“Butter” è il nuovo thriller di Asako Yuzuki: caso editoriale giallo dove il cibo è al centro della storia
Alcuni libri richiedono tempo per essere compresi, metabolizzati, e Butter (HarperCollins Italia, 2024) di Asako Yuzuki è uno di questi. Sulla carta sembra un thriller con una premessa irresistibile: una «truffatrice» gourmet accusata di aver sedotto e ucciso uomini attraverso il cibo, raccontata da una giornalista che decide di intervistarla. Ma ciò che ci aspetta è qualcosa di molto più stratificato: un’indagine sulla femminilità, sulle contraddizioni dell’essere umano e sulla fame – non solo di cibo, ma anche di significato, di identità e libertà.
Questo romanzo non si limita a raccontare una storia; esplora come viviamo e interpretiamo il desiderio, il potere e le aspettative, intrecciando il tutto con una maestria che mescola introspezione e critica sociale.
Butter di Asako Yuzuki: la trama del libro
Rika, una giovane giornalista, si propone di intervistare Manako Kajii, un’appassionata cuoca gourmet accusata di aver ucciso uomini con cui intrecciava relazioni di interesse. Il cosiddetto «hook» del libro è potente: una figura enigmatica, quella di Manako, che usa il cibo come strumento di seduzione e potere, e una protagonista che, attraverso questa «relazione» professionale, si ritrova a confrontarsi con i propri desideri, contraddizioni e insicurezze.
Tuttavia, il romanzo va ben oltre questa premessa intrigante. Ciò che Yuzuki offre è una narrazione intima, viscerale, che segue Rika nel suo percorso di presa di coscienza, sia come donna sia come professionista. La relazione con Manako è imprevedibile e ogni incontro rivela nuovi strati di complessità.
Cibo, cultura e critica sociale
Uno degli aspetti più affascinanti del romanzo è il modo in cui il cibo viene usato come metafora e strumento narrativo. Le descrizioni culinarie sono ricche e dettagliate, capaci di evocare sapori, emozioni e riflessioni. I pasti preparati e consumati non sono solo alimenti, ma rappresentazioni simboliche dello stato mentale dei personaggi. Alla fine del libro, un glossario dei piatti citati aggiunge ulteriore profondità e invita il lettore a immergersi nella cultura gastronomica giapponese.
Sul piano tematico, Yuzuki dipinge un ritratto impietoso della pressione sociale esercitata sulla femminilità. Attraverso il punto di vista di Rika, emerge la critica al culto della magrezza, della performatività e dei ruoli di genere. Ma la narrazione non è sempre chiara nel distinguere tra critica e interiorizzazione: il focus ossessivo sul peso di Rika lascia il dubbio se si tratti di una scelta consapevole per denunciare o di una rappresentazione in linea con certi stereotipi culturali.
Personaggi anticonvenzionali e contraddittori
I personaggi di Butter sono tra gli aspetti più intriganti e complessi del romanzo. La protagonista, Rika, è tanto affascinante quanto contraddittoria: una donna che si presenta come disinteressata al giudizio altrui e alla bellezza convenzionale, ma che rivela gradualmente un legame profondo e conflittuale con le aspettative che la società – e lei stessa – ha costruito. Questo dualismo, anziché rendere Rika prevedibile, la rende viva, complessa e profondamente umana. E poi c’è Manako Kajii, la presunta assassina. È un personaggio che sfugge a qualsiasi definizione. Attraverso di lei, il romanzo ci costringe a riflettere su cosa significhi essere etichettati, giudicati e ridotti a ruoli predefiniti.
Il cibo come metafora
Uno degli elementi più memorabili di Butter, non ci si stanca a dirlo, è il ruolo centrale che il cibo gioca nella narrazione. Le descrizioni gastronomiche sono talmente vive e dettagliate che sembrano quasi staccarsi dalla pagina. Ma il cibo non è solo qualcosa da assaporare: è una metafora potente del controllo, del piacere e della ribellione. Attraverso i piatti cucinati da Manako e le riflessioni di Rika, Yuzuki esplora il rapporto complesso tra nutrimento e identità, tra ciò che consumiamo e ciò che siamo. Ogni pasto è un momento di introspezione, una finestra aperta sulle dinamiche di potere e sulle emozioni più intime dei personaggi. La relazione che Rika instaura con il cibo è un viaggio parallelo a quello che vive con sé stessa: imparare a concedersi piacere senza colpa, a vivere senza nascondersi dietro le aspettative degli altri.
A cura di Martina Melgazzi