Il libro della speranza di J. Goodall e D. Abrams: un manuale di sopravvivenza per un pianeta in pericolo
«Tutti hanno sempre fatto commenti sui miei occhi, mi dicevano che sembravo possedere una saggezza antica; “an old soul”, come si dice, secondo una signora anziana».
Esistono anime, di donne e uomini, che rivelano la propria forza di spirito e la loro aura di singolare saggezza, semplicemente, dal fondo dei loro occhi, e probabilmente Jane Goodall, autrice di Il libro della speranza (edito da Bompiani, 2022), luminoso faro di speranza per molte persone oggi, è una di queste.
Il libro della speranza di Jane Goodall: la trama del libro
Il libro della speranza, come rivela il titolo stesso, è un invito alla speranza e una riflessione sulle ragioni per le quali è fondamentale continuare a sperare.
Jane Goodall è considerata infatti da Abram Douglas, suo interlocutore in questo romanzo-intervista, un luminoso esempio di resilienza e tenacia dal quale ognuno di noi dovrebbe prendere spunto per non lasciarsi scoraggiare dagli ostacoli e dalle difficoltà della vita. Il dialogo fra i due è punteggiato da domande e rompicapi, dal carattere tanto esistenziale quanto universale, che Douglas pone alla naturalista ed etologa, come: «Cosa è la speranza?» o «Come facciamo a sperare in tempi difficili?»; e si inserisce in uno sfondo presente, attuale, che riguarda le sorti del nostro pianeta, la sua salvaguardia e conservazione. La necessità di tutelare l’ambiente e le sue specie, come assicurare un futuro alle generazioni di oggi, sono state infatti lo zoccolo duro sul quale si è incentrata la sua missione di vita.
In queste pagine, Jane riassume le tappe fondamentali che hanno contrassegnato la sua esperienza di etologa e ricercatrice in Africa – dove studiò giovanissima il comportamento dei primati in Tanzania –, sino al suo attivismo.
La speranza è un monito sociale e un «tratto» di sopravvivenza innato, presente nella mente e nel cuore di tutti, ma che necessita di essere incoraggiata e coltivata ogni giorno per far fronte alle minacce che ci riserva il presente. In ognuno di noi, secondo Jane, vive un indomito spirito umano, un potere spirituale, che ci permette di rispondere alle difficoltà con determinazione. La resilienza è universale, è un tratto che afferisce a tutto il mondo naturale. Basta guardarci intorno per scoprire straordinari esempi di rigenerazione e rinascita.
Chi sono Jane Goodall e Douglas Abrams?
Jane Goodall ha 26 anni quando, nel 1960, inizia la sua avventura in Kenya e nelle foreste di Gombe, in Tanzania, prima come segretaria del paleoantropologo britannico Louis Leakey, poi suo braccio destro nella ricerca pioneristica sul comportamento degli scimpanzè selvatici, nell’Africa orientale.
Il suo contributo alla ricerca ha condotto a una serie di importanti scoperte scientifiche riguardo la personalità, le abitudini e l’intelligenza emotiva di questa specie animale, tanto vicina all’uomo. In seguito, dopo aver conseguito la laurea a Cambridge in Etologia, Jane torna in Tanzania e lì istituisce il Gombe Stream Research Center. Nel 1977 fonda il Jane Goodall Institute, che conta 26 uffici in tutto il mondo, e che si dedica a progetti di educazione ambientale e interculturale. Nel 1991 fonda anche il programma Roots&Shoots («Radici e germogli») che coinvolge tantissimi giovani in iniziative che tutelano gli animali, l’ambiente e le comunità locali del proprio territorio d’azione.
Nel 2002 è nominata Messaggera della pace delle Nazioni Unite e nel 2004 riceve il titolo di Dama dell’Impero britannico da parte del principe Carlo.
Oggi, all’età di 88 anni, Jane rappresenta, specialmente fra i giovani, ma non solo, un’icona mondiale e un simbolo di speranza nell’ambito dell’ecologia e della tutela del nostro pianeta.
Douglas Adam ha già collaborato con personalità di spicco, quali il Dalai Lama, Nobel per la Pace nel 1989, e Desmond Tatu, insieme ai quali scrisse Il libro della gioia che, come Il libro della speranza, rientra nella serie Global Icons. È fondatore e presidente dell’agenzia letteraria Idea Architects, che si propone di progettare mondi più saggi e sostenibili attraverso l’aiuto di scienziati e ricercatori.
Consiglio letterario: perché leggere Il libro della speranza di Jane Goodall e Douglas Abrams?
L’opera è un invito all’azione. Ci dimostra come la speranza sia «contagiosa», e che il contributo e il supporto sociale sono fondamentali per mantenerla accesa. La nostra «guarigione» è intrecciata alla qualità delle relazioni che intratteniamo con persone, piante e animali, e nell’arazzo della vita ogni creatura è interconnessa con le altre, svolge un proprio ineliminabile ruolo, senza il quale l’ecosistema in cui viviamo continuerà a indebolirsi. Le parole di Jane sono un dono che raccogliamo attraverso la testimonianza di chi nella sua vita non si è mai data per vinta. Leggere questo libro è un’occasione per riscoprire il nostro potere d’azione e la nostra capacità di trasformare il mondo intorno a noi.
A cura di Clara Frasca
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