“Gli straordinari”, il romanzo d’esordio di Edoardo Vitale, è una lettera ai trentenni (e non solo) di oggi

 “Gli straordinari”, il romanzo d’esordio di Edoardo Vitale, è una lettera ai trentenni (e non solo) di oggi

In libreria dallo scorso 10 settembre, Gli straordinari è il libro d’esordio di Edoardo Vitale, edito da Mondadori. Un romanzo che è una lettera alla sua generazione (ma che parla ai lettori di ogni età) schietta e perciò d’amore. Vitale si affaccia al mondo della narrativa con un libro che non pretende di fornire risposte, ma svela con tenerezza alcune delle verità di questo tempo, accogliendo interrogativi urgenti per chi deve farsi strada in un oggi più che mai in bilico.

Gli straordinari di Edoardo Vitale: la trama del libro

Protagonista e voce narrante di Gli straordinari è il trentaseienne Nico, che assieme a Elsa (compagna di vita da più di un decennio) è ormai un affermato manager presso pANGEA, azienda svedese dedita allo sviluppo digitale, e animata da un’etica innovativa e dall’attenzione per l’ambiente:

«Come molte realtà simili, pANGEA chiedeva ai propri dipendenti di non limitarsi a rinunciare a una buona parte della propria vita terrena in cambio di denaro, ma di sposare anche i valori fondanti dell’azienda».

Risucchiato per anni in progetti che promettono denaro e successo ma che, come capirà a un certo punto, sono lontani da ciò che immaginava per sé da giovanissimo, Nico si ritroverà impegnato in riflessioni comuni alla sua età, condivise con alcuni colleghi e amici, ed esasperate dall’incombente minaccia ambientale. Mentre cerca di far fronte alle crescenti richieste lavorative, ripenserà agli anni felici dell’università, trascorsi come commesso in un negozio di abbigliamento vintage. Benché si trovasse nel bel mezzo di una crisi economica mondiale e ogni cosa appariva incerta, Nico poteva ancora dirsi padrone del suo tempo e dei suoi sentimenti. Anche l’immutato amore per Elsa lo porterà a rivalutare alcune decisioni (davvero non hanno mai desiderato dei figli?), a domandarsi in che direzione sta andando la sua vita e dov’è che vanno tutti gli altri, in un’epoca di grandi contraddizioni in cui sembra così difficile fare le scelte giuste per sé stessi e in nome di una collettività che ha smesso di sentirsi tale.

 Il valore dei sentimenti, tra «l’epoca dell’amore» e un futuro incerto

«Elsa dice che per noi è finita l’epoca dell’amore». Che cos’è l’epoca dell’amore di cui parla Elsa? «La fine dell’amore, per lei, significava non essere più in grado di lasciarsi modificare dal mondo circostante». E difatti, a un certo punto Nico confesserà: «Con gli anni lo sgomento si era affievolito e avevo finito per abituarmi, così come mi ero abituato a essere circondato da persone che gareggiavano contro il tempo». Proprio il tempo è il cuore pulsante di Gli straordinari. Le parentesi che i protagonisti dovrebbero dedicare ai propri interessi e ai propri affetti sono continuamente cancellate dal lavoro, dalla ricerca di una produttività apparentemente senza fine. Il futuro è messo in discussione, per disparati motivi, in una Roma dilaniata dagli incendi: cosa ne sarà del pianeta? I figli: sì o no? Eppure, tutto ciò che riguarda il lavoro, la casa, un certo stile di vita, sembra avere la priorità su queste domande esistenziali. Quando la situazione – ormai insostenibile – giungerà a un punto di non ritorno, il destino comune prevarrà finalmente sulla furia individualista.

Lo stile di Edoardo Vitale in Gli straordinari

La scrittura di Edoardo Vitale è accurata, analitica, schietta verso il mondo che racconta. Un mondo che è uno spaccato realistico della vita aziendale, sempre frenetica e piena di ipocrisie, a partire da quei comportamenti comuni sul lavoro e sui social network.

«Quanto a me, io non avevo alcun piano»: troviamo qui una voce che desidera mettersi in discussione e riappropriarsi di una dimensione perduta, quella del tempo, che sembra trascinare con sé i sogni della giovinezza. Non c’è nessun giudizio in ciò che Nico racconta, ma l’onestà di un giovane che si riscopre adulto e sa che forse può ancora cambiare il corso degli eventi: è la sensibilità del personaggio a far sì che il lettore possa riconoscersi prigioniero dello stesso meccanismo alienante. Vitale offre così una narrazione sì straniante, ma anche carica di speranza.

 

A cura di Annateresa Mirabella

Blam

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