Il romanzo horror: definizione, storia, libri e curiosità sul genere letterario
Descrizione di sé, delle proprie angosce, del terrore dell’esistenza sono al centro della letteratura horror. Ma da dove nasce la volontà di esternare nelle forme artistiche le parti più nascoste dell’animo umano? Già nei drammi del teatro greco e in alcune opere shakespeariane si raccontano vicende macabre e sconvolgenti, in grado di suscitare la nota catarsi (dal greco κάϑαρσις «purificazione»), un effetto che si genera spontaneamente nel lettore, o nello spettatore, dopo essere stato brutalmente messo a confronto con le sensazioni più estreme. Basti pensare alla tragedia di Euripide, Medea, la cui omonima protagonista ordisce una vendetta terribile in risposta al tradimento di Giasone: l’avvelenamento della nuova promessa sposa e l’uccisione dei suoi stessi figli.
Il romanzo horror: caratteristiche e origini
La letteratura dell’orrore, come la conosciamo oggi, ha le sue origini nella corrente artistico-letteraria del Romanticismo: proprio tra fine Settecento e inizio Ottocento si riscopre il gusto del macabro, del soprannaturale, dell’introspezione e del fantastico, come reazione all’elogio della razionalità, tipico dell’Illuminismo. Da ciò deriva la volontà, da parte degli autori del tempo, di trasferire tali sensazioni di paura e terrore all’interno dei propri scritti. A tal proposito, il genere del romanzo gotico è da considerarsi un horror ante litteram, a cui appartiene Il castello di Otranto di Horace Walpole, pubblicato nel 1764: la prima storia di fantasmi della letteratura moderna. Qui troviamo già alcune caratteristiche dei libri horror odierni, soprattutto per i temi evinti: la paura della morte e dell’ignoto, del buio e di luoghi inesplorati, dell’isolamento e della perdita delle persone care, della mancanza di regole scientifiche e sociali e il conseguente sconvolgimento emotivo.
I romanzi di Edgar Allan Poe: a metà tra gotico e horror
A fare da tramite fra il gotico e l’horror è lo scrittore americano Edgar Allan Poe, con cui per la prima volta ci si discosta da elementi tipici del gotico, quali il castello e i fantasmi, ed entrano in gioco nuovi scenari, evidenti nelle opere Racconti del terrore e Le avventure di Gordon Pym, pubblicate nella prima metà dell’Ottocento. Grande attenzione è rivolta alla sfera psicologica dei personaggi, alle prese con omicidi, lotte sanguinarie, malattie, eventi climatici avversi, come tempeste e conseguenti naufragi…ancora oggi le pagine di Poe risultano tra le più evocative ed emblematiche della letteratura a livello internazionale.
I romanzi horror più significativi
Siamo tra la fine del Diciannovesimo e l’inizio del Ventesimo secolo quando cominciano a prendere forma tutti quei canoni e stereotipi del genere; citiamo, primo tra tutti, lo scrittore irlandese Bram Stoker, che introduce la figura del vampiro – divenuto poi topos letterario – nel romanzo Dracula del 1897, in forma epistolare, il cui protagonista si ispira alla figura del principe di Valacchia Vlad III. A seguire, colui che è stato definito il «Copernico della letteratura horror», Howard Phillips Lovecraft, che nei primi anni del ’900 scrive una ventina di romanzi e racconti brevi, confluiti poi nel cosiddetto ciclo di Cthulhu. Quest’ultimo è una divinità mostruosa; le storie contenute nella raccolta sono accomunate dall’incontro casuale di sventurati uomini con terribili realtà aliene, che li porteranno alla follia o alla morte.
«Penso che la cosa più misericordiosa al mondo sia l’incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. Viviamo su una placida isola d’ignoranza in mezzo a neri mari d’infinito e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. Le scienze, che finora hanno proseguito ognuna per la sua strada, non ci hanno arrecato troppo danno: ma la ricomposizione del quadro d’insieme ci aprirà, un giorno, visioni così terrificanti della realtà e del posto che noi occupiamo in essa, che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di un nuovo Medioevo» (Il richiamo di Cthulhu, 1928).
Gli scrittori e le scrittrici dopo Poe e Lovecraft
A dare nuovo impulso e vigore alla narrativa horror, seguendo comunque i dettami di Poe e Lovecraft, è il ventennio tra gli anni Quaranta e Sessanta del secolo scorso, periodo di sperimentazione anche per il genere fantasy e fantascientifico. Fritz Leiber, per esempio, è autore di Nostra signora delle tenebre, uscito nel 1943, che parla di Franz Westen, scrittore di racconti horror alle prese con un’esperienza legata all’esistenza dei «paramentali», esseri mostruosi che si stanziano nelle megalopoli. A seguire la scrittrice Shirley Jackson, il cui capolavoro è L’incubo di Hill House, a cui si ispirano i film Gli invasati e Haunting – Presenze, protagonista della vicenda è Eleanor Vance, una ragazza che da bambina ha vissuto un fenomeno di poltergeist, termine tedesco che indica fenomeni soprannaturali come movimento improvviso di oggetti, autocombustione, scritte sui muri, produzione di voci. Per questo Eleanor viene invitata da un certo professor Montague, un antropologo interessato ai fenomeni paranormali, a trascorrere l’estate a Hill House, una casa che si suppone infestata. Robert Bloch, poi, è punto di riferimento per l’horror dei giorni nostri: il suo capolavoro Psycho, del 1959, è oggi una delle storie dell’orrore più note a livello mondiale, grazie anche all’omonima trasposizione cinematografica diretta da Alfred Hitchcock. Scena horror per eccellenza è quella che vede la protagonista Mary Crane sotto la doccia in un motel, terrorizzata dal sadico e perverso coprotagonista Norman Bates, che la minaccia con un coltello da cucina.
Infine, maestro della letteratura horror è Stephen King, autore di milioni di copie vendute in tutto il mondo. Shining, pubblicato nel 1977, è una delle opere più famose. Alla vicenda si ispira il film diretto da Stanley Kubrick e interpretato da Jack Nicholson, uscito nel 1980. La storia è ambientata in uno strano albergo del Colorado, l’Overlock, che pare aver assorbito delle forze maligne. Queste si palesano principalmente d’inverno, quando l’albergo chiude e resta isolato. Ad accettare di fare da guardiano del posto è Jack Torrance, uno scrittore fallito, insieme alla moglie Wendy e al figlio Danny di cinque anni: ben presto la famiglia si trova immersa in un’atmosfera spaventosa. Il bambino pare avere un potere extrasensoriale, lo «shine», e di fronte a lui si materializzano fatti terribili accaduti nelle stanze dell’hotel. Se Danny cerca però di opporsi alle presenze, queste si accaniscono sul padre.
L’effetto catartico del romanzo horror
Per concludere, la storia dell’horror inizia nella patria della cultura occidentale, l’antica Grecia, ma si sviluppa e prende forma tre secoli fa, fino ad arrivare alle vicende dell’orrore per antonomasia, descritte dalle penne degli autori moderni. Il tratto prevalente del genere, in ogni epoca storica, è certamente l’associazione di scene di vita quotidiana ad atmosfere macabre e spaventose, il che comporta nel lettore il risveglio dei propri timori più profondi. Ciò significa che l’effetto catartico è inevitabile: essere messi forzatamente di fronte a sé stessi e alle proprie paure è forse l’esperienza più terribile ma anche più liberatoria concessa all’essere umano. Ed è proprio di questo che la letteratura dell’orrore si fa portavoce.
A cura di Giusi Chiofalo