L’occhio della montagna di Sara Baume: un romanzo che sperimenta la fusione tra arti, scienza e scrittura
Leggendo L’occhio della montagna ci si rende subito conto della vocazione che l’autrice, Sara Baume, ha per le arti, per la poesia, oltre che per la narrazione. Sin dall’incipit, si riconosce l’intenzione di fondere intuizione artistica e visione poetica, e di coniugare uno sguardo analitico, da microbiologa, con un orecchio da musicista, consapevole del ritmo delle sillabe, degli elenchi, delle ripetizioni. Il secondo romanzo di Sara Baume (Nn editore, 2022; traduzione di Ada Arduini) accompagna il lettore in un’esperienza trasformativa, simile alla meditazione, dalla quale si torna rigenerati.
L’occhio della montagna di Sara Baume: la trama del libro
Bell e Sigh sono due giovani innamorati che, stremati dai ritmi frenetici della città e decisi a cambiare il corso della loro esistenza, scelgono di trasferirsi nella sperduta campagna irlandese, ai piedi di una montagna. Da questo momento in poi, seguiamo le nuove consuetudini che scandiscono le giornate di Bell e Sigh accompagnati unicamente dai loro due cani. L’universo minimo che osserviamo è segnato dall’alternarsi delle stagioni, da abitudini semplici, ripetute con amore e devozione. Il tempo modifica il paesaggio con impercettibile costanza, corrode le strutture della casa, dei recinti, invecchia gli esseri viventi. E a Bell e Sigh non serve altro: «[…] ciascuno dei due, nella propria famiglia numerosa, era stato costantemente trascurato, anche se non per cattiveria, e questo aveva radicato in Bell e Sigh l’idea informe che l’unica esistenza appropriata fosse quella che lascia meno tracce possibili, e progressivamente scompare».
Sara Baume: chi è la scrittrice
Fiore, frutto, foglia, fango, il primo romanzo di Sara Baume (Nn editore, 2018) dichiara, già nel titolo evocativo, la sensibilità di questa autrice. Scrittrice e artista, ossessionata dall’artigianalità, Baume vive un’esistenza minimale nella sperduta campagna irlandese. Nella sua scrittura l’attenzione ai dettagli, osservati come attraverso un microscopio, e la passione per l’etologia si mescolano generando un universo sospeso, che immaginiamo sia lo stesso in cui vive l’autrice.
Consiglio letterario: perché leggere L’occhio della montagna di Sara Baume
Leggete questo romanzo se siete alla ricerca di un’esperienza di lettura alternativa, poetica e meditativa; se vi sentite un po’ abitanti del bosco, se avete dimestichezza con la scomodità, il freddo e la vita accampata.
A cura di Silvia Ognibene