I Fratelli Karamazov nel tempo: cinque edizioni memorabili
Nato a Mosca nel 1821, Fëdor Michajlovič Dostoevskij, l’autore di I fratelli Karamazov, è considerato uno dei più grandi romanzieri russi – e non solo – di tutti i tempi. Scrittore, pensatore e filosofo, è cresciuto con un padre autoritario, di professione medico, e una madre solare, appassionata di musica e lettura, proveniente da una famiglia di commercianti. Sarà proprio lei a trasmettere queste sue passioni al giovane Fëdor, che ne farà una ragione di vita, ma non prima di aver abbandonato la carriera militare alla quale gli studi superiori lo avevano indirizzato. Purtroppo per lui, povertà, salute e politica costituiranno la triade di tutta la sua esistenza fino al 1881, anno della sua morte, avvenuta nella sempre piacevolmente decantata San Pietroburgo.
Epilettico fin dall’adolescenza, con il vizio del gioco e incarcerato per le sue idee progressiste, Dostoevskij è comunque riconosciuto tra i più grandi autori e pensatori di tutti i tempi, grazie a uno stile unico e all’indagine psicologica ed esistenzialista dei suoi personaggi. L’apice della produzione dostoevskijana è rappresentato dall’ultimo romanzo, I fratelli Karamazov, considerato il capolavoro per eccellenza della letteratura mondiale.
I fratelli Karamazov di Dostoevskij: la trama del libro
«Se Dio non esiste, allora tutto è permesso».
I fratelli Karamazov è la storia di una grande epopea familiare, che coinvolge tutti i temi cari a Dostoevskij, quali il dramma morale e la fede ma anche, e soprattutto, la ragione e il dubbio. I quattro fratelli sono tutti figli di Fëdor Pavlovič, vizioso e ripugnante proprietario terriero dotato di astuzia e scaltrezza. Il primogenito, Dimitrij, passionale e generoso ma anche violento, è figlio di Adelaida Ivanovna, prima moglie di Fëdor. Ci sono poi Ivàn e Alëša, nati dall’unione con la seconda moglie, Sofia Ivanovna. Intellettuale, ateo e in lotta contro le ingiustizie del mondo il primo, devoto novizio al servizio del prossimo il secondo, tutti e tre i fratelli – Dimitrij compreso – sono odiati dall’epilettico padre di Smerdjakov, figlio illegittimo di Fëdor Pavlovič e della sua unione definita vergognosa con la demente Lizaveta Smerdjaskaja. Quando il padre verrà trovato ucciso, del delitto sarà accusato il primogenito, soprattutto dopo che la distanza già enorme tra i due è stata acuita dalla conoscenza della bella Grusenka, affascinante e sadica usuraia pronta a concedersi a entrambi. La storia è naturalmente molto più complicata di così, con folli teorie sulla necessità del delitto, l’incrollabile e necessaria fede negli uomini ed episodi allucinatori in perfetto stile Dostoevskij.
I fratelli Karamazov di Dostoevskij: le edizioni
Pubblicato per la prima volta su «Messaggero russo» a puntate, tra il 1879 e il 1880, I fratelli Karamazov doveva essere, nelle intenzioni di Dostoevskji, solo la prima parte di una gigantesca biografia incentrata sulla figura di Alëša Karamazov, il fratello dotato di grande spiritualità e profondo conoscitore dell’animo umano. Come sappiamo, questo progetto è rimasto incompiuto perché lo scrittore, complice una salute cagionevole, è deceduto appena quattro mesi dopo la pubblicazione sul giornale. Per poterlo apprezzare in Italia, invece, si sono dovuti aspettare ventun’anni e il lavoro dei Fratelli Treves, editori di Milano.
Di seguito, troverete una selezione di edizioni – cinque per la precisione – che in un modo o nell’altro si sono distinte, per approfondimenti e contenuti.
