“La matematica è politica” di Chiara Valerio: un saggio attualissimo e necessario. Recensione

 “La matematica è politica” di Chiara Valerio: un saggio attualissimo e necessario. Recensione

“Studiare non serve studiare comanda” così la professoressa Valerio rispondeva ai suoi alunni di fronte all’immancabile domanda “Ma a cosa serve studiare matematica?”. Anni dopo l’esperienza ventennale dedicata allo studio, alla ricerca e all’insegnamento, Chiara Valerio torna a parlarci della matematica come “ginnastica posturale, per stare nel mondo e tentare di interpretarlo” in un pamphlet pubblicato da Einaudi “Le Vele” a fine agosto.

Matematica e politica: due concetti molto vicini

Matematica e politica potrebbero apparire, di primo acchito, due concetti distanti ma la Valerio, come a illustrare la risoluzione di un teorema, è in grado di condurre una ferma discussione, fino a giungere a una lampante dimostrazione logica.

Spesso, nelle scuole, la matematica viene insegnata come se fosse una materia sospesa nel vuoto, fuori da un tempo e da uno spazio, dunque senza una collocazione storica. È invece noto, sin dalla nascita, che i bambini imparino molto presto a contare, a elencare e abbiano esperienza quotidiana delle nozioni di misura. Astrazione, ragionamento deduttivo e proporzione sono concetti che servono a interpretare il mondo e che usiamo costantemente per capire la realtà. Tramite il processo deduttivo, scientifico, ognuno di noi è in grado di raggiungere il risultato. Come risolvere un’equazione: una volta imparate le regole, ognuno può svolgere l’esercizio ottenendo il medesimo risultato, sfuggendo così al principio di autorità, ovvero raggiungendo la verità in modo autonomo. La conoscenza è dunque un processo accessibile a tutti, non il privilegio di una casta di principi o preti. 

La democrazia è un procedimento lento e complesso

La matematica è, quindi, democratica perché permette a ognuno di raggiungere la verità. Non solo. La verità stessa dipende dal contesto, dai punti di vista: è quindi discutibile. Attraverso l’esempio dell’equazione x2 + 1=0, considerata per quasi duemila anni come irrisolvibile nell’insieme dei numeri reali, la Valerio ci dimostra come l’intuizione di una nuova realtà (quella dei numeri complessi da parte di Cartesio) abbia reso possibile il coesistere di due verità contemporaneamente: equazione impossibile nei numeri reali, possibile nei numeri complessi. In matematica, e nelle scienze in generale, la verità non è assoluta ma è più simile a un percorso, un procedimento, che occasionalmente necessita di una revisione. E così funziona anche nel caso delle verità umane che non si possiedono mai da sole, ma si discutono e si modulano. Ecco la dimostrazione iniziale su cui faceva forza la Valerio: matematica è politica, matematica è democrazia.

“La scienza non avanza per certezze, ma per ipotesi: è verificabile. Le verità della scienza evolvono. E pensare agli scienziati come ai sacerdoti della soluzione o della guarigione è un modo di delegare la responsabilità politica.”

La democrazia è un procedimento lento e complesso, che si autoregola nel tempo in cui si discute e si valuta la soluzione migliore. Le regole su cui si basa sono condivise, non si scelgono una volta sola, ma vanno esercitate, rinnovate e verificate, proprio come in una teoria scientifica.

“La manutenzione della democrazia si fa esercitando i diritti e rispettando i doveri.”

La regola, che è un processo orizzontale e condiviso, è il contrario del principio di autorità su cui si fondano le dittature, dove l’autorità è verticale e quindi subita. Al contrario la democrazia è una costruzione culturale di cui occorre prendersi cura, che ha bisogno di un tempo lento, di fatica ed esercizio, e in questo risulta rivoluzionaria.

“La democrazia non istiga alla colpa, ma alla responsabilità, non alla differenza ma all’uguaglianza davanti ai diritti e ai doveri. Non esclude, crea comunità. La democrazia e la matematica non subiscono il principio di autorità.”

Un saggio attuale e necessario che invita alla riflessione politica durante l’emergenza sanitaria

Scritto durante il lockdown, questo saggio breve acquista, alla luce degli ultimi eventi, un grande valore di attualità. La riflessione che ne consegue è urgente e necessaria e riporta l’attenzione sulla condivisione dei diritti e dei doveri. Si aggiunge un’interessante discussione sul comportamento dei nostri politici, di ogni ordine e grado, nella gestione dell’emergenza sanitaria. Il lettore è portato a rivalutare i propri studi matematici e a vederli come una possibilità, come un’arma per esercitare il proprio pensiero in autonomia. La scrittura della Valerio è proprio come la sua dialettica: comprensibile a tutti, chiara, netta nelle posizioni, ma con una nota ironica che la rende davvero piacevole.

“Il lettore, come chi studia matematica e in generale chi studia, è capace di stare da solo. Chi sta da solo è politicamente complesso perché non deve essere intrattenuto. Chi sta da solo si intrattiene da solo, con i propri modi e i propri tempi, sfugge alla dittatura.”

a cura di Silvia Ognibene
@silviabookolica

 

 

Silvia Ognibene

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