Philippe Petit, storia del funambolo che camminò tra le Torri Gemelle nel libro”ll mago dell’aria” di Mauro Garofalo

 Philippe Petit, storia del funambolo che camminò tra le Torri Gemelle nel libro”ll mago dell’aria” di Mauro Garofalo

Un po’ romanzo di formazione, un po’ storia di avventure, Il mago dell’aria (Mondadori, 2024) di Mauro Garofalo racconta l’infanzia dell’artista di strada francese Philippe Petit, che a cinquant’anni esatti dalla famosa traversata delle Torri Gemelle compie la sua impresa più famosa e spettacolare. Il protagonista del libro, però, non è il vero Petit, ma una versione a lui ispirata per mettere in scena un romanzo che «ha la pretesa e l’ardire di volerne vanificare il doppio». 

Il mago dell’aria di Mauro Garofalo: la trama del libro

Il mago dell’aria segue la gioventù di Philippe Petit, futuro funambolo francese nato a Nemours, che è riuscito a scalare le altezze di Parigi, Sydney e New York. È proprio partendo dalla famosa traversata avvenuta nel distretto di Manhattan che inizia il racconto e con esso l’immaginazione dell’autore. Come è arrivato Philippe Petit all’impresa di camminare su un cavo sospeso a 417,5 metri dal suolo, percorrendolo per ben otto volte in 45 minuti, servendosi solo di un’asta? Dalla spensierata infanzia spesa tra le campagne francesi – arrampicandosi sugli alberi o in sella al cavallo Rapa Nui – all’incontro con il maestro Rudy, cecoslovacco in autoesilio e futuro mentore del ragazzo, il protagonista sogna a occhi aperti come solo uno spirito libero sa fare. 

L’arte di sognare a occhi aperti

Philippe Petit, inconsueto eroe dei nostri tempi, è dotato di una costanza soprannaturale. La narrazione segue idealmente un cerchio – figura fondamentale per i giocolieri e i maghi –, inizia e finisce con l’impresa di Ground Zero, a cinquant’anni esatti dal suo compimento. Ma come ci è arrivato lassù il piccolo Petit? Giochi di prestigio, Lippo il mimo, il funambolismo: la vita di Il mago dell’aria Philippe Petit diventa pian piano un circo dove al centro di quel cerchio magico da lui sempre disegnato durante le esibizioni, trovano posto solo l’arte e la magia. Con un padre «marziano», militare di professione e una madre assente, divorata dalla depressione, ecco che capire come il camminare sospesi, guardando tutti da un’altra dimensione assume i contorni di un reale incanto deciso, come Petit stesso, a non porre limiti all’orizzonte della vita. Scuola, primi amori, rapporto con i genitori, allenamenti estenuanti ma anche fughe, furti, vagabondaggio: in Il mago dell’aria c’è tutto. E senza mai perdere di vista l’obiettivo finale, a mezz’aria tra sogno e realtà. 

Il mago dell’aria di Mauro Garofalo: l’autore

Nato a Roma nel 1974, cresciuto in Maremma e residente da circa venti anni a Milano, Mauro Garofalo è uno scrittore e giornalista, che collabora con varie testate nazionali. Laureato in Storia del pensiero economico, ha iniziato come giornalista di cronaca per il quotidiano «l’Unità», specializzandosi poi con gli anni in reportage ambientali con pubblicazioni su «nòva», inserto scientifico-tecnologico di «Il Sole 24 Ore», e con collaborazioni con settimanali e mensili quali «D» di «la Repubblica» e «Class magazine». Insegnante nei corsi di Narrativa di genere e Editing all’accademia Mohole di Milano, Garofalo scrive anche romanzi per adulti e ragazzi. Il suo primo romanzo Alla fine di ogni cosa (Frassinelli, 2016) ha ricevuto una menzione al premio Campiello.

 

A cura di Milo Salso

Milo Salso

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