Il profumo della libertà di Giovanna Giordano: un’Odissea novecentesca. Recensione

 Il profumo della libertà di Giovanna Giordano: un’Odissea novecentesca. Recensione

Il profumo della libertà, edito da Mondadori, l’ultimo romanzo di Giovanna Giordano e da poco segnalato al Premio Strega 2022, è un libro che si rifà alla tradizione classica e nel quale si narra un’Odissea novecentesca. Protagonista della storia è un eroe dal cuore puro, il ventenne Antonio Grillo che, spinto dalla voglia di libertà, intraprende un viaggio fatto di peripezie e incontri con personaggi straordinari verso l’America, meta del suo sogno.

Il profumo della libertà di Giovanna Giordano: la trama del libro

La storia si svolge nel 1923. Antonio Grillo vive nel piccolo villaggio di Gesso, davanti alle Eolie. È un ragazzo semplice, che non ha mai visto altro che casa sua, ma ha sentito parlare dell’America, una terra in cui è stata costruita una statua in omaggio alla libertà, così come in Sicilia si fanno statue alla Madonna. Spinto dalla ricerca di questo ideale, decide allora di partire per il nuovo continente e, nonostante le continue trovate della matrigna che si oppone al suo viaggio, riesce a ottenere un biglietto per la traversata. Antonio parte, e sulla nave conosce personaggi straordinari, tra cui Elide, una ragazza che presto s’innamora di lui, ma il cui amore Antonio inizialmente non corrisponde. Conosce anche Lelio, un truffatore che, dopo essere passati per Stromboli e Napoli, gli sottrae con l’inganno il biglietto per partire a una partita di carte costringendolo a rimanere a Genova. Antonio però non si abbatte e dopo alcuni mesi trova posto come tuttofare su una nave militare diretta in America. Con i suoi nuovi compagni di viaggio passa attraverso le Baleari, Gibilterra, le Canarie, le Azzorre e le Bermuda, fino ad arrivare alla meta del suo viaggio, la sognata America, o meglio, come la chiama lui, la Merica.

La volontà estrema di libertà

A guidare Antonio attraverso il suo viaggio è la sviscerata voglia di libertà, che non viene meno né quando si rende conto che dovrà rinunciare al suo amato villaggio di Gesso, né dopo la perdita del biglietto per la traversata. Anzi, è proprio nella sconfitta a carte contro il truffaldino Lelio che emerge il suo concetto di libertà. Un ideale rotondo, senza rughe, per cui anche la decisione ingenua di giocarsi a carte il biglietto per l’America è data dalla volontà di essere libero, anche di perdere un bene tanto prezioso. E così Antonio è un nuovo Omero, che invece di essere guidato dalla volontà di tornare a casa, è spinto dalla voglia di andarsene.

 

Il profumo della libertà: un accenno allo stile di scrittura di Giovanna Giordano

La voce narrante usata da Giordano è la vera protagonista del romanzo: per raccontare le vicende, l’autrice si avvale di un impianto metanarrativo già dalla premessa che ha una doppia funzione. È un avviso per il lettore che, qualora non fosse interessato alla storia straordinaria delle gesta di Antonio Grillo, è invitato ad abbandonare la lettura. È anche la dichiarazione – simile all’espediente del manoscritto seicentesco di Manzoni – dell’avvenuto rinvenimento, da parte dell’autrice, di alcune antiche lettere della famiglia Giordano e che rappresentano l’inizio della narrazione.

Il tono è epico, ricco di ripetizioni e di metafore, oltre che di termini dialettali che aggiungono autenticità alla narrazione e avvicinano il lettore al protagonista. I personaggi incontrati da Antonio sono caratterizzati da una forte dignità, donne e uomini umili o raffinati, ma ognuno con la propria personalità.

Infine, la perfetta linearità della narrazione del viaggio, che passa da luoghi reali ben precisi e segue una rotta molto chiara, permette al lettore di seguire anche geograficamente dove si trovi Antonio, e in che punto della sua ricerca sia.

a cura di Flavio Capperucci

Blam

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