Libri che parlano di scuola: romanzi, saggi e altri consigli di lettura
Le campanelle che segnano l’inizio delle lezioni in Italia hanno cominciato a suonare, quale momento migliore per dedicarsi alla lettura di romanzi e saggi che hanno proprio le aule scolastiche come argomento? Rivista Blam ha selezionato dei titoli che parlano di scuola sotto diversi punti di vista: romanzi che raccontano la vita di chi insegna e chi studia, saggi agili che spiegano al grande pubblico la complicata situazione nella quale si trova il sistema scolastico (italiano e non), testi più corposi che offrono nuove e originali modalità di insegnamento.
Come sempre: buona lettura!
Libri che parlano di scuola: i consigli letterari
Portami il diario: la mia scuola e altri disastri di Valentina Petri
Portami il diario è il libro scritto da Valentina Petri, docente di lettere presso l’Istituto Francis Lombardi di Vercelli. Divenuta celebre grazie ai resoconti ironici e appassionati diffusi tramite la sua pagina Facebook, nel 2020 Petri ha pubblicato per la casa editrice Rizzoli il suo primo romanzo. Mescolando abilmente fantasia ed esperienza biografica, l’autrice racconta un anno scolastico di Quella Nuova, ossia la supplente che puntualmente arriva in aula a anno già iniziato e si trova a dover insegnare spesso e volentieri nelle classi più difficili e scalmanate. Di pari passo con la grande ironia che caratterizza il romanzo di Petri c’è sempre un’enorme passione per uno dei lavori più stimolanti che si possa avere la fortuna di svolgere.
“All’ultima ora hanno fatto cose che vanno dalla palestra all’officina, passando magari per un’ora di supplenza, oppure sono stati a pascolare nel laboratorio di informatica cercando di eludere i firewall della scuola. E poi arrivo io, apro la porta e mi chiedo se per caso nella borsa non abbia un calmante per sedarli, un anello per domarli, un anello per ghermirli e nel buio incatenarli. Altro che pistole, caro Trump, la vera arma in dotazione agli insegnanti dovrebbe essere quel fucile con cui si sparano i sonniferi agli elefanti. Invece sotto il braccio ho la mia unica arma di distrazione di massa: il libro di letteratura.”
A scuola di futuro: per un’educazione veramente moderna di Daniel Goleman e Peter Senge
Divenuto celebre con il bestseller internazionale Intelligenza emotiva, Daniel Goleman firma con Peter Senge (docente al Massachusetts Institute of Technology) A scuola di futuro: per un’educazione veramente moderna. Pubblicato dalla casa editrice Rizzoli nel 2016, il testo è un agile pamphlet (poco meno di cento pagine) che propone una riflessione puntuale e attenta sull’attuale metodo di insegnamento occidentale che risale, nel suo impianto generale, a ormai circa duecento anni fa. Goleman e Senge, in particolare, sottolineano la necessità di permettere agli studenti di ogni ordine e grado di sviluppare abilità e competenze ad oggi considerate ancora secondarie: la consapevolezza di sé, l’empatia e la cura degli altri. Il piccolo saggio non è destinato solamente al personale docente, bensì a tutti “gli insegnanti e genitori alla ricerca del vero potenziale degli studenti”.
Cambiamo la scuola: per un’istruzione a forma di persona di Chiara Foà e Matteo Saudino
Il pamphlet di Matteo Saudino e Chiara Foà è pubblicato da Eris Edizioni nella collana BookBloc: strumenti di autodifesa culturale. E in effetti, il piccolo libro è breve da leggere – supera di poco le cinquanta pagine –ma densissimo di contenuti utili e strumenti operativi. Entrambi docenti nella scuola pubblica, Foà e Saudino riflettono sui grandi problemi che caratterizzano ormai da decenni l’istruzione italiana sotto tutti i punti di vista – il sovraffollamento delle classi, una didattica spesso sempre uguale a se stessa, l’edilizia scolastica – cercando al contempo di offrire nuove e originali soluzioni che non si limitino a “tappare i buchi”, a offrire cioè un rimedio temporaneo utile a superare indenni il momento di crisi, bensì cercando una soluzione che possa modificare a livello strutturale la situazione della scuola italiana.
“Ancora prima di parlare di risorse e di metodi, è fondamentale interrogarsi sui fini dell’educazione scolastica per poi concentrarsi sui mezzi più efficaci e adeguati per provare a realizzarli”.
Dillo al prof di Sandro Marenco
Sandro Marenco è docente di inglese in un liceo di Alessandria e deve la fama al suo account di TikTok che, creato inizialmente per condividere contenuti con le proprie classi, si è presto trasformato in una comunità numerosa che a oggi include ragazze e ragazzi di ogni parte d’Italia. Il 2 settembre 2021 è uscito in libreria per la casa editrice Salani il suo primo libro. Dillo al prof si colloca a metà tra il romanzo e il memoir: Marenco racconta con sincerità il percorso che lo ha portato dal lavorare in una grande azienda specializzata nell’ambito tecnologico, al lavorare nella scuola come professore d’inglese; spiega i motivi per cui ha cambiato radicalmente la sua vita per dedicarsi all’insegnamento, scrive di come e perché a un certo punto del 2020 è approdato sulla piattaforma di TikTok – spesso sconosciuta e anzi disprezzata dagli appartenenti alla sua generazione – e ne ha fatto uno strumento per creare un ponte con gli studenti e le studentesse, nel tentativo di creare una vicinanza che potesse essere di qualche conforto nei durissimi mesi della didattica a distanza.
