In La memoria del cielo Paola Mastrocola racconta l’importanza dei ricordi e la preziosità delle piccole cose

 In La memoria del cielo Paola Mastrocola racconta l’importanza dei ricordi e la preziosità delle piccole cose

«È che a un certo punto ci serve conoscere, di un padre, anche la vita di quando non era ancora nostro padre. Non so bene a cosa ci serva. Forse ci arriva l’idea che il tempo sia molto più lungo della vita che ci tocca».

La memoria del cielo (Rizzoli, 2023) si presenta come un libro di memorie che la protagonista torna indietro a ripercorrere: al centro ci sono le storie delle persone, delle famiglie. Ma si comprende da subito che siamo anche di fronte a un romanzo che si pone e ci pone quesiti esistenziali, a partire dalla scena commovente in cui Donata – che non si chiama ancora così e abita nel mondo della Luna – sceglie quella donna che cammina stringendo il soprabito contro il freddo: sovvertirà i pronostici, quella donna sarà la sua mamma. E allora le domande si moltiplicano: quando inizia la nostra storia? Siamo capitati in una famiglia o l’abbiamo scelta guardandola da una certa distanza?

«Dall’alto, è paradossale, si vede tutto meglio, si percepiscono anche le ragioni, di un gesto».

 

La memoria del cielo di Paola Mastrocola: la trama del libro

Donata racconta la storia della sua famiglia a partire da quando lei non c’era ancora, ovvero da quando i suoi genitori erano due bambini di undici anni e crescevano in due posti lontani, in Italia. Narra del loro incontro a Torino e del loro matrimonio sobrio, celebrato senza le famiglie perché quella di lui è al Sud, lontana, e quella di lei non approva le nozze con un «napuli». Dall’arrivo di Donata, che è quasi un miracolo dopo una diagnosi di sterilità per Teresa, la famiglia si arricchisce di questo sguardo di bambina attenta e sensibile, che passa ore a osservare la madre che cuce e a giocare con i bottoni, per non farla sentire in colpa di non avere tempo per lei, neanche di portarla a spasso. La Donata che racconta è l’adulta che torna indietro a ripercorrere le curve della memoria, ma alla sua storia privata si allacciano i fili delle storie di una nazione, la nostra: la povertà, i cappotti fatti con le coperte rubate ai soldati, il Sud e il Nord, il sogno della Fiat.

Paola Mastrocola: chi è la scrittrice

Docente nelle scuole superiori torinesi, Paola Mastrocola esordisce nella narrativa nel 1999 quando vince, con uno pseudonimo, il premio Calvino nella sezione inediti con il romanzo La gallina volante, pubblicato l’anno dopo da Guanda. Il romanzo riscuote un rapido successo e vince il premio Selezione Campiello 2000. Da allora ha scritto diciotto romanzi (tra cui Una barca nel bosco vincitore nel 2004 del Super Campiello), saggi, pièce teatrali, poesie e pamphlet. Tra i temi di maggior interesse per l’autrice: la scuola e la didattica, le storie di formazione, lo scrivere di sé.

Consiglio letterario: perché leggere La memoria del cielo di Paola Mastrocola

Un romanzo per chi ha non ha fretta di consumare le ore, per chi non chiama «prodotti» gli oggetti che abitano i luoghi, le case e le vite. Il racconto si attarda sulla luce, sui materiali (i bottoni sembra di averceli tra le mani per la minuzia con cui sono descritti), su vecchie canzonette abruzzesi cantate da un papà di buon umore, sui compagni dell’infanzia (bambole e orsi), di quel tempo in cui si ha tempo per perdersi dietro le piccole cose, per conoscerle davvero. Leggere questo romanzo è ripetere un’esperienza materica del mondo, prima che il digitale e la dematerializzazione ce ne privassero.

 

A cura di Sara Benedetti

Blam

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