I fratelli Karamazoff. 2 voll., Milano, Fratelli Treves, 1901
Uscito con la vecchia traslitterazione del cognome – la doppia f finale a sostituire la v – la prima edizione italiana di I fratelli Karamazov è opera di Fratelli Treves, casa editrice milanese e pioniera delle pubblicazioni russe in Italia già da fine Ottocento. Diviso in due volumi, il libro continuerà a rimanere nel catalogo dell’editore per alcuni anni, venendo ristampato nella collana Biblioteca amena (1923, 1925, 1927) e nella collana I grandi scrittori italiani e stranieri nel 1929 con una bella copertina color pesca e il cognome dell’autore traslitterato in Dostoyewky. Con la promulgazione delle leggi razziali, i titolari Treves, di origine ebraica, sono stati costretti a vendere l’attività ad Aldo Garzanti, editore di Forlì che, per fortuna, non arriverà mai a eliminare l’opera dal catalogo.
I fratelli Karamazov. 4 voll., Torino, Slavia, 1926, 1927
La prima versione integrale, sempre in italiano, non tarderà ad arrivare. Tradotta da Alfredo Polledro e corredata anche dalle sue note, questa edizione di I fratelli Karamazov è stata inserita nella collana Il genio russo, edita da Slavia quasi cent’anni fa. Famoso per essere stato un militante del sindacalismo rivoluzionario e per il lavoro di traduttore degli autori russi (oltre a Dostoevskij anche Čechov e Puskin), il giornalista Polledro ha fondato, con la moglie Rachele Gutman, la casa editrice Slavia, specializzata in traduzioni di autori tedeschi e russi. La particolarità dell’edizione è che fu, come detto, la prima a essere tradotta direttamente dal russo e non da un’altra traduzione in francese, come si era stati soliti fare fino ad allora.
I fratelli Karamazov, Roma, Gherardo Casini Editore, 1954
Tradotto da Pina Maiani e inserito nella collana Pan: classici delle letterature di tutto il mondo, l’edizione del 1954 di I fratelli Karamazov di Gherardo Casini Editore vanta l’introduzione di Ettore Lo Gatto, traduttore e critico letterario considerato, insieme a Giovanni Maver, il fondatore della slavistica in Italia. Rilegato con una bella copertina rigida color blu notte – attinente alle atmosfere evocate da Dostoevskij – il libro è tutt’ora nel catalogo di Rusconi Libri, gruppo che ha acquisito l’editore nel 1994 ma che ha deciso di mantenere Gherardo Casini come marchio registrato, dandogli anche una nuova veste editoriale. L’impronta del lavoro, con la traduzione sempre di Maiani e questa volta anche di Laura Satta Boschian, introdotta dal testo di Lo Gatto, è uscita per Sansoni, Firenze nel 1958 come monografia di 1370 pagine nel progetto I taccuini.
I fratelli Karamazov, Torino, Einaudi, 1970
«Il romanzo più grandioso che mai sia stato scritto».
La citazione è di Sigmund Freud, padre della psicanalisi e ammiratore degli scritti di Dostoevskij, tanto da aver scritto nel 1928 un saggio intitolato Dostoevskij e il parricidio, che diventerà nota introduttiva di questa edizione. Nell’analisi freudiana si evincono quattro diverse caratteristiche nella personalità dell’autore russo, quali lo scrittore, il moralista, il nevrotico e il peccatore, e che il tema dell’opera sia, al pari dell’Amleto e dell’Edipo Re, quello del parricidio. Ecco quindi come attacchi epilettici, dipendenza dal gioco d’azzardo, senso di colpa ed egoismo trovino una loro spiegazione psicoanalitica non solo nella vita dell’autore ma anche nel romanzo stesso, forse scritto come sublimazione dei peccati, alla ricerca di redenzione e di un ideale di Cristo, sempre in bilico tra ateismo e credenza.
I fratelli Karamazov, Milano, Mondadori, 1994
A cura di Igor Sibaldi e tradotto da Nadia Cicognini e Paola Cotta Ramusino, l’edizione di Mondadori contiene uno scritto di Marcel Proust tratto da Alla ricerca del tempo perduto e fa ora parte della collana Oscar, dedicata ai classici della letteratura. Nella postfazione è stato inserito un piccolo estratto tratto dall’opera dell’autore francese nella quale viene citato il libro di Dostoevskij. La particolarità di questa edizione è data dal lavoro delle due traduttrici, che si sono alternate nella fase di lavoro, dividendosi di fatto l’imponente onore dostoevskijano.
A cura di Milo Salso