Io sono Ava: il libro di Erin Stewart è un inno alla rinascita. Recensione

 Io sono Ava: il libro di Erin Stewart è un inno alla rinascita. Recensione

Cosa vuol dire essere diverso? Chi stabilisce cos’è canonico e cos’è diverso da? Ma la diversità è davvero sinonimo di esclusione, emarginazione? Un po’ come il concetto di normalità: tutti sono normali, nessuno è diverso. È con questa astrazione che vi introduciamo alla scoperta di Io sono Ava, il libro di Erin Stewart (tradotto da Silvia Cavenaghi) e edito da Garzanti per la nuovissima collana Libri Ribelli.

Io sono Ava: la trama del libro di Erin Stewart

Ava Green ha sedici anni. È rimasta vittima di un fatale incendio domestico in cui ha perso i suoi genitori e sua cugina coetanea, Sara. Al capezzale, Glenn e Cora, genitori di Sara, suoi zii. Il percorso di guarigione di Ava è molto duro: ha riportato ustioni sul 60% del corpo. Gli interventi per la ripresa sono stati numerosi, tant’è che le cicatrici sul suo corpo sono la prova di una grande sofferenza. Ava non ha capelli, ha le orecchie consumate e gli innesti di pelle le hanno creato uno strato di epidermide duro e amaro da portare. Al posto di un pollice le è stato messo un alluce e questa trasformazione non voluta è per lei motivo di chiusura.

Una cosa è certa: non vuole sentirsi dire che è una sopravvissuta. La sfida più grande non è l’accettazione del suo corpo, ma il reinserimento di quel corpo nella società. Infatti, Cora e il suo medico insistono per il ritorno a scuola. Ava non scende a compromessi: è inconcepibile per lei tornare in una nuova veste a fare la vita di sempre. Ma le due settimane concordate di “esperimento” di reintroduzione a scuola si rivelano la forza che la mette davanti a varie sfide. Ed è qui che Ava comincia il suo percorso di rinascita. Conosce Piper, anche lei una “diversa”, rimasta sulla sedia a rotelle per via di un incidente. Conosce Asad che la riporta nella magia del teatro e del musical: la sua passione di sempre. Ma non è tutto facile: dovrà affrontare il sogno di un amore, gli occhi indiscreti e le risate dei compagni, fino a una svolta che la porta a essere lei la leader.

Una storia di diversità

Non è il nostro corpo a raccontare la nostra storia. Non sono le cicatrici visibili, ma purtroppo è questo il posto nella società che spesso ci viene dato e viene giudicato. Mettere delle etichette: se sei grasso, è colpa tua perché mangi; se sei magro, è colpa tua perché pensi di poter fare la modella; se metti una minigonna e ti stuprano, è colpa tua perché non ci si veste così sconci; se hai un occhio tumefatto, è colpa tua perché fai a botte; se hai le occhiaie, è colpa tua perché non dormi. Spesso non si vede oltre il proprio naso, e il disagio, la comprensione sono difficili da accettare. Scavare nei sentimenti altrui, soprattutto in questo momento storico, non è da tutti. Ed è così che questa storia di diversità arriva con forza a portarci un insegnamento: quello del coraggio. Ci vuole coraggio a rinascere, ad accettarsi, ci vuole coraggio a subire vessazioni. Ci vuole coraggio a vivere, ogni giorno. E la volontà di guarire, anche il mondo intorno partendo da sé stessi, è l’unica via per salvarsi.

I racconti sull’adolescenza

Grazie a Netflix e alla narrativa di genere, negli ultimi anni sta esplodendo il fenomeno (o è solo un ritorno) di serie tv, film e libri che hanno come protagonisti gli adolescenti. Non è infatti un caso se serie come Sex Education o The end of the F***ing world abbiano avuto molto successo.

L’adolescenza diventa specchio e veicolo della natura umana a qualsiasi età. E proprio perché è un’età ribelle e schietta, ci si ritrova ad analizzare con facilità le debolezze, le fragilità, le astuzie, i sentimenti, le emozioni di ogni persona: uomo o donna, adulto o ragazzo che sia. Un’età in cui ci si rivede –  se adulti -, e ci si ritrova – se compatibili con l’età stessa. Un filone narrativo che mette d’accordo tutti, indistintamente.

La scrittura di Erin Stewart

Affezionarsi a uno stile di scrittura non è facile, soprattutto quando si tratta di un esordio letterario. Questo libro, scritto con scalettatura precisa di eventi, si muove su una superficie, che potremmo definire, di rispetto per il lettore e che non sfocia nel buonismo: la Stewart non risparmia i dettagli sulla pelle di Ava, sui trattamenti che ha dovuto subire. E questa manifestazione credibile della realtà è stato possibile grazie ai racconti di grandi ustionati che la Stewart ha raccolto nel tempo.
Un libro, dunque, che non ferisce, ma aiuta. Che non giudica, ma accompagna in un percorso chi si sente diverso e vuole rinascere, e chi vuole aiutare.

a cura di Antonella Dilorenzo

Antonella Dilorenzo

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