Nessuna scuola mi consola di Chiara Valerio
Edito per la prima volta nel 2008, e ripubblicato da Einaudi nel 2021 con una nuova postfazione dell’autrice, Nessuna scuola mi consola è un romanzo che ha come protagonista Alessandra Faggi, professoressa supplente di matematica in una scuola superiore che, esasperata dalla burocrazie e dal clima soffocante della quotidianità didattica, decide insieme ad altri cinque docenti di creare un gruppo di ascolto notturno – con tanto di candele e alcolici da consumare nella semi oscurità – per permettere a ciascuno di sfogare le proprie frustrazioni. Dai colloqui con genitori aggressivi, ai collegi docenti senza fine, Chiara Valerio attinge alla propria esperienza di supplente per creare un romanzo divertente, ironico, spesso tagliente ma soprattutto assai realistico.
Diario di scuola di Daniel Pennac
Pubblicato in origine nel 2007, Diario di scuola dello scrittore francese Daniel Pennac è ormai diventato un classico della letteratura europea, e il periodo migliore per leggerlo è proprio settembre, il mese d’inizio delle lezioni. Facendo riferimento alla propria vicenda personale lo scrittore francese racconta la scuola – nelle sue meraviglie e storture – sotto diversi punti di vista. Pennac, infatti, oltre a essere stato insegnante per quasi trent’anni nella scuola francese, si è sempre definito un “somaro”: a causa di una grave forma dislessia diagnosticata molto tardi durante il suo percorso scolastico, lo scrittore racconta in Diario di scuola di aver sempre avuto enormi difficoltà nello studio, tanto da essere soprannominato, per l’appunto, un somaro di prima categoria. Pennac dunque decide all’interno del breve romanzo di raccontare la scuola anche dal punto di vista spesso isolato e trascurato di tali studenti: coloro che per diversi motivi non brillano, e che a causa di ciò rimangono nell’ombra.
“- Capisci? Capisci o no quello che ti spiego? –
Non capivo. Questa inattitudine a capire aveva radici così lontane che la famiglia aveva immaginato una leggenda per datarne le origini: il mio apprendimento dell’alfabeto. Ho sempre sentito dire che mi ci era voluto un anno intero per imparare la lettera a. La lettera a, in un anno. Il deserto della mia ignoranza cominciava al di là dell’invalicabile b.
– Niente panico, tra ventisei anni padroneggerà perfettamente l’alfabeto -.
Così ironizzava mio padre per esorcizzare i suoi stessi timori”.
Insegnare a trasgredire: l’educazione come pratica della libertà di bell hooks
“[…] l’aula-intesa come l’insieme dei temi affrontati, dei metodi adottati e delle relazioni che vi si costruiscono – deve poter essere un luogo che accoglie tutti i membri nella loro interezza. L’alternativa è perseverare nella riproduzione di un sapere conservativo che verrà inesorabilmente – e giustamente – rigettato da coloro che da esso sono escluse ed esclusi”.
Pubblicata per la prima volta nel 1994, Insegnare a trasgredire è una raccolta di interventi, articoli e interviste della docente, attivista e studiosa americana bell hooks, pubblicata in Italia da Meltemi Edizioni nel 2020. Il saggio riunisce, al suo interno, sia la lunga e attenta riflessione dell’autrice sul valore, l’utilità e la pratica dell’insegnamento, che la personale esperienza di hooks come studente prima e docente universitaria poi. Il punto di partenza è la creazione di un’esperienza che prenda in considerazione diverse tematiche: si parla di quali siano gli approcci migliori e più inclusivi per insegnare in realtà sempre più multiculturali; si parla di come la riflessione femminista possa arricchire ed essere d’aiuto nella costruzione di una comunità di apprendimento; si discute infine di come affrontare un modo costruttivo e arricchente all’interno dell’aula scolastica temi come il privilegio di classe, l’eros, il razzismo.
Nuove perle a nuovi porci di Gianmarco Perboni
I romanzi ambientati a scuola che attualmente popolano le librerie sono scritti spesso e volentieri dal punto di vista del supplente e delle sue avventura nel mondo sempre nuovo degli istituti nei quali si trova a insegnare. Nulla di tutto ciò è presente nel breve romanzo di Gianmarco Perboni, nome d’arte dietro a quale si nasconde un professore di inglese delle medie che ha a che fare ormai da trent’anni con le gioie – poche, secondo lui – e i dolori – molti – della scuola pubblica. Armato di una solida corazza che gli deriva dall’anzianità, Perboni affronta l’anno scolastico con grande ironia tra genitori insistenti, alunni e alunne ignoranti, presidi che cercano (senza molto successo) di coinvolgere il vecchio e stanco professore nei corsi di aggiornamento più disparati.
“[…] soffre infatti di una delle malattie peggiori fra quante affliggono i genitori odierni. Il morbo della discrepanza. Vale a dire la discrepanza che esiste fra l’immagine che lei ha del figlio e la realtà. Quest’ultima, come detto, è quella di un fessacchiotto con normale atrofia cerebrale adolescenziale, la prima invece coincide con quella del futuro premio Nobel”.
a cura di Alessia Cito