“La ragazza che annega” di Caitlín R. Kiernan: il capolavoro weird tra realtà e allucinazione

Arrivato finalmente anche in Italia grazie a Mercurio Books, La ragazza che annega (traduzione di Milena Sanfilippo; postfazione di Marco Malvestio) è un romanzo dalle voci narranti disturbanti, dai mondi torbidi e i confini incerti, dalla scrittura come esercizio di sopravvivenza. Pubblicato per la prima volta nel 2012, è considerato il capolavoro di Caitlín R. Kiernan, autrice americana di culto nel panorama weird e gotico contemporaneo, pluripremiata e ancora troppo poco letta in Italia.
La ragazza che annega di Caitlín R. Kiernan: la trama del libro
India Morgan Phelps, detta Imp, è la voce che ci accompagna in questo memoir che memoir non è. Una donna schizofrenica, consapevole della propria diagnosi ereditata dalla linea materna, Imp tenta di raccontare la sua verità. Ma quale? E soprattutto: chi decide cos’è reale, quando la realtà stessa cambia a seconda di chi la guarda? Scrivendo e riscrivendo la storia dell’incontro con Eva Canning – apparizione spettrale, amante, sirena, lupo, dipinto, visione – Imp costruisce un romanzo-labirinto fatto di salti temporali, citazioni, sogni e ricordi contaminati.
La ragazza che annega di Caitlín R. Kiernan: l’autrice
Caitlín R. Kiernan è un’autrice unica nel panorama della speculative fiction americana: paleontologa di formazione, con questo libro – definito da lei stessa una forma di autobiografia romanzata – ha conquistato il premio Bram Stoker e il James Tiptree Jr. Award. Ma ridurre Kiernan a un’autrice horror sarebbe un errore: la sua scrittura sfugge alle definizioni di genere, capace di mescolare gotico, introspezione e riflessione queer in un equilibrio raro e destabilizzante.
Consiglio di lettura: perché leggere La ragazza che annega di Caitlín R. Kiernan
Se amate le narrazioni non lineari, le protagoniste complesse e inaffidabili, le storie che confondono più che spiegare, La ragazza che annega è una lettura imperdibile. Questo romanzo è adatto a chi è affascinato dalle storie sulla salute mentale con una sensibilità fuori dal comune, senza didascalie né pietismi. I personaggi di questo libro non chiedono comprensione: chiedono ascolto. Consigliato a chi ha amato Shirley Jackson, a chi si riconosce nei mostri o ne è ammaliato.
A cura di Martina Melgazzi