Classici della letteratura francese: 10 consigli di lettura

 Classici della letteratura francese: 10 consigli di lettura

Filosofia e letteratura si intrecciano in questa rassegna di classici della letteratura francese: dieci libri consigliati per intraprendere un viaggio lungo quattro secoli, sulle pagine degli scrittori le cui penne ci conducono nella cultura di una nazione piena di fascino ed eleganza, dal popolo forte e coeso, spesso in difesa di ideali di giustizia e uguaglianza. Da Montaigne a Camus, passando per Rousseau e Dumas, Bergson e Baudelaire, parliamo di capolavori senza tempo, che – come diceva Calvino riferendosi ai classici – sono libri che «non hanno mai finito di dire ciò che hanno da dire». Bonne lecture!

Saggi di Michel de Montaigne

Essais, termine che in francese vuol dire «prova», «tentativo», è l’opera che condensa la visione della vita di Montaigne. Esistono tre versioni pubblicate negli anni ottanta del Cinquento; l’autore afferma: «je suis moi-même le seul objet de mes pensées» («sono io l’oggetto dei miei pensieri») e, in effetti, all’interno dell’opera, troviamo riflessioni di varia natura, presentate dal suo personale punto di vista. Il fine ultimo è la conoscenza di sé, sulla scia del noto «conosci te stesso» socratico, un sé che, alla fine, si rivela frammentario e in costante mutamento.

Pensieri di Blaise Pascal

Pascal ha in mente un’opera molto ambiziosa quando, nel 1658, inizia la stesura di Pensieri (Pensées), ma muore a soli trentanove anni, lasciando l’opera incompiuta, oggetto di diversi tentativi di ricostruzione da parte di altri autori. Il lavoro doveva costituire un’apologia del cristianesimo, contro l’ateismo e le altre religioni, oggi, lo troviamo suddiviso in una prefazione generale e due parti, l’uomo senza Dio e l’uomo con Dio. Si tratta di riflessioni sul senso della vita e sulla natura ultraterrena dell’anima. «L’ultimo passo della ragione è il riconoscere che vi sono un’infinità di cose che la sorpassano. Essa è ancora debole se non giunge a conoscere questo. Che se le cose naturali la sorpassano, che diremo delle soprannaturali?».

Discorso sull’origine e i fondamenti dell’ineguaglianza tra gli uomini di Jean-Jacques Rousseau

La teoria per la quale l’uomo è buono per natura e viene poi «corrotto» dalla società viene espressa nell’opera Discorso sull’origine e i fondamenti dell’ineguaglianza tra gli uomini, pubblicata nel 1755. Siamo nel pieno del siècle des lumières e Rousseau è uno dei maggiori esponenti del panorama filosofico-intellettuale: l’autore spiega come lo stato di natura dell’uomo, caratterizzato da felicità e libertà, sia stato sostituito da disuguaglianza e ingiustizia, basate sulla legge del più forte. Certamente, possiamo riconoscere numerose affinità al nostro tempo, il che rende la lettura ricca di spunti di riflessione e comparazione. 

Il rosso e il nero. Cronaca del 1830 di Stendhal

Il romanzo storico-psicologico Il rosso e il nero. Cronaca del 1830 è il capolavoro di Stendhal e ruota attorno al giovane protagonista, Julien Sorel, che, dopo essersi formato leggendo opere di Plutarco, Rousseau e il memoriale di Sant’Elena, abbandona il sogno militare (il rosso) per dedicarsi alla carriera ecclesiastica (il nero). La sua vicenda personale, fatta di ambizione e risentimento, ha come sfondo la Francia della Restaurazione, che, dopo il fallimento del sogno napoleonico, appare banale e priva di ideali.

Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas

Solo poco tempo dopo la pubblicazione de Il rosso e il nero, nel 1844 inizia a uscire, a puntate, Il conte di Montescristo di Alexandre Dumas. Protagonista è Edmond Dantès, un giovane marinaio condannato ingiustamente alla prigionia: l’incontro con l’abate Faria, la fuga dal carcere, la sete di vendetta e la ricerca di un tesoro nascosto sono vicende che si intrecciano e rendono il romanzo avvincente e ricco di colpi di scena, intrighi, scomparse, viaggi, avventure. «Amico mio, – disse Valentine – non ci ha forse il conte appena detto che tutta l’umana saggezza è racchiusa in queste due parole: attendere e sperare?». 

I fiori del male di Charles Baudelaire

Passando alla poesia, impossibile non citare il poète maudit Charles Baudelaire con la sua opera Les fleurs du mal, una raccolta di cento liriche, in sei sezioni, pubblicata nel 1857. Il fine ultimo dell’autore è estrarre la bellezza dal male, come indica il titolo, trattando temi come l’amore e la morte. La scrittura viene concepita come un viaggio verso l’inferno che è la vita. In uno dei componimenti più noti, Spleen, il poeta esprime una profonda tristezza per un sentimento di estraneità dal mondo che lo circonda, considerato lontano dalla profondità espressa dall’arte.

L’evoluzione creatrice di Henri Bergson

Arriviamo al Novecento con Bergson, uno dei filosofi più importanti del pensiero occidentale, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1927. Nella sua opera L’evoluzione creatrice, l’autore cerca di superare il dualismo tra anima e corpo, considerando l’essere umano come un’unica entità, identica a quella della natura, vista come manifestazione dello slancio vitale – élan vital. Quest’ultimo, secondo Bergson, è l’impulso creativo che, attraverso l’interazione con la materia, muove l’evoluzione universale. 

Lo straniero di Albert Camus

Considerato uno dei romanzi più importanti della letteratura mondiale, Lo straniero di Camus parla di Meursault, un impiegato che vive ad Algeri e conduce un’esistenza apparentemente normale. Un giorno, uccide un arabo, viene arrestato e condannato a morte. La pena viene accettata passivamente, senza opporre alcuna resistenza. Il libro quindi parla della personalità del protagonista, cerca di indagare le motivazioni che lo hanno portato al folle gesto e, su uno spettro più ampio, presenta la precarietà e la dimensione relativa dell’esistenza e la solitudine di un uomo, emarginato ancor prima di diventare un assassino. 

Memorie d’una ragazza perbene di Simone De Beauvoir

Amica di Camus, Simone de Beauvoir è una scrittrice e filosofa che appartiene alla corrente dell’Esistenzialismo, pubblica nel 1958 Memorie d’una ragazza perbene, la sua autobiografia divisa in quattro libri. L’autrice racconta, sotto forma di diario, l’infanzia, l’adolescenza, la scoperta dell’amore, il conflitto con la famiglia, il rifiuto delle convenzioni sociali e di fasi della vita prestabilita a favore della libertà, dell’autodeterminazione personale, nonché l’incontro con Jean Paul Sartre, il femminismo e la consacrazione alla letteratura. 

L’amante di Marguerite Duras

Nel 1984, viene pubblicato il romanzo L’amante di Marguerite Duras, che ottiene il premio Goncourt. Anche in questo caso, si tratta di un’autobiografia, relativa, in particolare, a un periodo di tempo vissuto dall’autrice nell’Indocina francese insieme alla madre e al fratello, negli anni Trenta. Lì, incontra il figlio di un ricco possidente e se ne innamora: i due vivono una storia segreta molto intensa, fatta di momenti di passione ma anche sofferenza. 

 

A cura di Giusi Chiofalo

 

Foto di WikiImages da Pixabay

Giusi Chiofalo

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