infatti, tutto ciò che la riguarda – dal taglio di capelli alle ospitate televisive, dalle dichiarazioni in pubblico all’outfit – è deciso prima di tutto dal Bruco, misterioso social media manager che agisce nell’ombra scandagliando il web e verificando i sondaggi: «Polarizzare il popolo di Internet era esattamente lo scopo del Bruco: più si fosse formato uno schieramento che la voleva morta, più l’altro schieramento, quello democratico, quello istruito, quello che vota, avrebbe trovato nei Mascagni figure con cui solidarizzare e in cui riconoscersi».
La scrittura di Niccolò Ammaniti in La vita intima
In questo romanzo Niccolò Ammaniti sperimenta il punto di vista esterno del narratore onnisciente, che osserva con divertimento ciò che accade a Maria Cristina, rivolgendosi spesso direttamente al lettore con fare scanzonato e ironico. Questo escamotage, oltre a risultare comico, ha il pregio di alleggerire la narrazione e renderla scorrevole. L’uso del presente alla terza persona singolare dà inoltre al lettore l’impressione di una storia che «accade in diretta», nel tempo stesso della lettura. Tra i passaggi più ironici ci sono certamente gli interventi di Diana Barzaglia, una ex compagna che bullizzava Maria Cristina alle superiori; questo personaggio funziona come un alter ego, un grillo parlante, la cui voce si interpone ai pensieri della protagonista, suggerendole risposte e atteggiamenti più coraggiosi ed esortandola a lasciar emergere un lato forse più volgare, ma più umano e libero, che lei stessa non crede di possedere.
La vita intima è una sorta di rivincita della donna-oggetto che, attraversando la paura, riesce a dare una direzione alla propria vita recuperando la capacità di essere e di agire.
«“La paura finisce dove comincia la verità” le ha detto la parrucchiera. E la decisione è chiara, nitida, inequivocabile. La paura le si è cristallizzata addosso come sale sulla pelle, ma dentro le sta crescendo un’audacia temeraria».
A cura di Silvia Ognibene