Della lunga “Estate caldissima” ne cantava Max Pezzali, ora ne scrive Gabriella Dal Lago. Tutto sul libro che racconta i “maledetti” millennials
Dopo l’esordio nel 2022 con Uto e Gesso, Gabriella Dal Lago torna in libreria con Estate caldissima pubblicato, come il precedente, da 66thand2nd.
In questo romanzo corale, la scrittrice torinese, classe 1992, racconta lo spaesamento di un gruppo di millennials che – in quella che sarà l’estate più fresca delle loro vite di lì in avanti – si trovano sospesi tra il desiderio di vivere il presente con leggerezza e la necessità di affrontare un futuro reso sempre più incerto dal cambiamento climatico.
Estate caldissima di Gabriella Dal Lago: la trama del libro
Nell’estate più calda degli ultimi due secoli, sette adulti, un bambino e una gatta scappano dall’afa della città e si rifugiano per un’intera settimana in una casa in campagna per un ritiro creativo, come in una sorta di moderno Decameron, ma senza la peste. Gli adulti non sono legati da amicizie o parentele, ma lavorano per la stessa agenzia di comunicazione, Bomba Agency, e la loro fuga dalla città non rappresenta una piacevole vacanza, ma è dettata dall’esigenza di concludere un progetto, con cui potrebbero vincere una gara e acquisire così un nuovo cliente.
Le scadenze lavorative passano però in secondo piano, perché l’isolamento e la condivisione forzata degli spazi esasperano le ansie, le paure e le fragilità nascoste. La relazione tra Greta e Gian, cofondatori di Bomba Agency, si incrina a causa della crescente gelosia di lei e della difficoltà di lui nell’affrontare le responsabilità. Laura, tormentata da un fidanzato possessivo, accarezza l’idea di riassaporare la libertà, ma non trova il coraggio per cambiare la sua vita. Alma e Tommi cercano di mettere da parte il pudore che rende tesi i loro rapporti e si scoprono più simili di quanto pensassero. Carlo fa i conti con i fantasmi del passato e si lascia tentare dalla droga, mentre Vic, rappresentante della Gen Z, osserva dal cyberspazio quei millennials che giocano a fare gli adulti.
E proprio quando la calura diventa sempre più opprimente, sopraggiunge una fresca pioggia che porta l’illusione di un nuovo equilibrio. Perché «l’equilibrio è, per tutti loro, sempre, una condizione provvisoria».
La precarietà dei millennials tra lavoro e cambiamento climatico
«Quasi tutto quello che fanno è dimenticabile e sarà dimenticato; e mentre lo fanno, continueranno a leggere newsletter e articoli e guardare film e serie tv che parlano della fine di tutto quello in cui vivono immersi: la fine dei social network, la fine di internet, la fine del capitalismo, la fine del mondo».
In Estate caldissima Gabriella Dal Lago mette a nudo le insicurezze che i millennials vivono a livello professionale e personale. Le vite di Greta, Gian e dei loro colleghi sono condizionate dalla precarietà del lavoro creativo che svolgono e dalla difficoltà di mantenere un equilibrio sano tra l’attività lavorativa e la vita privata. Il ritiro in campagna rischia di diventare un goffo tentativo di creare una fampany, «un’unione tra family e company» e di trasformare l’agenzia in una sorta di famiglia.
Inoltre, a differenza della generazione precedente, che ha avuto la possibilità di realizzare i propri sogni, i protagonisti del romanzo guardano al futuro con eco-ansia e preoccupazione, consapevoli che ogni loro progetto di vita dovrà fare i conti con le conseguenze estreme del cambiamento climatico. Questa precarietà si riflette anche sui rapporti personali che appaiono sempre più instabili tra una comunicazione veicolata ormai solo da messaggi inviati sui social, innamoramenti passeggeri generati da app di incontro online e il dubbio tra fare un figlio e adottare un animale domestico.
La scrittura di Gabriella Dal Lago in Estate caldissima
«Guardiamoli dalla finestra della cucina, affaccendarsi, ridere, lasciarsi andare mentre la giornata finisce. Non sarebbe possibile stare sempre così?».
In Estate caldissima il narratore si presenta come un osservatore esterno che monitora l’evoluzione degli intricati rapporti tra i personaggi del romanzo e guida il lettore alla scoperta delle loro fragilità più segrete. La voce narrante ricorre inoltre all’utilizzo delle parentesi per recuperare episodi passati o anticipare avvenimenti futuri che hanno lo scopo di aiutare il lettore a comprendere il presente narrato.
La prosa vivace di Gabriella Dal Lago è ricca di riferimenti alla cultura pop, dalle canzoni degli 883 a Stranger Things passando per i testi di Sarah Jaffe e Bell Hooks. I dialoghi, quasi teatrali, si alternano a lunghi flussi di coscienza che trasmettono l’asfissiante senso di angoscia vissuto dai protagonisti del romanzo e da tutta la generazione dei millennials.
A cura di Francesca Cocchi