Riprendere un contatto con la nostra vera natura. Il sentiero selvatico è l’ultimo romanzo di Matteo Righetto

 Riprendere un contatto con la nostra vera natura. Il sentiero selvatico è l’ultimo romanzo di Matteo Righetto

Il sentiero selvatico (Feltrinelli, 2024) è il nuovo libro di Matteo Righetto, un’opera che si inserisce nel filone del realismo magico. In questo romanzo natura e storia si mescolano creando un romanzo suggestivo, dando vita a una lettura viva e vibrante: la natura incontaminata esige e si guadagna la nostra giusta attenzione. 

«Lo sguardo rivolto alla luna, recitò: “Io non cerco denaro, e non cerco potere. Non cerco fama, gloria né vanità. Non cerco giustizia se non quella che mi insegna la montagna. Non cerco che me».

Il sentiero selvatico di Matteo Righetto: la trama del libro

1913, è da un mese che piove nel paese di Larcionèi, una piccola comunità ladina situata alle pendici del monte Pore; tutti gli anziani del villaggio si interrogano, nessuno si spiega l’eccezionalità di questo evento, ma sono tutti d’accordo che la pioggia incessante è iniziata dopo l’apparizione del Lum de le Auróne. Gli abitanti, con gli animi ormai stremati dalla carenza di luce e calore, si radunano in chiesa per la messa del giorno dei morti, il 2 novembre e durante la funzione, tra i fumi degli incensi e il nervosismo collettivo, Katharina, chiamata Tina, dolce e responsabile bambina di dieci anni, scompare al fianco dei suoi genitori. Il paese reagisce immediatamente, con fiaccole alla mano e fucili in spalla. Inizia la ricerca: nelle stalle, nel grande e oscuro bosco; Tina non si trova, rispunterà il mattino seguente, in ordine, con la sua vestina non sgualcita, con solo le scarpe infangate. Dinnanzi agli occhi della comunità già contaminata dal sospetto che qualcosa di oscuro possa averla catturata, lei, innocentemente, ma con risolutezza dichiara a tutto il villaggio di essere sempre stata in chiesa. Da quel giorno la vita di Tina cambierà, per ogni abitante del paese diventerà la «strìa dei mòric».

Chi è Matteo Righetto l’autore di Il sentiero selvatico

Matteo Righetto vive tra Padova e Colle Santa Lucia. Oltre a essere scrittore, è ricercatore Easlce, nonché docente di Lettere. Collabora con l’università degli studi di Padova dove annualmente tiene seminari di Scrittura e Letteratura del paesaggio. I suoi romanzi sono tradotti in diverse lingue e pubblicati in molti Paesi del mondo. Per Mondadori, nel 2018, ha scritto Trilogia della Patria, vero caso editoriale internazionale. Per Feltrinelli ha pubblicato anche I prati dopo di noi e La stanza delle mele. Nel 2019 La fondazione Dolomiti Unesco e fondazione Pordenonelegge gli hanno conferito il premio Speciale Dolomiti Unesco.

Consiglio letterario: perché leggere Il sentiero selvatico di Matteo Righetto

Quando incontriamo Tina Thaler in La stanza delle mele, lei è già una leggenda; in Il sentiero selvatico Righetto ci mostra con candore l’infanzia di Tina, un percorso segnato da uno stigma sociale e dalla sua conseguenza: l’esclusione e l’isolamento. In questa solitudine Tina non è abbandonata a sé stessa, è protetta dall’amore incondizionato dei genitori: il padre senza troppo interrogarsi del cambiamento della piccola e la madre, che custodisce a sua volta un segreto, alternando e donando alla figlia puro amore e rigida preoccupazione. Tina in questa solitudine imposta dalla cultura degli abitanti del villaggio, trova rifugio nella natura selvaggia, germoglia quindi in lei una nuova conoscenza e una forte consapevolezza. Preservare, custodire, salvaguardare la sua terra e il suo territorio. Righetto ci mostra anche una parte di storia sociale e politica importante, e molto interessante, legata ai territori ladini. Con una prosa fluida arricchita da una genuina poetica, Righetto crea suggestioni, ci narra nuove o vecchie leggende, in maniera diversa, dandoci modo di riflettere, permettendoci di riprendere il contatto con la nostra vera natura.  

 

A cura di Caterina Incerti

Blam

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