L’ora di greco. Il romanzo disturbante e ipnotico di Han Kang che racconta lacune sensoriali e vuoti interiori
Nei libri di Han Kang c’è sempre qualcosa che si incrina: nella Vegetariana, a una cena di famiglia, la protagonista decide senza alcun motivo apparente di rifiutare la carne, diventando, appunto, vegetariana; nell’Ora di greco, pubblicato nel 2023 da Adelphi edizioni, è la possibilità del linguaggio, insieme a quella della visione, a venire meno: «E alla fine, un inverno, era arrivata quella cosa. […] Il linguaggio che l’aveva imprigionata e torturata come un vestito intessuto di migliaia di spilli era sparito. […] Il suo corpo era assediato dentro e fuori da un silenzio che risucchiava lo scorrere del tempo, un silenzio ovattato come prima di imparare a parlare – anzi, come prima di venire al mondo». Il vuoto a cui danno vita queste improvvise sparizioni provoca le vertigini, disturba, ipnotizza: è come se Han Kang calasse il lettore in uno spazio straniato e straniante che chiede di essere ricomposto, pur mancando di quel tassello fondamentale che, da ultimo, potrebbe restituirgli un senso. L’ora di greco, come La vegetariana, si sostiene su questo mondo di frammenti dispersi e incomprensibili, e da questa impalcatura precaria richiama il lettore, lo costringe sulla pagina e lo trascina con sé, in un vortice di interrogativi destinati a rimanere irrisolti fino alla fine.
L’ora di greco di Hang Kang: la trama del libro
La storia dell’Ora di greco si snoda lungo due linee parallele che circoscrivono l’evoluzione-involuzione dei personaggi principali: una donna, che da un momento all’altro smette di parlare e si iscrive a un corso di greco; e un uomo – il suo insegnante – che convive fin da bambino con una forma di cecità progressiva sempre più preoccupante. Le due lacune sensoriali simboleggiano due vuoti interiori: la perdita del figlio, nel caso della donna, che è in parte legata al fallimento del suo matrimonio; quella del padre, per l’insegnante, ugualmente ossessionato da una vecchia storia d’amore alla cui fine pare non essersi arreso. Sono perdite simmetriche, come si può intuire, vuoti complementari: e infatti le due storie sono destinate a intersecarsi l’un l’altra, a sovrapporsi e ripararsi a vicenda, rivelando così le ragioni misteriose delle loro stesse circostanze.
Han Kang: chi è la scrittrice?
Han Kang è nata in Corea del Sud nel 1970 e si è presto trasferita a Seoul, dove vive tutt’ora. Figlia dello scrittore Han Seung-won, ha studiato letteratura coreana all’università di Yonsei e pubblicato la sua prima raccolta di poesie nel 1993. Da quel momento si è dedicata alla narrativa, pubblicando ben nove romanzi. Nel 2016 ha vinto il Man Booker International Prize con La vegetariana, che ha ottenuto un enorme successo di pubblico in Italia e all’estero. Dal 2019, infine, è parte del progetto La biblioteca del futuro, che si propone di raccogliere cento opere inedite di scrittori e scrittrici famosi in tutto il mondo e pubblicarle 100 anni dopo la nascita dell’iniziativa (ovvero nel 2114).
Consiglio letterario: perché leggere L’ora di greco di Han Kang
Questo libro è per chi porta sempre con sé quella frase di Kafka che recita «amore è il fatto che tu sei per me il coltello col quale frugo dentro me stesso» e crede che la letteratura debba fornire interrogativi più che risposte. Leggetelo se non avete paura di sentirvi spaesati, se vi piacciono le scritture liriche ed essenziali, se amate la cultura greca e le narrazioni criptiche, se siete ossessionati dal vostro passato e se credete che nel vostro cuore ci siano dei sentimenti irrisolti che attendono di essere indagati più a fondo.
A cura di Rebecca Molea